Un weekend a… Capri

Capri. Uno dei simboli dell’Italia nel mondo. Un sogno ad occhi aperti. Ma dietro al paesaggio di selvaggia bellezza scolpito dal vento e dal mare, si cela un gioiello di storia: Capri è stata la casa di numerosissimi artisti, scrittori, nobili e mecenati.

“Capri è sacra. L’obiettivo non è vederla, ma avvertirvi una certa qualità di emozione…”
Jean-Paul Sartre

Vista panoramica dell’isola e del porto Marina Grande / Shutterstock.com

Ai tanti richiami culturali, al fascino del mare e della natura, Capri unisce infine quello dello shopping: eleganti boutique e botteghe artigianali si mescolano fra loro, lungo i caratteristici vicoli, per offrire articoli del made in Italy e prodotti tipici. Impossibile non visitarla almeno una volta.

 

Cosa vedere

I faraglioni

I faraglioni sono il simbolo assoluto di Capri: tre imponenti scogli che emergono dal mare e che permettono foto spettacolari.

I Faraglioni di Capri visti dall’alto / Shutterstock.com

L’altezza media dei Faraglioni di Capri si aggira intorno ai 100 metri: il primo faraglione unito alla costa si chiama Stella, il secondo è il Faraglione di Mezzo (il più piccolo dei tre, caratterizzato dalla famosa cavità) e il terzo, Faraglione di Fuori, è conosciuto anche come Scopolo. Quest’ultimo è anche il luogo dove vive la Podarcis sicula coerulea, la famosa lucertola azzurra che, probabilmente, ha acquistato questo colorito per mimetizzarsi con i colori della natura circostante. Poco distante dai primi tre si trova anche il Monacone, un quarto faraglione che prende il nome dal Bove Marino (o Monaco) che in passato frequentava le acque dell’Isola di Capri.

I Faraglioni di Capri visti dalla Marina Piccola / Shutterstock.com

Il modo migliore per ammirare i Faraglioni è dal mare, o tramite un giro in barca, che passa vicino al faraglione di mezzo, o nuotando nell’acqua azzurra. Già gli antichi romani amavano questa zona dell’Isola di Capri e costruivano grandi ville affacciate sui Faraglioni. Nel corso del Novecento questa tradizione è stata ripresa da artisti e intellettuali che amavano ritirarsi a Capri per trovare la giusta ispirazione.

 

“La Piazzetta” di Capri

Nel dialetto di Capri viene chiamata chiazza, il nome ufficiale è Piazza Umberto I, da tutti è conosciuta come La Piazzetta di Capri. E’ il centro di Capri, il fulcro attorno a cui ruota tutta la vita dell’isola. Impossibile non passarci, difficile non fermarsi, almeno per un caffè.

“La Piazzetta” di Capri © Matteo Cozzi / Shutterstock.com

L’appellativo Piazzetta deriva dalla sue dimensioni decisamente ridotte, pochi metri quadri, un rettangolo quasi interamente ricoperto dai tavolini dei bar. Nelle sere d’estate si passa a stento tra la folla variopinta: non resta che sedersi, bere un drink e guardare quello spettacolo umano. E’ in questi momenti che si capisce perché viene chiamata il salotto del mondo. A pochi metri di distanza gli uni dagli altri siedono principesse di regni del Nord, attori italiani, miliardari americani, gente comune.

La Torre dell’Orologio in “Piazzetta” / Shutterstock.com

Salendo le scale che partono dalla piazza si raggiungono le sale dell’ex Cattedrale di Santo Stefano, la principale chiesa di Capri costruita nel XVII secolo, e il Centro Caprense Ignazio Cerio che nasce all’interno di un antico palazzo trecentesco della famiglia Arcucci.

Marina Grande, il porto principale a Capri © Vogel / Shutterstock.com

Da qui vale la pena continuare per gli stretti vicoli fino all’aranceto delle Teresiane, la parte più antica della città di Capri: la pace e il silenzio che si respirano qua fanno sembrare lontano anni luce la confusione della Piazzetta. Eppure basta girare l’angolo e ci si ritrova di nuovo davanti alla Torre dell’Orologio.

Il simbolo della Piazzetta è senza dubbio questa piccola torre, uno dei più originali casi di “campanile staccato dalla chiesa”. Il battito delle campane ogni quarto d’ora segna il tempo lento dell’Isola.

 

La Grotta Azzurra

E’ l’attrazione più famosa di Capri. Da tutto il mondo accorrono per vederla, anche solo per pochi minuti. Al suo ingresso si formano lunghe code. E’ la Grotta Azzurra: larga 25 metri e lunga 60 con un ingresso alto meno di un metro. Per entrare bisogna stendersi sul fondo di una barchetta a remi che scivola attraverso il piccolo arco. Dentro ci si ritrova a galleggiare nel buio, su un’acqua così azzurra da sembrare trasparente.

Dentro la Grotta Azzurra © geolocation.ws

Conosciuta già al tempo degli antichi romani, si presume che la Grotta Azzurra fosse uno dei ninfei preferiti dall’Imperatore Tiberio. Sul fondo della grotta, infatti, sono state ritrovate alcune sculture risalenti al periodo romano. Per molti secoli la Grotta Azzurra (conosciuta in passato come Grotta di Gradola) non venne più visitata e, anzi, era temuta dai marinai locali perché le leggende popolari la descrivevano come un luogo infestato dagli spiriti e dai demoni. Il destino della Grotta Azzurra cambiò radicalmente quando il 18 Aprile 1826 fu “riscoperta” dallo scrittore tedesco August Kopisch e dal pittore Ernst Fries, suo amico e compagno di viaggio, accompagnati dal pescatore locale Angelo Ferraro e dal notaio Giuseppe Pagano.

Grotta Azzurra

La colorazione azzurra della grotta è data dalla luce del sole che entra attraverso una finestra sottomarina che si apre esattamente sotto il varco d’ingresso, subendo in tal modo una filtrazione da parte dell’acqua, che assorbe il rosso e lascia passare l’azzurro. Un secondo fenomeno determina i riflessi argentei degli oggetti immersi: le bolle d’aria che aderiscono alla superficie esterna degli oggetti, avendo indice di rifrazione diverso da quello dell’acqua, permettono alla luce di uscire. Un’esperienza da provare almeno una volta nella vita.

 

Marina Piccola

La baia di Marina Piccola è il posto giusto dove dirigersi se cercate una spiaggia con vista sui Faraglioni. E’ un luogo molto riparato, dove anche nelle giornate d’inverno più fredde è sempre piacevole stendersi a prendere il sole, tant’è che molti capresi hanno l’abitudine di fare il bagno a Marina Piccola tutto l’anno.

La baia di Marina Piccola © tommy_jackson / Flickr.com

Marina Piccola si affaccia sul versante sud dell’isola. Dalla Piazzetta si può prendere l’autobus che parte dal capolinea oppure scendere a piedi, percorrendo prima Via Roma fino alla località Due Golfi e poi imboccando le scalette di Via Mulo. E’ una piacevole passeggiata di circa un quarto d’ora.

Il mare turchese di Marina Piccola / Shutterstock.com

Vicino alla piazzetta del capolinea autobus di Marina Piccola si trova la scalinata che conduce alla spiaggia di ciottoli e la piccola Chiesa di S. Andrea, costruita nel 1900. Scendendo lungo le scale si arriva allo “Scoglio delle Sirene” che, secondo le teorie di alcuni studiosi, era il luogo in cui si trovavano le terribili sirene narrate da Omero nell’Odissea. Queste rocce dividono la baia di Marina Piccola in due piccole spiagge: Marina di Mulo e Marina di Pennauro, utilizzate dagli antichi romani come piccolo porto.

 

Il triangolo dello shopping

Il triangolo dello shopping di lusso a Capri va dalla Piazzetta fino a Via Camerelle e Via Le Botteghe. Ad Anacapri, lungo via Giuseppe Orlandi troverete molti negozietti di artigianato mentre i negozi di souvenir si concentrano lungo la strada che porta verso Villa San Michele.

Lungo la Via Camerelle © Marco / Flickr.com

Oltre gli store degli stilisti di lusso (concentrati nei metri tra la Piazzetta e Via Camerelle), si trovano: le botteghe artigianali che realizzano i famosi sandali capresi su misura; i laboratori di profumo artigianale, una tradizione antichissima, iniziata nel 1400 dai monaci della Certosa di San Giacomo che facevano macerare nell’alcool i fiori e le erbe di Capri; i negozi in cui acquistare il famoso limoncello doc di Capri.

Arcata in Via Le Botteghe © Roger Smith / Flickr.com

I Giardini d’Augusto e Via Krupp

I giardini di Augusto, inizialmente noti col nome di giardini di Krupp, sono un parco cittadino di Capri. Furono iniziati da Friedrich Alfred Krupp, l’industriale tedesco dell’acciaio che agli inizi del XX secolo acquistò alcune proprietà sull’isola, con l’intenzione – che poi non si realizzò – di costruirvi una villa.

Nei giardini di Augusto / Shutterstock.com

Costituiscono un vero giardino botanico che ospita vari esemplari della flora dell’isola, con piante ornamentali e non. Alle bellezze botaniche, si associa un panorama molto ampio sulle principali bellezze paesaggistiche dell’isola; da essi, infatti, si può ottenere una panoramica a 180 gradi dell’isola di Capri: infatti dagli stessi è possibile vedere il monte Solaro, la baia di Marina Piccola, via Krupp ed i celebri faraglioni.

Nei giardini è inoltre presente un monumento in onore di Lenin, vissuto a Capri nel 1908 in qualità di ospite dello scrittore russo Maksim Gor’kij. Il monumento si compone di diversi blocchi di marmo sovrapposti, che raggiungono un’altezza di 5 metri; sul maggiore di essi è scolpito il volto di Lenin. Il monumento è stato realizzato nel 1968 dallo scultore Giacomo Manzù, cui l’opera fu commissionata dall’ambasciata sovietica a Roma dopo essere stata approvata dal consiglio comunale.

Via Krupp vista dall’alto / Shutterstock.com

Dai giardini parte Via Krupp, una delle più spettacolari strade del mondo: una serie di tornanti strettissimi costruiti su un dislivello di circa 100 metri.

 

Villa Jovis, sul Monte Tiberio

L’imperatore Tiberio fu il primo “turista” che si innamorò perdutamente dell’isola di Capri, tanto da decidere di lasciare la caotica Roma e ritirarsi qui.

Veduta aerea della Villa Jovis © thehistoryblog.com

Durante il I sec d.C. fece costruire sull’isola 12 ville. Tra queste Villa Jovis è la più grande: estesa su un’area di circa 7.000 metri quadri domina l’intero promontorio di Monte Tiberio e la conca che scende verso Cesina. La vista che si può godere dal lato nord abbraccia buona parte del Golfo di Napoli, spaziando dall’Isola di Ischia fino a Punta Campanella, mentre il lato sud affaccia sul centro di Capri.

Le sue caratteristiche architettoniche ricordano quelle delle classiche ville del periodo romano, ma anche quelle di una piccola fortezza. Al centro si trovavano le cisterne per la raccolta delle acque piovane, risorsa fondamentale su un’isola priva di fonti naturali, usate sia come acqua potabile che come riserva destinata alle terme che si articolavano nei classici ambienti del apodyterium, frigidarium, tepidarum e calidarium.

I resti archeologici della Villa Jovis sullo sfondo del mare © Jules / Flickr.com

L’alloggio dell’imperatore e dei sui fedeli si trovava a nord, ad ovest c’erano gli alloggi dei servi mentre ad est la sala del trono.

 

Villa San Michele

“Una casa aperta al sole, al vento e alle voci del mare – come un tempo greco – e luci, luci ovunque”: è così che Axel Munthe descriveva Villa San Michele, la casa che costruì sull’Isola di Capri.

La sfinge della Villa San Michele © Aaron Benson / Flickr.com

Il medico svedese scelse il punto più panoramico di Capri per costruire la sua villa: il versante nord-orientale di Anacapri, a 327 metri di altezza sul livello del mare, dove un tempo sorgeva una villa imperiale romana e una cappella medievale dedicata a San Michele.

La villa con il porto di Capri sullo sfondo © Berthold Werner / Wikimedia Commons

Munthe si dedicò per gran parte della sua vita alla costruzione della villa e del giardino. Tra i principali oggetti che è possibile ammirare a Villa San Michele si trovano la testa di Medusa che adornava il tempio di Venere a Roma, oggetti di arte sacra medievale, mobili settecenteschi provenienti dalla Toscana, affreschi e sculture romane come il busto in marmo dell’Imperatore Tiberio, il tavolo con lastra marmorea in stile cosmatesco, il lampadario siciliano in ferro battuto e la sfinge egizia. Quest’ultima è diventata quasi un simbolo della dimora di Axel Munthe e si trova su uno dei punti più panoramici di tutta Villa San Michele.

La strada nei giardini della Villa San Michele © John Clarke / Flickr.com

Nel giardino si può ammirare una serie di piante caratteristiche della flora mediterranea – come le camelie, le ortensie, splendidi cespugli di rose, i pini e i cipressi – circondate da un tipico colonnato bianco con pergolato, uno dei tratti caratteristici delle ville locali. Inoltre, nel giardino si gode di una straordinaria vista del Golfo di Napoli. Villa San Michele oggi è un museo aperto al pubblico e d’estate ospita la rassegna musicale dei Concerti al Tramonto.

 

Monte Solaro

Con i suoi 589 metri sul livello del mare il Monte Solaro è il punto più alto e panoramico dell’Isola di Capri. Dalle sue terrazze lo sguardo va dai Faraglioni al centro urbano di Capri, fino a raggiungere la Penisola Sorrentina, le isole dei Galli e tutto il Golfo di Napoli.

Vista panoramica del Monte Solaro / Shutterstock.com

Per raggiungere la vetta del Monte Solaro ci sono due alternative:

In seggiovia: la seggiovia parte da Piazza Vittoria e raggiunge la vetta in 12 minuti. Non passa sopra grandi altezze quindi può essere presa tranquillamente anche da chi soffre di vertigini. Non è adatta invece ai bambini.

Vista della baia dal Monte Solaro / Shutterstock.com

A piedi: il sentiero parte da Piazza della Pace ad Anacapri (alle spalle del cimitero) ed è ovviamente tutto in salita, ma ben segnato e piuttosto agevole. Il tempo di percorrenza è di circa un’ora.

Vista panoramica dal Monte Solaro © capri.com

Comunque decidiate di salire, il panorama ad attendervi sarà assolutamente spettacolare!

 

Anacapri

Se la Piazzetta di Capri è il cuore mondano dell’isola, punto di riferimento per lo struscio pomeridiano e l’aperitivo serale ai tavolini dei bar, è il centro storico di Anacapri ad essere il luogo dove è ancora possibile passeggiare con calma tra silenziose piazze e stradine colorate dai gerani e dalle bouganville.

Vista panoramica dell’isola dal Monte Solaro ad Anacapri / Shutterstock.com

Scendendo per Via Giuseppe Orlandi, la strada pedonale con le piccole botteghe di artigiani che attraversa il centro storico di Anacapri, si incontra il singolare profilo della Casa Rossa, dimora storica dipinta in rosso pompeiano e caratterizzata da diversi stili architettonici. Fino al 1899 la Casa Rossa fu l’abitazione del colonnello americano John Clay MacKowen, giunto in Italia subito dopo la guerra civile americana. Il colonnello impreziosì la sua villa con i reperti archeologici che recuperava durante le sue passeggiate tra i sentieri di Capri, trasformando la sua casa caprese in un vero e proprio centro culturale.

Sul terrazzo di una villa privata di Anacapri / Shutterstock.com

Nelle sale della Casa Rossa è possibile ammirare la mostra permanente “L’Isola dipinta: viaggio pittorico a Capri ed Anacapri tra Ottocento e Novecento”, un’esposizione di tele firmate da importanti artisti come Barret, Carelli, De Montalant, Carabain, Lovatti, Hay, Casciaro, Vianelli.

Pochi passi dopo la Casa Rossa una traversa permette di raggiungere la Chiesa di San Michele Arcangelo: questa chiesa barocca, costruita tra il XVII e il XVIII secolo, è una delle principali attrazioni turistiche dell’isola grazie al pavimento in maiolica raffigurante la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.

La Chiesa di San Michele Arcangelo. Pavimento in maiolica © Andrea Di Benedetto / Flickr.com

Ritornando su Via Giuseppe Orlandi si prosegue per la Chiesa di Santa Sofia, la principale costruzione religiosa di Anacapri. Costruita nel XVI secolo, la chiesa si caratterizza per la volta a botte, della navata centrale e la facciata dalle linee barocche che in parte nasconde l’antico campanile completato nel XVIII secolo.

Anacapri

Scendendo le scale sul lato della Chiesa di Santa Sofia si arriva a Piazza Boffe una delle contrade più antiche di Anacapri. In questa zona è ancora possibile ammirare le antiche case costruite dai mastri muratori che incantarono grandi architetti come Edwin Cerio e Roberto Pane.

 

La cucina

Il piatto più famoso di Capri sono i ravioli capresi. Sono fatti con un impasto di acqua e farina, in pari quantità, così da risultare leggerissimi. Il ripieno è composto da parmigiano, caciotta secca e maggiorana. E per condimento sugo di pomodoro fresco e basilico. E’ un primo piatto dal sapore fresco e saporito, ideale anche per i vegetariani. A Capri viene preparato praticamente in tutti i ristoranti.

Ravioli alla caprese © charmenapoli.it

Una variazione: anziché cuocerli come pasta i ravioli si possono anche friggere, ottimi come antipasto o stuzzichino, magari per accompagnare un aperitivo.
Oltre ai ravioli, uno dei primi piatti dell’isola sono gli scialatielli. Si tratta di un tipo di pasta fresca simile alle tagliatelle ma più spessa. Si ottengono con un impasto di farina, acqua, formaggio grattugiato, basilico fresco tritato e sale. Li troverete spesso proposti con i frutti di mare o abbinati alle verdure. Altro primo piatto da provare sono gli spaghetti alla Nerano, a base di zucchine e formaggio.

Un piatto di diversi frutti di mare / Shutterstock.com

Dopo un piatto di pasta ci sta bene una bella pezzogna, un tipo di pesce molto diffuso nei mari di Capri che spesso viene cucinato all'”acqua pazza”, vale a dire con un sughetto di pomodorini, prezzemolo, aglio e olio. Altri pesci diffusi nei i mari di Capri ci sono saraghi, dentici, polipi e totani (una specie di calamari).
Altre ghiottonerie “marine” tipiche di Capri sono i gamberetti pescati nei fondali costieri tra Capri e Massa Lubrense. Si mangiano leggermente saltati in padella, o anche crudi, senza altri condimenti, se non un filo d’olio. Spesso vengono anche usati come condimento per la pasta o il risotto.
Un altro piatto che si trova facilmente a Capri e che a noi piace molto è l’impepata di cozze. In genere si ordina come antipasto e si mette a centro tavola per condividerla con gli altri commensali.

Impepata di cozze © delonghi.com

E da bere una bella bottiglia di vino bianco fresco: se vi trovate nella zona della Migliera ad Anacapri, chiedete il vino bianco locale, che è ottimo. Altrimenti una bella Falanghina del Sannio o un vino bianco del Vesuvio come il Lacrima Christi.
Per concludere il pasto poi non c’è niente di meglio che una bella fetta di torta caprese, un dolce isolano a base di cioccolato e mandorle. Va rigorosamente accompagnato con un bicchiere di limoncello gelato.

Torta caprese © Kathy / Flickr.com

Leggenda vuole che questo liquore a base di limoni, servito dopo pasto, sia stato ideato proprio a Capri. A contendersi il primato ci sono anche Sorrento e Amalfi, ma quel che è certo è che il marchio “limoncello” è stato registrato da un caprese, nipote di Maria Antonia Farnace, tenutaria di una piccola pensione al centro di Anacapri che usava offrire ai suoi clienti questo liquore prodotto con i limoni del suo giardino.

Qui un approfondimento:
il Limoncello di Sorrento

Come arrivare

A Capri si arriva via mare. Gli aliscafi e i traghetti partono regolarmente da Napoli e Sorrento, ma d’estate ci sono corse aggiuntive da Positano, Amalfi, Salerno ed Ischia.

A Napoli i collegamenti per Capri partono da due porti: il Molo Beverello e Calata Porta di Massa.

Il Molo Beverello si trova di fronte al Maschio Angioino, Calata di Massa si trova circa un chilometro a est (proseguendo verso sinistra avendo il mare di fronte). C’è una navetta gratuita che collega i due porti.

Dal porto di Sorrento, a Marina Piccola, partono sia aliscafi che traghetti per Capri. D’estate le corse sono particolarmente frequenti (una ogni mezz’ora circa) e il tragitto dura venticinque minuti.

Il porto di Sorrento si raggiunge seguendo le scale che scendono da Piazza Tasso. Il percorso è breve ma al ritorno può essere faticoso perchè tutto in salita: prendi una delle navette che collegano il porto con Piazza Tasso o l’ascensore per la Villa Comunale.

Per la maggior parte dell’anno non è permesso lo sbarco sull’isola con l’auto, che è peraltro di scarsissima utilità.

Contatti

Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo dell’Isola di Capri
Capri: Piazza Umberto I – Tel. +39 081 8370686
Marina Grande: Banchina del Porto – Tel. +39 081 8370634
Anacapri: Via G. Orlandi, 59 – Tel. +39 081 8371524
Capri Tourism
Capri.net

 

Luogo
Campania
Parole chiave
Capri, weekend

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