I borghi rinati grazie agli artisti

In Italia ci sono tanti borghi che erano stati quasi abbandonati, ma che sono rinati grazie agli artisti. Piccoli e sorprendenti paesini dello “stivale” che, una volta dipinti e decorati, hanno acquisito fama e trovato un nuovo splendore, attraendo turisti da tutto il mondo.

 

Calcata (Lazio)

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Il paesino si trova inerpicato sulla sommità di una montagna di tufo e così i suoi abitanti lasciarono progressivamente le loro case per spostarsi in luoghi dove vivere in maniera più confortevole. Ciò diede l’opportunità ad artigiani, architetti, musicisti e scultori di trasferirsi qui da diversi paesi del mondo alla ricerca del silenzio e di una vita a stretto contatto con la natura. In una foresta vicina è stato anche fondato un museo di arte contemporanea all’aperto.

 

Bussana Vecchia (Liguria)

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Questo borgo medievale nei pressi di Sanremo fu abbandonato dagli abitanti nel 1887 a causa di un forte terremoto. Dalle sue case in rovina furono gradualmente recuperate le pietre per costruire nuove abitazioni. Oggi ospita una comunità internazionale di artisti, dotata dello status ufficiale di “villaggio di artisti” e di un proprio statuto.

 

Bienno (Lombardia)

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Chiese con affreschi, case in pietra, un antico mulino e una fucina, botteghe artigiane ad ogni angolo e la sensazione di essere catapultati indietro nel tempo: tutte queste caratteristiche fanno di Bienno un luogo ideale per immergersi nella storia. Splendidi panorami sulla Val Camonica si intrecciano con tradizioni artistiche e nuove forme d’arte.

 

Cervara di Roma (Lazio)

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Questo borgo vicino alla capitale italiana attirava artisti da tutta Europa già nel XIX secolo. Sono stati travolti da un’ondata tale d’ispirazione che non hanno avuto alcuna fretta di lasciare questi luoghi e così hanno continuato a creare, beneficiando della bellezza locale. Negli anni ’80, Vincenzo Bianchi, professore all’Accademia di Belle Arti di Firenze, con l’aiuto dei suoi allievi, scolpì forme scultoree nella roccia calcarea come simbolo di fratellanza e solidarietà.

 

Arcumeggia (Lombardia)

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Il paese in provincia di Varese era stato praticamente abbandonato dopo la seconda guerra mondiale, ma nel 1956 il comitato turistico ha deciso di … ridipingerlo. Artisti famosi come Sassu, Usellini, Brindisi, Migneco, Carpi e altri ancora, sono venuti qui per disegnare murales che possiamo oggi ammirare sulle facciate delle cascine. Inoltre, potevano disporre della Casa degli artisti, in cui soggiornare durante il loro anno sabbatico.

 

Diamante (Calabria)

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Diamante era un tempo un villaggio di pescatori ed è ora conosciuta come la città dei murales. Passeggiando nel reticolo di vicoli, ti ritrovi tra lucenti dipinti realizzati sui muri delle case. Più di duecento opere sono state eseguite in una varietà di stili: dal realismo al cubismo, dal primitivismo all’arte astratta. Tuttavia sappiate che, se a Diamante vi viene l’ispirazione, prima dovrete superare una selezione competitiva in Comune.

 

Valloria (Liguria)

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Circondato da uliveti, il paesino di 34 abitanti è rinomato per l’arte di decorare le porte. In totale, ci sono oltre 150 porte e cancelli dipinti a mano, ogni volta pitturati da un artista diverso. Ritratti di donne, paesaggi, motivi biblici, danzatori e pescatori, poeti e musicisti sono solo alcuni dei soggetti che si possono ammirare in questo minuscolo ma unico borgo.

 

Orgosolo (Sardegna)

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I primi murales apparvero in un borgo della Sardegna nel 1969 come segno di protesta da parte di alcuni artisti anarchici. Molto rapidamente, questi colorati affreschi del XX secolo si sono trasformati in autentica arte e gli artisti hanno adottato come temi delle loro opere la gente del posto. I “giornali murali” raffigurano aspetti importanti della vita quotidiana del paesino e sono diventati un’innegabile prova d’arte per le generazioni future, oltre che una potente dichiarazione politica.

Dozza (Emilia-Romagna)

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La favolosa cittadina in provincia di Bologna attrae, non solo per i suoi vigneti fotogenici, ma anche per i suoi muri, archi, porte, balconi e ante delle finestre dove potete ammirare circa duecento dipinti, realizzati con tutti i colori dell’arcobaleno. Dal 1965 qui si tiene la Biennale di pittura murale, in cui per quattro giorni a settembre gli artisti decorano i muri delle case, elevando i graffiti al rango di arte di strada.

Parole chiave
arte, borghi

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