Dall’alto si vedono il mar Tirreno e le Isole Pontine, il Lago di Fondi, Monti Ausoni, coperti di faggi e sugheri. La città è veramente piccola, poco più di 6000 abitanti, e ciò le conferisce un fascino incantevole della provincia italiana.
Una volta, prima dell’unificazione d’Italia, è stata la prima città del Regno di Napoli, dove si trovavano i viaggiatori che proseguivano sulla via Appia per Roma. A quell’epoca la città si chiamava Monticelli. La sua prima menzione scritta risale all’undicesimo secolo. Però si sa che ancor prima in questo luogo c’era un insediamento intorno a una fortificazione costruita su antiche rovine romane.
Data la sua posizione al confine tra lo Stato Pontificio e il Regno napoletano, la vita a Monticelli era molto frenetica. Durante le guerre gli invasori saccheggiavano la città, e in periodi di pace, pellegrini e abitanti spesso erano assaliti dai briganti. La minaccia è scomparsa solo dopo il 1870, quando lo Stato Pontificio divenne parte del Regno d’Italia.
Dopo l’unificazione d’Italia, la città di Monticelli è stata rinominata, poiché nel Paese unito c’erano altre città con lo stesso nome. Nel 1862 il consiglio comunale ha deciso di rinominare la città di Monte San Vito, ma anche questo nome era già occupato, così si è deciso di fermarsi a San Biagio – il santo patrono della città.
Il centro storico ha conservato l’atmosfera del Medioevo: antiche mura, torri, gallerie, chiese, cancelli. L’attrazione principale del centro è la chiesa di S. Giovanni Battista. Nella chiesa si può vedere il busto del san patrono della città, San Biagio. Ci sono anche le reliquie di un altro patrono della città, S. Innocenzo. La coppa del battistero è degna di nota: è un vaso originale dell’epoca della Roma antica. Alla decorazione della chiesa ha partecipato il pittore Cristoforo Scacco di Verona: nel 1500 realizzò il polittico “Il matrimonio di Santa Caterina”. Interessanti sono l’organo elegante e l’orologio quadrato sulla campana della chiesa, creati nello stesso anno, 1700.
Dentro il campanile c’è un palo antico immurato con una scritta che glorifica l’imperatore romano Caracalla. A pochi passi dalla chiesa è un altro notevole monumento, il portico dello Scacco, un edificio nello stile gotico, costruito nel 1400, l’abitazione del pittore che è stato menzionato in precedenza.
Il castello della città fu costruito sulle rovine di un antico tempio, o forse un forte romano. Il suo primo riferimento scritto è datato dell’XI secolo, ma si ritiene che sia stato costruito molto prima, dai longobardi nel VII secolo. In seguito fu ricostruito più volte, anche dai Carolinghi e dalla famiglia Caetani, che è stata a lungo la famiglia dei Signori della città. Sotto attacco dei nemici, il castello e la città, circondati da un muro, diventavano un rifugio per chi abitava nell’ambiente circostante. Nel castello c’erano quattro torri con scappatoie, da cui lanciavano pietre e versavano olio bollente ai nemici. Dentro le torri c’erano anche prigioni-pozzi cieche: i prigionieri venivano calati dall’alto. Ora è rimasta solo una delle quattro torri.
Dai tempi della città di frontiera, nelle sue vicinanze sono rimasti parecchi monumenti. Il Passo di Portella è composto di due potenti torri antiche e un arco tra di loro. In antichità la Via Appia passava proprio sotto questo arco. La struttura monumentale, fino all’unificazione definitiva dell’Italia nel 1870, svolgeva il ruolo della dogana.
A Monte San Biagio c’è un mausoleo che porta il nome dell’imperatore Servio Galba, nato alla vicina Terracina e diventato il successore di Nerone di Roma dopo il suo suicidio. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che in realtà il mausoleo non è la tomba dell’imperatore, ma del politico, scrittore e ingegnere romano Sesto Giulio Frontino: la sua ricca villa si trovava nelle vicinanze.
Nei pressi di Monte San Biagio da non perdere sono il Lago di Fondi e la Sughereta di San Vito, la seconda più grande d’Italia.
Il Mar Tirreno è molto vicino alla città. I residenti locali vanno a fare i bagni a Terracina, Sperlonga, Formia e Gaeta.
Come prodotti tipici provate la salsiccia di Monte San Biagio a cui è dedicata anche una sagra, i gamberi d’acqua dolce del lago di Fondi, la zuppa di fagioli alla santamaria, la zuppa di rane, gli asparagi selvatici. C’è una razza di pecore che porta il vecchio nome della città – Bianca Monticellana.
Testo: | Daria Marinicheva e Andrey Pashkov |