Una giornata a Tivoli: Villa Adriana e Villa d’Este

Se avete un giorno in più vale la pena arrivare fino a Tivoli, a circa 25 km da Roma. Una volta qui non potete perdervi una visita a “Villa Adriana”. E’ la più grande villa che risulta essere appartenuta ad un imperatore romano, Adriano, e testimonia lo straordinario livello di abilità raggiunto dall'architettura romana.

 

Inoltre, rimarrete ammaliati da “Villa d’Este”, fatta realizzare nel 1550 dal Cardinale Ippolito II d’Este. Questa villa è famosa per le sue meraviglie artistiche e, in particolare, per i numerosi giochi d’acqua che trasportano il visitatore in una reggia d’altri tempi.

 

Villa Adriana

La villa per la sua estensione e l’eccezionale stato di conservazione è senz’altro la più famosa delle ville situate nei dintorni di Roma.

Le sue strutture costituiscono inoltre uno dei più importanti e mirabili esempi di architettura romana. La villa fu iniziata probabilmente nel 126 d.C., dopo il ritorno dell’imperatore Adriano (117 – 138d.C.) dal suo lungo viaggio nelle province orientali. Proprio in seguito a questo viaggio, Adriano pensò di riprodurre nella sua villa i luoghi e gli edifici che più lo avevano colpito, come il Liceo, l’Accademia e il Pecile di Atene, il Canopo, canale sul delta del Nilo, la valle di Tempe in Tessaglia.

Pur rifacendosi agli schemi tradizionali delle ville romane, Villa Adriana rispecchia il genio architettonico del suo proprietario, in cui l’inventiva trova libero sfogo, anche grazie a innovative soluzioni architettoniche. Alla morte di Adriano la villa passò ai suoi successori, che la restaurarono ed abbellirono.

Già in parte spogliata delle sue opere d’arte da Costantino (306-337 d.C.) che le portò a Costantinopoli, fu devastata durante le invasioni barbariche ed usata nel Medioevo come cava di materiali da costruzione dagli abitanti di Tivoli. Dal Rinascimento in poi molti famosi artisti vennero a studiare le rovine della villa, lasciando in molti casi le loro firme sui muri. Dall’Ottocento in poi si effettuarono scavi e restauri a carattere scientifico. Un plastico ricostruttivo della villa si trova all’inizio del percorso.

Villa Adriana. Il Pecile, un richiamo alla Stoà Poikile di Atene, un quadriportico che delimitava un giardino con grande piscina centrale © Silvana Bottoni / Flickr.com

La visita inizia dal Pecile, un vasto portico con al centro un giardino e una vasca, usato per lunghe passeggiate che potevano effettuarsi al sole o all’ombra. Dall’angolo nord-orientale del Pecile si passa alla Sala dei Filosofi, una grande sala con nicchie, da identificare probabilmente in una biblioteca.

Segue la Villa dell’Isola o Teatro Marittimo, edificio circolare circondato da un portico a colonne; al centro, isolata da un canale in modo da formare una specie di isolotto al quale si accedeva tramite ponticelli, è una piccola villa con vani e ambienti termali. Si tratta forse del rifugio dell’imperatore, dove egli amava isolarsi per dedicarsi alle sue attività preferite, come la musica, la poesia e la pittura.

Villa Adriana. Il Teatro Marittimo © Foto Regione Lazio

A sud del Teatro Marittimo è un edificio termale chiamato Eliocamino. E’ composto da alcuni ambienti con vasche per l’acqua fredda e tiepida, e da una grande sala circolare occupata da una vasca, con sistemi di riscaldamento al di sotto del pavimento e cinque grandi finestre per farvi entrare in abbondanza i raggi del sole (da qui il termine heliocaminus), che dovevano riscaldare l’ambiente. La vasca serviva probabilmente per bagni di vapore o per sabbiature.

Sul lato est del Pecile si trova un cortile, interpretato come ninfeo, ed una serie di edifici tra cui una sala per banchetti. Più in là si trovano i due complessi termali delle Piccole e delle Grandi Terme. Qui sono ancora ben conservati tutti gli edifici che costituivano le terme romane, con la palestra, gli spogliatoi, le vasche per l’acqua calda e fredda.

Villa Adriana. Il Canopo / Shutterstock.com

Passato questo insieme di edifici, si giunge ad una piccola valle artificiale lunga e stretta, il cosiddetto Canopo ispirato alla omonima città egiziana presso Alessandria. Al centro è situata una vasca contornata da colonne, sul fondo un tempio-ninfeo (fontana monumentale) chiamato Serapeo di forma semicircolare, ornato da sculture egizie e da statue di Antinoo, il fanciullo favorito dall’imperatore morto misteriosamente in Egitto.

Ritornando indietro si passa per il Pretorio e poi per la Caserma dei Vigili, da considerare piuttosto dei magazzini, per giungere al complesso del palazzo imperiale. Qui si trovano quattro gruppi principali di edifici: la Piazza d’Oro, l’Atrio Dorico, il Peristilio di Palazzo e il Cortile delle biblioteche.

Villa Adriana. Le Terme con Heliocaminus / Shutterstock.com

La Piazza d’Oro è costituita da un grande cortile circondato da un portico con colonne e da un gruppo di ambienti disposti intorno ad una grande sala ottagonale; si tratta forse di un luogo di banchetti estivo. L’Atrio Dorico è un’ampia sala con portico forse a due piani; attraverso il Peristilio di Palazzo, si arriva poi al Cortile delle biblioteche, dove attorno ad un portico con colonne corinzie si affacciano vari edifici; su un lato si trova una serie di stanze da letto per gli ospiti (Hospitalia), mentre sul fondo del cortile sono due edifici interpretati come biblioteche, una latina e una greca.

Villa Adriana. Il tempio di Venere / Shutterstock.com

Da qui si sale verso il Padiglione e la Terrazza di Tempe; si tratta di un belvedere costituito da una costruzione a tre piani, che domina la vallata sottostante, creata artificialmente per ricordare la famosa valle di Tempe in Tessaglia. Segue un piccolo boschetto che porta al Casino Fede, costruito nel 1700 sopra un ninfeo della villa, ed infine un piccolo teatro destinato agli spettacoli privati per l’imperatore, con la capienza di 500 posti.

Contatti

Indirizzo: Villa Adriana, Tivoli
Sito ufficiale: www.villaadriana.beniculturali.it

 

Villa d’Este

Villa d’Este, capolavoro del giardino italiano e inserita nella lista UNESCO del patrimonio mondiale, con l’impressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco.

Villa d’Este. Vista delle fontane di Nettuno e dell’Organo © M.Maselli / Flickr.com

Il giardino va per di più considerato nello straordinario contesto paesaggistico, artistico e storico di Tivoli, che presenta sia i resti prestigiosi di ville antiche come Villa Adriana, sia un territorio ricco di forre , caverne e cascate, simbolo di una guerra millenaria tra pietra e acque. Le imponenti costruzioni e le terrazze sopra terrazze fanno pensare ai Giardini pensili di Babilonia, una delle meraviglie del mondo antico, mentre l’adduzione delle acque, con un acquedotto e un traforo sotto la città, rievoca la sapienza ingegneresca dei romani.

Villa d’Este. Le Peschiere viste dalla fontana di Nettuno © Marina99 / Shutterstock.com

Il cardinale Ippolito II d’Este, dopo le delusioni per la mancata elezione pontificia, fece rivivere qui i fasti delle corti di Ferrara, Roma e Fontainebleau e rinascere la magnificenza di Villa Adriana. Governatore di Tivoli dal 1550, carezzò subito l’idea di realizzare un giardino nel pendio dirupato della “Valle gaudente”, ma soltanto dopo il 1560 si chiarì il programma architettonico e iconologico della Villa, ideato dal pittore-archeologo-architetto Pirro Ligorio e realizzato dall’architetto di corte Alberto Galvani.

Villa d’Este. L’affresco “Banchetto degli dei” © Livioandronico2013 / Wikimedia Commons

Le sale del Palazzo vennero decorate sotto la direzione di protagonisti del tardo manierismo romano come Livio Agresti, Federico Zuccari, Durante Alberti, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia e Antonio Tempesta. La sistemazione era quasi completata alla morte del cardinale (1572).

Dal 1605 il cardinale Alessandro d’Este diede avvio ad un nuovo programma di interventi per il restauro e la riparazione dei danni alla vegetazione e agli impianti idraulici, ma anche per creare una serie di innovazioni all’assetto del giardino e alla decorazione delle fontane. Altri lavori furono eseguiti negli anni 1660 – 70, quando fu coinvolto lo stesso Gianlorenzo Bernini.

Villa d’Este. Il viale delle Cento fontane © JIPEN / Shutterstock.com

Nel XVIII secolo la mancata manutenzione provocò la decadenza del complesso, che si aggravò con il passaggio di proprietà alla Casa d’Asburgo. Il giardino fu pian piano abbandonato, i giochi idraulici, non più utilizzati, andarono in rovina e la collezione di statue antiche, risalente all’epoca del Cardinal Ippolito, fu smembrata e trasferita altrove.

Questo stato di degrado proseguì ininterrotto fino alla metà del XIX secolo, quando il cardinale Gustav von Hohelohe, ottenuta in enfiteusi la villa dai duchi di Modena nel 1851, avviò una serie di lavori per sottrarre il complesso alla rovina. La villa ricominciò così ad essere punto di riferimento culturale, e il cardinale ospitò spesso, tra il 1867 e il 1882, il musicista Franz Liszt (1811 – 1886), che proprio qui compose Giochi d’acqua a Villa d’Este, per pianoforte, e tenne, nel 1879, uno dei suoi ultimi concerti.

Allo scoppio della prima guerra mondiale la villa entrò a far parte delle proprietà dello Stato Italiano, fu aperta al pubblico e interamente restaurata negli anni 1920-30. Un altro radicale restauro fu eseguito, subito dopo la seconda guerra mondiale, per riparare i danni provocati dal bombardamento del 1944. A causa delle condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli, i restauri si sono da allora susseguiti quasi ininterrottamente nell’ultimo ventennio (fra questi va segnalato almeno il recente ripristino delle Fontane dell’Organo e del “Canto degli Uccelli”).

Contatti

Indirizzo: Villa d’Este, Piazza Trento, 5 – Tivoli
Sito ufficiale: www.villadestetivoli.info

 

Luogo
Lazio
Parole chiave
parchi, Tivoli, villa

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