La Sicilia in sintesi

La Sicilia è la più grande isola d’Italia e del Mediterraneo. Di forma triangolare, è bagnata a nord dal Mar Tirreno, a ovest dal Canale di Sicilia, a sud dal Mar di Sicilia, a est dal Mar Ionio e a nord-est dallo stretto di Messina che la separa dalla Calabria. Oltre all’isola principale, sono parte del territorio regionale anche gli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi e delle Pelagie e dalle isole di Ustica e Pantelleria.

Il territorio è prevalentemente collinare e montuoso, ma il mare rappresenta una delle attrattive principali dell’isola. Le coste settentrionali, alte e rocciose, si aprono sul Mar Tirreno con frequenti ed ampie insenature, come i golfi di Castellammare del Golfo, di Palermo, di Termini Imerese. A est la costa ionica è più varia; strette spiagge di ghiaia fin quasi a Taormina; frastagliata verso sud, con insenature e baie come quella di Giardini Naxos; laviche come ad Acireale, e di aspre scogliere basaltiche fino a Catania. Il litorale meridionale – di fronte all’Africa – è generalmente sabbioso ed uniforme nella parte centrale formata dal golfo più vasto della regione, il golfo di Gela, mentre si presenta più vario nel ragusano e nel tratto agrigentino e trapanese.

Teatro Greco a Taormina / Shutterstock.com

Il clima della Sicilia è generalmente mediterraneo, con estati calde e inverni miti e piovosi, con stagioni intermedie molto mutevoli. Sulle coste, soprattutto quella sud-occidentale, il clima risente maggiormente delle correnti africane per cui le estati possono essere torride. La Sicilia viene vista come isola del caldo anche invernale ma, soprattutto lungo la costa tirrenica e nelle zone interne, gli inverni possono essere anche rigidi e tipici del clima continentale.
Le città maggiori sono Palermo (capoluogo di Regione), Catania, Messina e Siracusa.

L’offerta turistica

L’offerta turistica siiliana è legata prima di tutto alla aua cultura e alla storia. sSgni indelebili sono stati lasciati da tutti i popoli che hanno vissuto nell’Isola: dai greci e dai fenici, dai romani e dai bizantini, dagli arabi e dai normanni, dagli spagnoli e dagli austriaci. Dal 1700 l’isola più grande del Mediterraneo divenne meta d’obbligo del Gran Tour. Grandi letterati come Maupassant, Edmondo De Amicis, Elliot, Alexandre Dumas, Goethe e Tocqueville, per completare la loro formazione visitarono la Sicilia, rimanendo affascinati dall’Etna e dalle Isole Eolie, o da quei posti noti per l’arte classica come Siracusa, Segesta e Selinunte, o dai particolari come la Villa dei Mostri di Bagheria (PA) o la collina dei vulcanelli delle Macalube d’Aragona (AG).

Val di Noto / Shutterstock.com

Sono 6 i siti siciliani che sono entrati a far parte della lista “Patrimonio dell’umanità Unesco”.
Il primo di questi è la Villa Romana del Casale, una villa tardo-romana a ridosso di Piazza Armerina (EN), nota per le architetture e i mosaici sopraffini. Ad Agrigento i 10 templi greci in ordine dorico, tre santuari e alcune necropoli del periodo ellenico, sono i protagonisti della Valle dei Templi, area archeologica di ben 1.300 ettari anch’essa inserita nel prestigioso elenco. Il terzo sito è rappresentato dalle Isole Eolie, un arcipelago di origine vulcanica, costituito da sette isole disposte a forma di Y coricata sul Tirreno: Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea offrono, ognuna a suo modo, spiagge, cale, grotte, insenature, faraglioni, fondi marini e altre bellezze naturali incomparabili. Fanno parte anche del patrimonio Unesco gli otto centri storici barocchi di Val di Noto, quali Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli, insigniti per l’alto livello architettonico e artistico. L’ultimo sito è composto dalla Necropoli di Pantalica con più di 5.000 tombe costruite tra il XIII e il VII a.C, e da Siracusa, con l’antica città che racchiude Ortigia, primo nucleo fondato dai coloni greci di Corinto, con i suoi resti del tempio di Atena, oggi cattedrale. Anche l’Etna è stato proclamato patrimonio Unesco «per l’eccezionale livello – si legge nella nota dell’agenzia dell’Onu – di attività vulcanica e per le testimonianze inerenti a tale attività che risalgono a oltre 2700 anni fa. La notorietà, l’importanza scientifica e i valori culturali ed educativi del sito possiedono un significato di rilevanza globale». Qui uno scenario unico: puoi sciare guardando il mare!

Cappella Palatina a Palermo/ Shutterstock.com

E proprio il mare è un tesoro imperdibile. Con i suoi 1500 km di coste, incluse le isole minori, la Sicilia offre tante soluzioni per una vacanza balneare. Spiagge di sabbia piatte e infinite, sassolini piccoli, scogliere candide, dalle molte sfumature dell’ocra, del giallo e del grigio, perfino nere di lava, o addirittura bianco latte come La Scala dei Turchi, nell’agrigentino. Le grandi città offrono tutte lidi attrezzati come la palermitana spiaggia di Mondello con i suoi eventi sportivi, la sabbia bianca e le palme, l’architettura liberty, o la Playa di Catania, cara agli scrittori, il litorale di San Leone fuori Agrigento o Fontane Bianchea Siracusa, solo per citare le più note. Le spiagge poco conosciute nella provincia di Agrigento a Menfi e Torre Salsa, in cui i naturisti trovano il loro paradiso. Le più note sono le spiagge top delle isole minori, Eolie, Egadi, Pelagie, Pantelleria e Ustica, lquest’ultima la più bella meta per gli appassionati di sub

La splendida spiaggia di Capo d’Orlando e Patti (Messina), la caraibica San Vito Lo Capo (TP) e le vicine, piccole insenature di Castelluzzo e della Riserva dello Zingaro o ad Isola Bella sotto Taormina (ME) con le lunghe spiagge di Letojanni e Fiumefreddo. C’è anche la spiaggia di Cefalù, la cittadina normanna in provincia di Palermo, e le spiagge libere di Settefrati, Mazzaforno e S. Ambrogio.

La costa che da Trapani conduce a Marsala offre uno spettacolo straordinario, in cui si inseriscono le saline e la riserva delle Isole dello Stagnone, una vasta laguna che comprende San Pantaleo, l’antica Mothia, equilibrio perfetto tra arte e paesaggio e meta per gli appassionati di kitesurf, e anche Santa Maria e l’Isola Grande.

Con il turismo nautico l’Isola può ospitare circa 13 mila barche in più di 30 porti turistici secondo i numeri dell’ultimo report dell’Osservatorio nautico nazionale. Tra i più grandi si segnalano quello moderno di Marina di Cala del Sole a Licata, Marina di Portorosa a Furnari sul Tirreno, Marina di Ragusa, Marina Villa Igiea a Palermo, porto di San Nicola L’Arena, di Sciacca e quello di Ulisse Ognina a Siracusa.

Enogastronomia

La ricchezza dell’enogastronomia siciliana gode della successione nei secoli delle diverse dominazioni che si sono succedute lasciando le loro tradizioni i loro cibi nel bagaglio alimentare regionale.
I prodotti genuini strettamente legati alla terra, tipici piatti della zona di Ragusa e Siracusa derivano dai Greci, cultori della semplicità e della purezza del fisico. Agli Arabi invece, dobbiamo il connubio dei sapori come l’agrodolce o l’uso di uvetta e pinoli nella pasta, tipica della cucina siciliana occidentale. A questo inoltre si aggiungono le pietanze fortemente speziate e piccanti, senza dimenticare i dolci alla cannella o farciti di ricotta. I Normanni importarono in Sicilia le tecniche di salatura ed essiccamento dei grandi merluzzi dell’Atlantico, rispettivamente baccalà e stoccafisso. Gli Spagnoli invece, sono stati gli artefici di piatti elaborati come la pasta a forno, gli arancini, le sarde a beccafico e numerosi dolci nei quali ci si sbizzarrisce con decorazioni e ornamenti. I Francesi invece portarono in Sicilia l’uso costante della cipolla, oltre a introdurre la pasta frolla e numerosi piatti a base di verdure e pesce.

Vigneti del Nero d’Avola / Shutterstock.com

Complessa e articolata, la cucina siciliana è sovente ritenuta la più ricca di specialità e la più scenografica d’Italia. Alcuni dei cibi più noti, diffusi non solo a livello regionale ma addirittura mondiale, sono la cassata siciliana, il cannolo siciliano, la granita e le arancine. Grazie al suo clima mite, l’isola è ricca di spezie e piante aromatiche; origano, menta, rosmarino, fanno quotidianamente parte dei condimenti siculi. Il terreno fertile produce arance e limoni in grande quantità, al punto tale che la Sicilia è spesso soprannominata la terra dei limoni o la terra delle arance. Mandorle, ficodindia, pistacchio e olive sono gli altri suoi simboli culinari nei quali eccelle.
Alla tradizione gastronomica si affianca una produzione vinicola di qualità ottenuta coniugando le capacità imprenditoriali locali con caratteristiche ambientali che consentono la produzione di vini con diversi profili sensoriali e qualitativi, in grado di competere sui mercati nazionali e internazionali. Il Nero D’Avola, il Syrah, Inzolia, Grillo, Bianco d’Alcamo i moscati e i passiti sono i capisaldi della produzione vitivinicola siciliana, e si prestano come complemento ideale ad una cucina ricca e gustosa come la nostra.

Collegamenti

In aereo

La Sicilia ha tre aeroporti collegati con le principali città italiane ed europee: Palermo, Trapani e Catania. A questi si aggiungono gli aeroporti delle isole di Pantelleria e di Lampedusa, dove, oltre ai voli regionali, atterrano anche alcuni voli nazionali.

In auto

Dal Nord Italia la Sicilia si raggiunge con la A1 fino a Napoli, a pagamento (esempio: Milano-Napoli 770 km ); da Napoli la A3 porta fino a Villa San Giovanni e Reggio Calabria (497 km; senza pedaggio) dove si trovano gli imbarchi per Messina.

Dal Centro-Sud si può scegliere fra la A1-A3 o la A14 fino a Taranto, e da lì seguire il litorale ionico per poi rientrare verso l’interno all’altezza di Permuta e ricongiungersi con la A3.

In treno

Il collegamento ferroviario principale è l’Eurostar per Roma o per Napoli, e da qui prendere un treno Espresso o un Intercity per la Sicilia (la durata del viaggio è di circa 11 ore).
Diversi espressi collegano inoltre la Sicilia direttamente con Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze in circa 20 ore. In questo caso il viaggio sarà molto più economico (es.: Milano-Messina) e un po’ più lungo (dalle 15 alle 20 ore).
Infine, numerosi Intercity raggiungono Messina da Roma in circa 8 ore, da Napoli in circa 6. Per quanto riguarda la costa adriatica si può cambiare a Roma, ad esempio provenendo da Ancona, o a Napoli, Caserta o Salerno se si arriva da Pescara; dal nord della Puglia si può passare da Foggia e cambiare a Caserta o a Potenza e Salerno, dal sud si può prendere la linea per Taranto, proseguire per Cosenza e ricongiungersi con la litorale tirrenica all’altezza di Paola.

In nave

È possibile raggiungere la Sicilia anche via mare. I maggiori punti di riferimento sono i porti di Messina, Palermo, Catania, Augusta, Trapani, Gela e Porto Empedocle ad Agrigento.
Altri più piccoli ma importanti per il turismo sono i porticcioli di Cefalù, San Vito Lo Capo e Pozzallo.

Sito Ufficiale Turismo – Regione Sicilia: regione.sicilia.it/turismo

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