Barletta
La bellissima città di Barletta ogni anno, nella prima metà del mese di settembre, torna ad animarsi di personaggi di un’epoca tanto lontana.
Dame e cavalieri in costume cinquecenteschi, araldi a cavallo e sbandieratori, soldati armati di tutto punto si aggirano tra la Cantina della Sfida, la Cattedrale ed il Castello sfilando in corteo tra grandi stendardi spagnoli e scudi policromi. Si tratta dell’annuale appuntamento della rievocazione de “La Disfida di Barletta” (13 Febbraio 1503).
Cavalli bardati, cavalieri con pesanti armature e splendidi cimeli danno vita allo scontro che, nel fossato del bellissimo castello appositamente trasformato in campo di combattimento, si snoda tra assalti con “lance in resta” e “corpo a corpo”, mentre rullanti tamburi e squillanti trombe sottolineano i momenti di tensione e passione cavalleresca, intensamente vissuta dal pubblico.
Barletta ha dato anche i natali all’illustre pittore Giuseppe De Nittis (1846-1884). Il suo stile, unico e particolare, fu lontano dai dettami accademici. Tra i suoi quadri più famosi abbiamo: Passa il treno, Ofantino, L’attraversata degli Appennini, Il salotto della principessa Matilde, Alle corse di Auteil, Alle corse di Longchamps e Westminster. Nel periodo parigino, De Nittis dipinse vari ritratti femminili: sua musa ispiratrice fu Léontine “ella mi è stata amica, modella e moglie” che ritrasse nei suoi quadri più belli tra cui Giornata d’inverno, Passeggiata invernale, Figura di donna e La signora De Nittis e figlio.
Interessante è visitare la casa natale del pittore in Corso Vittorio Emanuele per ammirare i particolari dei suoi ritratti femminili esposti sulla facciata. Nelle vicinanze si può ammirare il bronzo di “Eraclio” gigantesca statua risalente al V secolo.
Detto anche “Arè”nel dialetto locale, è una statua di bronzo alta circa 5 metri situata al fianco sinistro della Basilica di San Sepolcro. Risalente al V secolo, la statua è stata erroneamente attribuita all’imperatore Eraclio per via della croce che innalza nella mano destra; ma recenti studi la attribuiscono all’imperatore bizantino Teodosio; infatti un indizio importante è la presenza del diadema tipico bizantino e dall’orecchino tra i capelli dietro l’orecchio destro. Era infatti uso presso i bizantini appendere un orecchino tra i capelli mentre i poveri lo indossavano all’orecchio.
Il colosso è attualmente l’unica statua in bronzo esposta all’aperto. La leggenda narra che un giorno Eraclio scese dal suo basamento per soccorrere la sua popolazione in preda alla paura per l’imminente attacco dei saraceni. Si recò sulla spiaggia e si finse piangente. I saraceni anche se spaventati dalla sua mole, incuriositi si avvicinarono chiedendogli del perché stesse piangendo. Eraclio rispose che era stato cacciato dai suoi compaesani perché troppo piccolo. A sentire ciò i saraceni terrorizzati scapparono via.
La cattedrale di Trani
La cattedrale di Trani definita “Regina delle cattedrali di Puglia” si trova a pochi metri dal castello Federiciano ed è un monumento messaggero di una cultura di pace dell’Unesco.
È uno splendido esempio di “Romanico Pugliese” e si erge vicino al mare tanto da sembrare sospesa nell’acqua, riferimento per i naviganti già dai tempi antichi.
La Cattedrale fu fatta edigere dall’arcivescovo di Bisanzio in onore di S. Nicola Pellegrino e venne realizzata in varie fasi tra il 1159 e il 1186.
Tre finestre e un piccolo rosone sulla navata centrale decorano la facciata mentre l’interno è diviso in 3 facciate e proseguendo si accede alla cripta di Santa Maria, una scala conduce alla terza cripta dedicata a San Nicola Pellegrino dove sono conservate le spoglie del Santo. Al livello inferiore della Cattedrale si trova anche l’ipogeo di San Leucio scavato sotto il livello del mare.
Cesare Brandi, critico d’arte, dedicò alla Cattedrale Romanica un vero e proprio inno in prosa: “Trani eleva un Duomo che è alto come un’acropoli e una torre che ne misura la distanza dal cielo”.
Castel del Monte
Alle pendici delle Murge ci accoglie il maestoso quanto misterioso Castel del Monte fatto costruire nel XIII secolo dall’Imperatore Federico II di Svevia (Stupor Mundi) il cui busto, unico al mondo, è conservato nel Castello di Barletta.
È inserito dal 1996 nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Gli storici e studiosi a causa della sua singolare forma ottagonale (8 lati con 8 torri ognuna di 8 lati) non danno certezza del suo impiego: forse un maniero, una residenza di caccia o un tempio dove dedicarsi allo studio delle scienze.
La dimora federiciana ospita anche, nel periodo estivo, il prestigioso Festival internazionale “Castel dei Mondi” dedicato al teatro e la musica. Per più di una settimana si svolgono spettacoli sperimentali, regionali, nazionali ed internazionali di ogni tipo e in contemporanea tra loro.
Zona Umida e Alta Murgia
Nel territorio compreso tra il golfo di Manfredonia e Zapponeta Trinitapoli e Margherita di Savoia, si estende la cosiddetta “zona umida”, che con la convenzione di Ramsar del 2.2.1971 è stata classificata come una delle più importanti oasi naturalistiche di tutto il modo.
Questo territorio, che comprende le saline più vaste d’Europa, per le sue caratteristiche climatiche e geografiche rappresenta l’habitat ideale per la nidificazione di un incredibile varietà di volatili come Aironi, Avocette, chiurli, cavaliere d’Italia e tante altre tra i quali spicca il fenicottero rosa. Inoltre è possibile praticare il birdwatching grazie all’esistenza di varie torrette di osservazione situate lungo tutta la zona umida ed effettuare anche escursioni programmate a piedi.
Questi territori rientravano nella riserva di caccia dell’imperatore Federico II di Svevia del quale ci è pervenuta la sua passione per la fauna locale grazie alla sua opera “De arte venandi cum avibus”.
Lo stesso imperatore durante le sue battute di caccia al falcone probabilmente soggiornava nella residenza di Castel del Monte che sorge in quello che oggi è diventato il parco nazionale dell’alta Murgia esteso per 70.000 ettari e contiguo alla zona umida.
Recentemente grazie ad un percorso cicloturistico denominato “anello di Federico” è possibile attraversare le zone di caccia dell’imperatore situate nell’alta Murgia. L’itinerario parte da Castel del Monte e si snoda in un percorso di 25 km attraverso strade sterrate ed asfaltate lungo le quali è possibile arrivare anche a due costruzioni medioevali completamente ristrutturate denominate jazzi che fungevano da riparo del bestiame durante la transumanza ulteriore dimostrazione che uomo e natura hanno sempre cooperato nel parco.
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Giorgia Maria Francesca Ferrara, Michele Russo, Filomena Seccia, Salvatore Stella, Mariantonia Terrone, Docente: Dott. Giuseppe Dimiccoli