Il fascino naturale
Moena sorge a circa 2823 metri sul livello del mare alla confluenza di due fiumi veloci, il San Pellegrino e l’Avisio, ed è un riconosciuto centro turistico della provincia di Trento. Perché venire qui a passare le vacanze?
Questo è un luogo ideale non solo per gli amanti dello sci e dello snowboard, ma anche per chi vuole passeggiare tranquillamente lungo le colline ricoperte di abeti e larici, percorrendo sentieri comodi, accessibili anche alle mamme con carrozzina. Intorno a voi potrete ammirare panorami di rara bellezza. A nord, un gruppo di montagne con le cime del Sassolungo e del Sassopiatto a forma di ferro di cavallo. Ad est si trova il monte Monzoni, che ha dato il nome alla monzonite, una pietra decorativa di colorazione grigio-rosata. A ovest la punta del Latemar e le guglie aguzze del Catinaccio. D’estate, quando il manto nevoso viene sostituito da una vera e propria esplosione di colori, l’intera vallata si trasforma in un immenso prato fiorito.
Il fascino dell’antichità
È interessante visitare, oltre alle bellezze naturali, anche il centro storico di Moena. Assicuratevi di entrare nella chiesa in stile gotico di San Vigilio di Trento per ammirare l’altare barocco di Valentino Rovisi. Accanto c’è una chiesa dedicata a San Volfango, considerata la più antica del borgo, con affreschi del XV secolo e un magnifico soffitto ligneo.
Il respiro della tradizione si fa sentire anche nelle botteghe e nelle bancarelle di antiquariato: nelle vetrine sono esposte opere fatte a mano da esperti artigiani locali, come statue, maschere e vari utensili per la casa. Fare una passeggiata nel centro storico di Moena significa immergersi nella vita quotidiana di due piazze, separate da un fiume di montagna, con edifici costruiti uno dietro l’altro, fontane e caffè. In inverno, qui vengono erette sculture di neve e ghiaccio.
L’orologio magico
Ma la cosa più importante è vedere Moena all’alba o al tramonto. In questi momenti magici, il sole riempie le cime innevate di incredibili sfumature rosa. Per la favolosa rifrazione della luce, il paese è stato soprannominato la “Fata delle Dolomiti”. E intorno a questo nome è stata inventata un’intera leggenda.
Infatti, anticamente tra le rocce del Catinaccio abitavano gli gnomi, governati dal re Laurino. Nel giardino del palazzo reale crescevano centinaia di rose, che attirarono l’attenzione del principe Latemar. Egli si innamorò della figlia del re e la rapì per farne sua moglie. Per disperazione, Laurino maledisse i suoi fiori, che gli avevano portato sfortuna, e ordinò che le rose non sbocciassero mai più, né di giorno né di notte. Tuttavia, dimenticò di menzionare il tramonto e l’alba. Pertanto, è in questi momenti che le montagne si colorano di tutte le sfumature di rose, che ancora una volta sbocciano sui ghiacciai e sulle scogliere a strapiombo, grazie ai giochi di chiaroscuro.
Nei dintorni di Moena
Anche la zona intorno a Moena offre numerose attività interessanti. Il passo San Pellegrino, a soli 11 km da Moena, è il luogo ideale per chi vuole trascorrere la giornata contemplando la natura incontaminata. Poco distante si trova la Marmolada, maestosa montagna calcarea alta 3343 metri, dove d’inverno passa la pista da sci più lunga del Trentino.
Dal centro di Moena potete salire le scale fino al villaggio di Someda per ammirare panorami mozzafiato delle cime e dei crinali circostanti, a meno che non soffriate di acrofobia. L’antica locanda Malga Panna è stata oggi trasformata in un ristorante stellato Michelin che propone piatti tipici della regione. Infine, vale la pena raggiungere il lago alpino Carezza, le cui acque hanno un colore unico: secondo la leggenda, vi caddero frammenti di un arcobaleno.