Geograficamente parlando, siamo nel bacino idrografico del fiume Magra, tra le province di Massa Carrara e La Spezia. Più in generale, per Lunigiana si intendeva un tempo il territorio controllato dall’influenza amministrativa ed ecclesiastica di Luna (oggi Luni), antica colonia e porto romano alla foce del fiume Magra sul Mar Ligure.
Nel periodo di massimo splendore Luna forniva i suoi blocchi di marmo pregiato di color bianco azzurrastro (oggi conosciuto come marmo carrarese) a tutto il mondo antico. I principali monumenti di Roma furono realizzati in marmo lunense: il Pantheon, il Portico di Ottavio, il Tempio di Apollo Palatino, la Piramide di Cestio e molti altri. Più tardi alcuni architetti e scultori giunsero a Carrara per scegliere i marmi per le loro opere: Nicola Pisano per realizzare il Pulpito del Duomo a Siena e poi Michelangelo per le sue complesse composizioni statuarie. Con il rafforzamento del cristianesimo, i vescovi stabilirono una propria giurisdizione nel territorio circostante. Successivamente la città fu saccheggiata da Ostrogoti, Bizantini, Longobardi e Saraceni, che costrinsero la popolazione a spostarsi nel retroterra. I musei della zona vi offriranno uno sguardo più profondo sulla storia e sulla cultura presentando i materiali archeologici della città, frutto di scavi regolari.
Prima della colonia di Luna c’era il satellite Luna. Gli antichi Etruschi veneravano questo astro come una Dea, riconoscendole il grande potere di influire indistintamente sugli eventi naturali e sulle vite umane. Rispettando questo culto pagano, i Romani elessero templi a Diana, Dea della Luna: il culto si trasmise attraverso i secoli assumendo le forme più diverse, passando dalla stregoneria al più innocuo folklore popolare.
La Lunigiana è una terra profondamente femminile. Una femminilità scarmigliata, selvaggia, fiera. È una Toscana troppo indisciplinata per essere ritratta nelle cartoline: non si orna di ordinati cipressi né accarezza la vista con dolci colline verdi. È la cugina irriverente e un po’ trasandata che nelle foto di famiglia è relegata in un angolo con aria torva. È la donna che ora si etichetta solo come stramba, mentre un tempo sarebbe stata additata come pericolosa o anche bruciata come strega.
Le leggende che pervadono questi luoghi sono in effetti moltissime: l’abbondanza dei castelli, le famose dispute nobiliari e le molte foreste, adatte ad inghiottire eroi fiabeschi, hanno originato storie di marchesi fantasma, malefici gnomi, principesse sospiranti e strani animali notturni. L’atmosfera magica si percepisce in modo quasi palpabile, come una nebbia fitta. La si sente camminando sui ponti di pietra, tra le stradine lastricate, nel bosco tra castagni e ulivi secolari.
A partire dal 1827 nei boschi furono ritrovate le misteriose Statue Stele. Si tratta di sassi di tipo antropomorfo: il viso è spesso rappresentato da una semplice T, mentre il sesso del soggetto è reso ben evidente – gli uomini brandiscono armi, le donne hanno seni e ornamenti, come collane o orecchini. Il simbolismo di questi piccoli esseri di pietra non è chiaro, anche se probabilmente la loro era una funzione simbolica e propiziatoria. Rinvenute isolate o in gruppi, contrassegnavano forse confini e itinerari d’acqua e di terra ed avevano al tempo stesso un’antica funzione di culto. La piccola congrega, insomma, ha portato silenziosamente fortuna per millenni in un angolo di bosco dimenticato che un tempo doveva avere un forte valore sacrale. Oggi le celebri Statue Stele sono ammirabili al Castello del Piagnaro di Pontremoli.
I posti da non perdere:
La Lunigiana è diffidente, si apre solo a chi sa cercarla e comprenderla: fermatevi ad ascoltarla, ha storie meravigliose da raccontare. I posti da non perdere esplorando la “Terra della Luna”: il Castello di Malaspina di Fosdinovo (si racconta che in questo maniero abbia soggiornato il Sommo Poeta, Dante); l’orto botanico creato nel parco della Fortezza della Brunella ad Aulla; il borgo fortificato di Caprigliola che vanta una posizione sulla collina, a controllo dell’antica Via Francigena; Fivizzano, che ha conquistato il soprannome di “bel cantuccio di Firenze” per il fascino della sua architettura; Equi Terme, ricchissimo di cavità naturali e laghetti sotterranei; e senz’altro Sarzana, la cittadina diretta discendente da Luna e rimasta quasi intatta, conservando due castelli, numerosi palazzi e chiese.