Si chiama «Arcipelago di Ocno», che nella mitologia greca e romana era il figlio del dio Tiberino e dell’indovina Manto e secondo Virgilio fu il fondatore e primo re di Mantova.
Per due mesi, settembre e ottobre, duemila cubi leggeri ed ecosostenibili saranno un nuovo palcoscenico della città dei Gonzaga, espressione del mondo contemporaneo che si fonde con la natura. Le 7 piattaforme circolari collegate tra loro e rivestite in legno per permettere il camminamento – la più piccola di 4 metri di diametro, la più grande di 20 per 800 metri quadrati totali – saranno raggiungibili solo via acqua con una piccola imbarcazione e la loro stabilità è garantita da pesi di ancoraggio al fondo lacustre.
L’idea è di Joseph Grima, architetto di Avignone, di nazionalità inglese naturalizzato italiano, con un curriculum internazionale, come direttore Artistico della Chicago Architecture Biennale (2015), City Ideas di New York e del programma di Matera 2019 come capitale della Cultura Europea. Sull’arcipelago tra i fiori di loto Grima ha immaginato, in stretta collaborazione e ispirazione condivisa con il Comune di Mantova, performance artistiche da vivere galleggiando o dalle sponde, coreografie di luci, squisite passeggiate panoramiche.
Dall’alba al tramonto si potrà camminare sulle isole nella totale sicurezza per tutti anche grazie a ringhiere attorno ai bordi e con eventi serali ai quali il buio aggiungerà suggestione. Il dietro le quinte del progetto vede un cantiere di 12 giorni diretto dal giovane architetto genovese Giulia Finazzi, quindici tecnici al lavoro, tra operai specializzati, falegnami, architetti e nove detenuti del carcere di Mantova, coinvolti in un vero e proprio laboratorio partecipato.
Il montaggio è semplice: cubi sono leggeri e modulari (ognuno, di 50 centimetri per lato, pesa circa 12 chili) e a coppie sono capaci di reggere fino a 350 chili di peso. L’assessore del Comune di Mantova alla Rigenerazione Urbana, Lorenza Baroncelli, ha le idee chiare circa gli obiettivi dell’operazione galleggiante, vera e propria immersione tra arte e natura.
«L’arcipelago di Ocno non è solo una novità assoluta per la città, è la precisa volontà di fare un’operazione di marketing a livello internazionale all’apice dell’attenzione rivolta a Mantova grazie al Festivaletteratura. È una città che vuole e sa ospitare il contemporaneo, anche dando un diverso punto di osservazione delle sue sponde: non osserveremo più solo lo skyline, la vivremo dal centro del lago, che diventa protagonista con il pubblico di questa esperienza».
Adesso le piattaforme si sono già installate e ora ci possono andare tutti e resteranno lì fino a fine ottobre. Per approfondimento visita il sito www.mantova2016.it
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Testo: | dott. ssa Ekaterina Myalkina |