Riti e tradizioni dell’espresso napoletano

Il caffè espresso, in particolare, ha origini italiane. Infatti sia la metodologia di produzione che la produzione industriale di macchine per caffè espresso si diffondono in Italia come perfezionamento di un prototipo presentato all'Esposizione Universale di Parigi del 1855.

Che sia un espresso, un macchiato o un cappuccino, bevuto a casa o al bar, a colazione o dopo i pasti, il caffè è compagno inseparabile di ogni giornata per milioni di italiani.

 

La Storia del caffè

Caffe espresso / Shutterstock.com

La parola italiana caffè ha origine dal turco kahve, che a sua volta deriva dall’arabo qahwa: la pianta era la Coffea arabica, che insieme alla sua variante Coffea robusta viene usata ancora oggi in tutto il mondo per produrre i chicchi di caffè.

Pellegrino Artusi, gastronomo italiano del 1820, nel suo celebre manuale intitolato “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”, sosteneva che il caffè migliore era quello proveniente dalla città yemenita di Mocha e di conseguenza lo Yemen divenne il luogo d’origine della pianta del caffè. Dall’Arabia, l’usanza di bere caffè si diffuse rapidamente in Egitto e nell’Impero Ottomano, e successivamente in Italia, grazie ai mercanti della Repubblica di Venezia.

Venezia, Piazza San Marco, Uno dei primi bar con caffè al mondo “Florian”

La prima bottega italiana di caffè fu aperta nel 1683 a Venezia in Piazza San Marco e nel giro di un secolo se ne potevano contare più di duecento. Alcune acquisirono una connotazione intellettuale – “Caffè filosofici” – diventando luogo di incontro dei migliori pensatori e filosofi.

Ma presto dall’Italia la moda del caffè si espanse al resto dell’Europa e agli Stati Uniti, e in molti paesi iniziarono a spuntare i locali detti “caffè” o “coffe house”, dove si incontravano spesso intellettuali e ricchi borghesi. Fa strano, quindi, pensare che inizialmente molti in Europa non videro di buon occhio questo prodotto arrivato dall’Oriente: anche in Italia all’inizio era malvisto in quanto bevanda musulmana. Fu il Papa Clemente VIII nel 1600 a dichiarare il caffè adatto ai cristiani.

 

 

Napoli e il caffè

© winehistory.it

«Prendiamoci un caffè!» è l’invito più frequente che si può sentire in tutta Italia. Ma è in particolare a Napoli che si è sviluppata la tradizione dell’espresso: un vero e proprio rito da consumare quotidianamente, nel tempo libero come a lavoro.

L’introduzione del caffè a Napoli si deve a Maria Carolina D’Asburgo-Lorena, sposa nel 1768 di Ferdinando di Borbone, che portò nella città partenopea un’usanza già presente a Vienna.

Un passo fondamentale nella storia del caffè a Napoli fu compiuto con l’invenzione, nel 1819, della cuccumella, la caffettiera napoletana che alternava il metodo di preparazione per decozione alla turca al metodo di infusione alla veneziana, con un sistema a doppio filtro. La cuccumella consentì la preparazione domestica, poi delegata alla moka nel Novecento, quando i napoletani erano già divenuti abili maestri nel maneggiare la macchina per espresso da bar inventata a Torino nel 1884.

La ricetta del caffè perfetto

Qual è il segreto del caffè napoletano? Il vero segreto è racchiuso nella miscela napoletana e nella sua particolare tostatura, che le conferisce una più scura colorazione rispetto a quella delle altre regioni italiane e straniere. Questa specifica tostatura, dopo qualche giorno di riposo, esalta gli oli essenziali e contribuisce a una migliore estrazione degli aromi.

Molte sono le storie e le tradizioni a Napoli legate al caffè. Una delle più tipiche (che dimostra il carattere generoso dei napoletani) è quella del caffè sospeso. Un cliente del bar paga due tazzine, di cui una a beneficio di un ignoto che ne faccia richiesta.

 

 

Il caffè Gambrinus

© winehistory.it

Il Gran Caffè Gambrinus è un locale storico di Napoli ubicato in via Chiaia. Il suo nome deriva dal re delle Fiandre Joannus Primus, inventore della birra. Il Gran Caffè Gambrinus rientra fra i primi dieci Caffè d’Italia e fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia.

© slowitaly.yourguidetoitaly.com

In questo caffè, il più antico di Napoli, si è fermato per una pausa persino Oscar Wilde. Nel corso dei decenni molte sono le vicende che hanno visto il Caffè Gambrinus protagonista, tra cui quella per cui alcuni ambienti, frequentati d intellettuali di sinistra, vennero chiusi durante il fascismo. Oggi il caffè e i pasticcini sono buoni come una volta e l’ambiente mantiene ancora tutto il suo fascino.

 

Luogo
Campania
Parole chiave
caffè, gastronomia, Napoli

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