In collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura a Mosca
La Settimana della Lingua Italiana nel mondo è un appuntamento tradizionale che si tiene a ottobre dal 2001. Ogni anno la Settimana è dedicata a un tema diverso, che serve da filo conduttore per un ricco programma di conferenze, mostre e incontri. La XX edizione del 2020 ha come titolo “L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti”. Gli eventi previsti, che quest’anno si terranno interamente online, verteranno infatti su quelle forme espressive che valorizzano la lingua italiana attraverso l’immagine, con un’enfasi particolare sul fumetto, la novella grafica e più in generale la filiera dell’editoria per l’infanzia e l’adolescenza.
L’italiano è al 21° posto nella classifica delle lingue per numero di parlanti, circa 63 milioni. Nonostante questa posizione piuttosto modesta, la nostra lingua è riconosciuta come una delle più importanti al mondo, grazie alla sua enorme influenza sulla cultura, l’arte, il commercio e l’industria. Inoltre, tra tutti gli abitanti del pianeta sono diffusi alcuni cognomi italiani che sono diventati marchi famosi, e quindi, senza saperlo, tutti parlano un po’ l’italiano: da Martini e Ferrari a Gucci e Armani. Andiamo quindi a scoprire qualcosa di più su questa lingua così musicale!
Uno
L’italiano deriva non dal latino classico studiato nelle università e adottato dal Vaticano come lingua ufficiale, ma dal cosiddetto latino volgare. Nell’antica Roma in latino volgare parlavano i soldati, i contadini e gli abitanti delle province. Dante Alighieri fu il primo a sostenere che il volgare dovesse sostituire il latino letterario, comprensibile solo a pochissime persone, e scrisse addirittura un trattato dedicato a questo tema, il “De vulgari eloquentia”.
Due
Il diritto ad essere riconosciuto come il più antico documento scritto in italiano è conteso tra l’atto notarile Placito Capuano del 960 e l’iscrizione della catacomba di Commodilla. Quest’ultima secondo vari studiosi risale al VI o al IX secolo e non è nient’altro che il consiglio di non rivelare i propri segreti ad alta voce (secondo un’altra versione, con questa frase un monaco avrebbe chiesto ai suoi compagni di recitare le preghiere in silenzio).
Tre
Oltre che dell’Italia stessa, l’italiano è la lingua dei microstati del Vaticano e di San Marino, del Canton Ticino e del Sovrano Ordine di Malta (da non confondere con Malta). L’italiano è una delle lingue ufficiali dell’Unione Europea e ha anche lo status di lingua delle minoranze in tre paesi: Slovenia, Croazia e Brasile. Allo stesso tempo, per vari motivi storici nel Bel Paese non si parla solo in italiano: nella regione autonoma della Valle d’Aosta alla lingua francese è riconosciuto uno status ufficiale, come anche al tedesco e al ladino in Trentino-Alto Adige.
Quattro
Nello “stivale” ci sono così tanti dialetti che secondo l’enciclopedia Treccani è persino difficile contarli. Per comodità, i linguisti dividono il Paese in tre grandi zone dialettali: una linea immaginaria che va da La Spezia a Rimini separa la zona Nord da quella Centrale, che a sua volta confina con il Sud lungo la linea Roma-Ancona. In effetti, gli scienziati stanno ancora discutendo se considerare i dialetti in quanto tali o come lingue a se stanti. Dopotutto, i dialetti sono varianti della norma linguistica e negli Appennini diverse lingue si sono sviluppate dal latino originale autonomamente, prima che finalmente si decidesse di scegliere una lingua comune per unire il paese. Secondo le statistiche del sito web di Ethnologue, il napoletano è la lingua più parlata con 5,7 milioni di madrelingua.
Cinque
L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Il record è impressionante date le dimensioni relativamente ridotte del paese. Quanto è difficile studiarla per uno straniero? Non così difficile come sembra. Gli italiani hanno una pronuncia eccellente con vocali ben definite e un’intonazione melodiosa, che facilita l’identificazione dei suoni. Nella stragrande maggioranza dei casi le parole vengono lette nello stesso modo in cui vengono scritte. Molte parole italiane sono state prese in prestito da altre lingue. Ciò è particolarmente evidente per le lingue della stessa famiglia, come il francese (fino all’89% delle radici comuni), il catalano (88%), lo spagnolo e il portoghese (82%).
Sei
La parola più lunga in lingua italiana precipitevolissimevolmente ha ben 26 lettere e paradossalmente significa “molto velocemente”. Pronunciare questa parola in modo veloce e senza errori, invece, resta una vera e propria sfida non solo per gli stranieri, ma anche per i madrelingua.
Sette
Gli italiani non possono comunicare solo con le parole. Hanno bisogno di un codice parallelo: il linguaggio dei segni. Per loro è una cosa naturale fin dall’infanzia e difficilmente se ne rendono conto finché non incontrano un interlocutore straniero. Poi, improvvisamente, lo sentono: qualcosa non va, la comunicazione sembra incompleta solo attraverso la bocca e gli occhi… senza le mani! Per gli abitanti della penisola, a livello inconscio ciò rende l’esperienza di comunicazione meno attraente. Secondo la ricercatrice romana Isabella Poggi, gli italiani usano circa 250 gesti diversi ogni giorno. Inoltre, l’eredità dei gesti è comune a tutti gli abitanti dello “stivale”, nonostante le differenze linguistiche e culturali regionali.