I Campi Flegrei

I Campi Flegrei sono un territorio unico al mondo: un sistema vulcanico in piena attività soggetto a fenomeni bradisismici (lenti abbassamenti e innalzamenti del suolo) e di erosione marina.

 

In pochi chilometri di costa convivono mito e storia millenaria, bellezza e particolarità morfologiche: troviamo promontori ed insenature incantevoli, fondali da esplorare ricchi di tracce del passato, itinerari gastronomici per gustare pesce freschissimo con vini di tradizione antica. E poi il mare, le spiagge, e musica dal vivo nei caratteristici locali.

 

Pozzuoli

È il maggiore centro dei Campi Flegrei, che conserva importanti tracce di epoca romana. Per la sua importanza commerciale ed il suo elevato numero di abitanti, Pozzuoli fu, a quanto pare, l’unica città dell’Italia antica, se si eccettui Roma, ad avere due anfiteatri.

 

Il Rione Terra

Foto: Flickr.com

Si tratta dell’acropoli puteolana ed è chiaramente riconoscibile da vari punti dei Campi Flegrei per la particolare posizione geografica a ridosso del mare. Il decumano massimo, che iniziava presso la porta della colonia repubblicana, corrispondente al tracciato dell’odierna via del Duomo sotto cui, a circa 3 mt, è stata rinvenuta parte del basolato antico. Questo tratto del decumano, oggi percorribile, era fiancheggiato da una serie di tabernae (magazzini); presso l’incrocio col cardo massimo, individuato nel tracciato di via del Vescovado, si trova una fontana marmorea ornata da due maschere di sileno.

 

L’Anfiteatro Flavio

L’Anfiteatro Flavio risale all’epoca i Nerone. Terzo per grandezza in Italia, poteva contenere fino a 30.000 spettatori. L’anfiteatro flavio porta immediatamente alla mente il Colosseo, al quale è accomunato per la sua edificazione ad opera degli stessi architetti e per i materiali utilizzati. La semplicità e la funzionalità della struttura, unita agli elementi decorativi ed ai reperti (in taluni casi ben conservati anche grazie alle piogge di ceneri delle eruzioni vulcaniche) testimoniano l’abilità nella realizzazione di scenografie sensazionali per l’epoca.

 

Il tempio di Serapide (Macellum)

Il tempio di Serapide / Foto: Shutterstock.com

Il tempio di Serapide è stato un importante centro termale dell’antichità, tanto che la denominazione di tempio in senso proprio può considerarsi impropria; durante alcuni scavi (1750 ) fu rinvenuta una statua del dio egiziano Serapis e, pertanto, fu ritenuto un Tempio. La struttura si sviluppa entro un’area rettangolare (75 metri di lunghezza per 58 metri di larghezza). Di particolare valore artistico sono i materiali utilizzati per l’interno del tempio (di eccezionale bellezza i marmi ed i mosaici). L’abside è a semicupola; la statua di Serapis (divinità protettrici del commercio) è collocata al di sotto di esso.

 

Il Duomo e il tempio di Augusto

Il Duomo di Pozzuoli sorge su una struttura molta più antica, un tempio romano, quello che oggi viene chiamata il “Tempio di Augusto”, che misurava 15 metri per 23 metri con 6 colonne sulla facciata e 9 sui lati lunghi.

 

La Solfatara

Il vulcano Solfatara, dal cratere ellittico (m.770, m.580), risale a circa 4000 anni fa ed è l’unico dei Campi Flegrei ancora attivo con impressionanti manifestazioni fumaroliche. L’ultima eruzione, peraltro storicamente non accertata, risalirebbe al 1198. La Solfatara ha un’estensione di circa 33 ettari ed è un’oasi naturalistica che presenta oltre che i noti fenomeni vulcanici, quali fumarole saune fangaie, anche zone boschive e di zone di macchia mediterranea nonchè singolarità naturali, geologiche, botaniche e faunistiche.

La visita della Solfatara ha radici antiche e infatti costituiva una tappa obbligata del “Grand Tour”, viaggio istruttivo e di svago che gli aristocratici europei compivano in Italia nel 700. Vennero Goethe e Standahl.

La Bocca Grande è la principale fumarola della Solfatara con il vapore, dal caratteristico odore di zolfo simile ad uova marce, che raggiunge temperature di circa 160°. Le Stufe Antiche, realizzate nell’Ottocento ed in seguito rivestite di mattoni, sono due grotte naturali che utilizzando i vapori delle fumarole erano sfruttate ai fini termali: chiamate una del Purgatorio e l’altra dell’Inferno a causa della variazione di temperatura tra le due, oggi non sono più utilizzate.

 

Il Parco archeologico di Cuma

Sul limite settentrionale dei Campi Flegrei si trova il sito dell’antica Cuma. Fondata nell’VIII secolo a.C. da un gruppo di coloni calcidesi, è il più antico centro archeologico d’Italia. L’Acropoli conserva ancora le mura del V secolo e comprende i resti del Tempio di Giove, il famoso Antro della Sibilla (descritto da Virgilio nell’Eneide), la Cripta Romana, i resti di un grandioso Edificio Termale di epoca imperiale e dell’Anfiteatro. Numerosi i sepolcri di età greca e romana. Nelle immediate vicinanze si staglia l’Arco Felice, viadotto costruito da Domiziano. per il passaggio della via che collegava Pozzuoli a Roma.

 

L’Antro della Sibilia

Antro della Sibilla / Foto: travelmarx.com

La lunga galleria rettilinea fu scoperta e scavata a partire dal maggio 1932. Il suo scopritore, Maiuri, riconobbe in essa il luogo dove la Sibilla, ossia la profetessa del dio Apollo, Antro Sibilla riceveva i suoi fedeli e prediceva loro il futuro.

 

Il Tempio di Apollo

© Flickr.com

Un santuario doveva esistere in questo luogo già dal VI secolo a.C, ma la sua consacrazione ad Apollo risulta solo da iscrizioni di epoca romana. La parte centrale del tempio era occupata dalla cella, tripartita da due file di pilastri quadrangolari, terminanti a sud con due ambienti di minori dimensioni. Il santuario intorno al V secolo d.C. fu trasformato in basilica cristiana.

 

Il Tempio di Giove

Il maggiore santuario dell’Acropoli è stato a lungo attribuito a Giove. Il santuario fu probabilmente eretto verso la fine del VI secolo a.C. I resti oggi visibili sono relativi all’età romana e a quella bizantina, quando il tempio fu trasformato in basilica dedicata a San Massimo Martire.

 

Terme del Foro

Foto: panoramio.com

Le terme del foro furono edificate in pieno centro cittadino, a nord-ovest dell’ area forense. L’edificio doveva essere riccamente decorato, come dimostrano numerosi resti di rivestimenti: lastre di marmo, cornici di porfido, mosaici con tessere bianche e nere, intonaci dipinti.

 

Il lago D’Averno

Circondato da colline boscose, il paesaggio austero e le acque immobili del lago indussero gli antichi a considerarlo l’entrata agli Inferi (Eneide, Odissea). Lo stesso nome Avemus si faceva derivare dal greco aomon, cioè “senza uccelli”, i quali fuggivano impauriti dalla bocca degli Inferi. Nel I secolo d.C. l’imperatore Augusta decise di realizzare in questa zona una base navale, il Portus Julius, collegando i due laghi con il mare per mezzo di canali. Ma il nuovo porto in breve s’insabbiò; e mentre la flotta si trasferiva a Miseno, le sponde dei laghi si popolarono di ville e terme.

 

L’Oasi naturale di Monte Nuovo

Il Monte Nuovo, formatosi nel 1538 dopo un’eruzione da cui ebbe origine la collina craterica che si erge tra Lucrino e Arco Felice, è il vulcano più recente dei Campi Flegrei.

l’Oasi molto panoramica, è visitabile a piedi. Salendo verso la cima, lo sguardo spazia da Posillipo al golfo di Pozzuoli; percorrendo invece il bordo del cratere si scorgono i laghi d’Averno e di Lucrino e, in lontananza, le isole di Procida e Ischia.

 

La cucina

La cucina flegrea rappresenta uno degli aspetti particolari della zona in un insieme di sapori provenienti sia dal mare che dalle coltivazioni rurali. La presenza di alcuni laghi dalla pescosità eccezionale, o dove si impiantavano coltivazioni di mitili e pesci, ci dà un’idea di quanto i romani utilizzassero queste fonti per i loro fastosi pranzi .

A ciò deve essere abbinato l’utilizzo dei terreni agricoli per un connubio culinario dalle caratteristiche particolari. In molte ville flegree i patrizi avevano l’abitudine di organizzare pranzi che potessero armonizzarsi alle bellezze del luogo ed erano accompagnati da un buon vino locale.

Il mare

© Flickr.com

La tradizione culinaria flegrea è caratterizzata dalla presenza del mare con le sue risorse che donano un tocco particolare. I frutti di mare erano presenti già in epoca romana quando venivano coltivati nel lago lucrino o in altri posti dove rappresentavano, insieme ad altre risorse, una fonte di guadagno oltre a grande ricchezza per la cucina.

I vini

© lucianopignataro.it

I Campi Flegrei sono una zona molto rinomata per i vigneti autoctoni e si prestano molto alla produzione del “nettare degli dei”. Già all’epoca dei greci, e successivamente dei romani, era stato possibile evidenziare tale caratteristica del territorio e ancor oggi, nonostante una intensa urbanizzazione, è possibile avere vini bianchi e rossi davvero superbi. Il vino bianco famoso di questa zona è la falanghina, dall’aroma tipicamente fruttato facilmente abbinabile con il pesce; quello rosso è il “piedirosso” o “per è palummo”, una qualità di vino rosso molto conosciuto fin dall’antichità. Infatti ne parlava già Plinio in alcuni suoi scritti e rappresenta una possibile produzione di vini “novelli” la cui immissione sul mercato non è ammessa prima del 6 novembre dell’anno della vendemmia. L’invecchiamento di questa qualità porta a profumazioni molto particolari e può essere abbinato a carni e formaggi.

 

Come arrivare

In aereo
Pozzuoli dista solo 15 Km dall’aeroporto Internazionale Capodichino di Napoli.

In treno
Napoli è collegato alle maggiori città italiane attraverso treni veloci (v. sito www.trenitalia.it). Il collegamento da Napoli e Pozzuoli prevede partenze ogni 30 minuti o meno.

In auto
Per raggiungere il centro di Pozzuoli: dalle autostrade imboccare la Tangenziale di Napoli verso Pozzuoli. Uscita n. 12 – Via Campana.

 

Luogo
Campania
Parole chiave
archeologia, storia, vulcano, weekend

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