Dopo un antipasto cosi abbondante si può passare all’alta cucina che si misura in carati – in effetti il valore dei posti che andremo a visitare corrisponde al loro essere gioielli come dicono gli Italiani. O perle, direbbero i Russi. Ecco, andremo a gustare proprio la madreperla che ha generato quei gioielli – il parco naturale di Garfagnana.
Come punto di partenza raccomando il borgo medievale di Barga con la splendida chiesa di San Cristoforo che risale al 990. In questa meravigliosa città mi sono fermata per un mese. All’epoca scadeva il mio contratto con l’agenzia RIA Novosti (saluto Svetlana Mironiuk, anche se non ho avuto modo di lavorare con lei), e un inviato francese del quotidiano americano ma di lontane origini italiane mi ha lasciato stare in una dimora da lui recentemente acquistata. Avevo la macchina, non avevo di che preoccuparmi, e ciò faceva diventare il mio soggiorno in quel parco naturale apuano una perpetua scoperta di nuovi orizzonti culturali, geografici ma anche gastronomici. Certo, se non vi catapultate a Barga dalle righe dei mio racconto, dovrete raggiungerla con un mezzo di trasporto.
Gli aeroporti più vicini sono a Pisa (60 km) e a Firenze (100 km). Ma se venite da Roma, non vi dovrà dispiacere. Avrete la possibilità di far scalo nella bellissima Lucca, per proseguire fino a Barga, da li raggiungibile anche in corriera (40 km). Francamente vi consiglio di lasciare Lucca, visitabile non soltanto per le strade ma anche per i terrapieni, per dopo – in effetti, le ville e le chiese lucchesi meritano almeno una giornata intera.
Anticipando un po’ le cose, consiglio vivamente sulla strada per Lucca di fermarsi a Borgo Mozzano e fare due passi sul Ponte della Maddalena, o almeno fare uno stop per una foto. Il piacere sarà ancora più grande se ammirare il ponte asimmetrico pedonale dalla finestra del ristorante in riva al fiume ove mangerete cose semplici ma gustose.
La Barga, o meglio il centro storico sito in collina, la si può vedere tutta in due ore massimo, anche se sarà un po’ dura per le strade che sono tutte salita e discesa. Fra le cose da vedere c’è il Duomo con dentro una stupenda scultura raffigurante San Cristoforo, e l’ambone del duecento di Guido Bigarelli di Como. Dal Duomo si apre un panorama mozzafiato sulle Alpi Apuane con bellissimi borghi sparsi qua e la.
E’ anche vero che un panorama mozzafiato qui si può cogliere da un buco qualsiasi, tanto è bella la zona. A Barga importano non tanto le bellezze quanto l’atmosfera stessa, quel non so che rende unico il posto, con locali di cucina casalinga da 15 euro a pasto. E non importa il fatto che la maggioranza dei diecimila abitanti di Barga sono inglesi e americani che nell’ultimo decennio hanno rilevato parecchi immobili.
In Italia i forestieri, da buoni stranieri, si mettono alla prova nelle arti, ragione per cui vi si svolgono diverse rassegne artistiche e rappresentazioni teatrali, mentre per il numero di pittori pro capite Barga s’avvicina a Parigi negli anni venti del Novecento. Gli inglesi, infatti, si erano scelti il territorio tanto tempo fa. Se scendere il Serchio, si arriva alle Terme Bagni di Lucca, prestigiosa villeggiatura dell’aristocrazia europea del Novecento.
Oltre alle numerose targhette sui palazzi a testimonianza del soggiorno dei Bayron, Shelli e altre personalità britanniche, a Bagni di Lucca troviamo l’Ospedale Demidov, fatto costruire da Nikolai Demidov come ospedale per i poveri. Ora ospita uno dei più rinomati centri di riabilitazione in Europa. Insomma, questa piccola città che si riassume in due lungofiumi su ambo i lati dell’impetuoso Serchio è ideale per fermarsi a pranzo durante la gita per la Garfagnana.
Fin qui il mio racconto era centrato sulle brevi passeggiate attorno al borgo che, francamente, non hai mai voglia di lasciare, almeno nelle prime ore. Ecco, quando vi sentirete pronti a una avventura sui monti, vi consiglio di partire dritti al valico per Forte dei Marmi. Non mi dilungo su questo posto, scelto negli ultimi anni dai connazionali in barba agli inglesi della Barga.
Dopo che un siberiano si era detto pronto a comperarsi il Fortino, simbolo della città, il sindaco Umberto Buratti volle vietare ai Russi di acquistare gli immobili nel centro storico, ma poi ci ripensò. Intervistato dalla sottoscritta, si è raccomandato, dicendo, anzi, che i Russi con i loro investimenti fossero molto benvenuti. Eppure io vi consiglio Forte dei Marmi solo come linea guida che vi porterà alle cave di Carrara.
In questa terra, bianca come la neve, si ricavava il marmo fin dai tempi dell’antichità. Proprio qui veniva Michelangelo per scegliersi il materiale per le proprie sculture. Proseguendo si arriva al passo da cui si apre una stupenda vista sul mare, raggiungibile in mezzora.
Andate al nord, e passata la città dal nome saporito La Spezia, finirete nella spettacolare Porto Venere la cui storia è legata al Bayron che visse qui e si tuffò, come dice la targhetta, dalla punta della Basilica di San Pietro (da vedere). Per un altro romantico inglese Percy Shelley, la cui barca affondò in quest’area, i giochi di mare finirono con la morte. Così nacque il nome Golfo dei Poeti. Se siamo d’accordo di considerare Barga come vorpost della gita per la Garfagnana, e’ comodissimo partire da Porto Venere per le Cinque Terre che sono cinque paesi dei pescatori, centri abitati appesi alle rocce sul mare.
Sono possibili tre ipotesi di viaggio. La prima – preferibile – via mare. La seconda a piedi lungo il sentiero, la terza – con il treno. La terza ipotesi, che vista dal mare come molto romantica, risulta invece la meno interessante in quanto la maggior parte del percorso passa nel buio delle gallerie. Qualunque modo si scelga, mangiare in uno dei cinque paesini, accompagnando tutto con un DOC locale, non è solo raccomandabile, è un must assoluto. Se dopo tutto vi rimangono le forze, potete proseguire per Santa Margherita Ligure, ove nel 1922 fu firmato il famoso (a scolari diligenti) Accordo di pace di Rapallo.
Tempo fa io battei ogni metro della minuscola Rapallo in cerca di quel posto storico. Fino a che un vecchio comunista mi volle dare un’indicazione, che seguii e trovai la villa, ma a Santa Margherita Ligure. Da li sarebbe un vero peccato non andare a vedere il leggendario Portofino, pubblicizzato come se fosse una Mecca laica. In realtà se non conoscete nessuno degli abitanti delle cinque-sei mega-ville sparse sulla riva, c’è poco da fare in questa zona assai deserta. Forse, per poter segnarsi con la crocetta una voce nella vostra lista dei vari must see, fermarsi a mangiare, pagando comunque una somma non banale.
La nostra prossima destinazione sarà la casa-museo del poeta Giovanni Pascoli, il cui nome porta anche la vicina Castelvecchio Pascoli.
Nonostante avesse il «vecchio» nella denominazione, a vederlo cosi Castelvecchio sembra più giovane a confronto con il vicino Castelnuovo di Garfagnana con una splendida basilica e il castello che normalmente sono in pochi a raggiungere. Si può continuare all’infinito, e spero abbiate già capito che le perle preziose di questa collana siano tante, e siate voi stessi a disegnarne la forma infilandole sul cordoncino del vostro viaggio.
Testo: | Elena Pushkarskaja (rivista “Ъ-Ogoniok”) |