Tarquinia: una città con le tre facce

Tarquinia è allo stesso tempo una località balneare, un borgo medievale e, com’è ben noto, un centro sacro degli Etruschi. Che c’è da fare qui?

 

La scelta è vasta – si possono fare i bagni nel caldo mar Tirreno, osservando lo spettacolare Monte Argentario, prendere il sole tra le rovine dell’antico porto Gravisca, o esplorare la famosa necropoli di Monterozzi. Una passeggiata nel romantico borgo medievale è una possibilità altrettanto valida.

 

La storia

A Tarquinia ci sono luoghi dove sembra che il tempo si sia fermato. O magari è veramente così? Ad esempio, la Chiesa di San Giacomo del XII secolo nella periferia della città, aperta a tutti, ma completamente vuota. Qui percepisci il soffio dei secoli passati, un certo tipo di silenzio incantevole, spezzato solo dall’umile suono delle campane. Cigolano i battenti della porta per il vento, l’edera si avvinghia a grandi vasi, c’è uno stucco incantevole dappertutto. Le case medievali e le strade, come il vicolo Segreto, forniscono alla città una suggestione particolare.

Infatti, ci sono due Tarquinie: quella etrusca e moderna. Ora, al posto dell’antica Tarquinia etrusca, ci sono le rovine dell’acropoli, del porto e di alcuni edifici, la moderna Tarquinia invece era prima chiamata Corneto.

Si ritiene che gli Etruschi, fondatori di un’antica civiltà in Italia, provenissero dall’Asia Minore. La loro nuova patria italiana, l’Etruria, situata sul sito dell’attuale Toscana, Umbria e Lazio, non era un singolo stato in senso moderno. Era una Lega di 12 città, o la Dodecapoli etrusca, che si alleavano contro il nemico in caso di guerre. L’antica città etrusca Tarkna (Tarquinii in latino) si trovava a circa 10 km dalla costa del Mar Tirreno su una collina sopra la valle del fiume Marta. Ora è un piccolo fiume, ma in passato era largo e navigabile, raggiungeva il mare. La posizione favorevole della città facilitava il commercio.

Le più antiche testimonianze archeologiche di Tarquinia risalgono al XII secolo a. C. Cicerone menzionò Tarquinia come “la città più ricca dell’Etruria”. Fu la prima città etrusca ad intrattenere relazioni commerciali e culturali con la Grecia: il porto di Tarquinia aprì agli etruschi il mondo greco e il Mediterraneo orientale.

Nel IV secolo a. C. Tarquinia assunse il comando della Lega Etrusca per combattere contro Roma – si sono tenuti diversi scontri, seguiti da periodi di pace relativamente lunghi. Tuttavia, a metà del III secolo a. C. Roma finalmente sconfisse Tarquinia, occupando la sua linea costiera. All’inizio del II secolo a.C. sul luogo dove si trovava il vecchio porto etrusco, i romani fondarono il porto di Gravisca, e all’inizio del primo sec. a.C. Tarquinia è diventata una provincia romana. Nell’tardo impero romano, la città cadde in degrado. Di conseguenza, la cattedra episcopale fu trasferita nella vicina città di Corneto, nota nel Medioevo come “Horreum Urbis” per la sua agricoltura florida. Fino al XIV secolo, entrambe le città coesistevano fianco a fianco, ma alla fine l’antica Tarquinia fu abbandonata.

 

La città

In memoria della vecchia città etrusca alla città di Corneto fu assegnato il nome di Tarquinia nel 1922. Una passeggiata nel centro della città è un vero viaggio nel Medioevo. Il centro storico sembra ben fortificato – è circondato dalle mura le quali hanno diverse porte. L’ingresso principale della città – la Barriera di San Giusto – è stata costruita all’inizio del XX secolo al posto della vecchia porta. Qui inizia la via principale della città, Corso Vittorio Emanuele, all’inizio del quale c’è il Palazzo Vitelleschi del XV secolo, una volta in proprietà della potente famiglia Vitelleschi. La facciata del palazzo è insolita: la sua parte destra e quella centrale sono state costruite nello stile gotico, mentre la parte sinistra nello stile rinascimentale. Questo è il risultato del lavoro di due architetti diversi e allo stesso tempo la testimonianza storica del passaggio da uno stile architettonico a un altro.

Ora l’edificio ospita il Museo Archeologico statale di Tarquinia, che esibisce il simbolo della città, i Cavalli Alati. Questa scultura proviene dal tempio etrusco Ara della Regina del III secolo a. C. Il museo è prevalentemente dedicato agli etruschi e alla loro cultura. Nel museo sono state trasferite anche due tombe etrusche provenienti dai dintorni della città. Nei pressi del Palazzo Vitelleschi è situata la cattedrale dei santi Margherita e Martino. L’antica cattedrale, distrutta da un incendio a metà del XVII secolo, fu successivamente ricostruita e completata solo nel XIX secolo. All’interno da non perdere sono gli affreschi del XVI secolo, dedicati alla vita della Vergine Maria, opera di Antonio da Viterbo, noto come Pastura.

Corso Vittorio Emanuele conduce alla piazza principale della città con la Torre del Municipio del X-XI secolo. In precedenza sul sito del Corso Vittorio Emanuele e sulla piazza si trovavano le mura: i confini della città sono stati ampliati, e questa parte del recinto è stata smantellata, ma la Torre del Municipio è rimasta immutata. Visitate anche la chiesa barocca del Suffragio del XVIII secolo. Se fa caldo, potete rinfrescarvi, immergendo il viso e le mani nell’acqua fresca della fontana nelle vicinanze.

Santa Maria in Castello © s74 / Shutterstock

Una delle principali attrazioni della città è un complesso architettonico, che comprende due torri, alte e potenti, e la chiesa di Santa Maria in Castello del XII-XIII secolo, esternamente austera e elegante all’interno, decorata con motivi famigliari dei Cosmati. Una volta qui sorgeva anche un castello fortificato, cui si associava il nome della contessa Matilda di Canossa, una dei pochi esempi di donne al comando di un esercito nel periodo medievale. Di sera davanti alla chiesa si tengono magnifici concerti.

Nella parte opposta della città si trova la chiesa di San Giovanni di Gerusalemme del 1182, appartenente all’Ordine di Malta, in cui è visibile la Pietà di Piermatteo d’Amelia, discepolo di Filippo Lippi. In questa zona c’è anche una chiesa ortodossa di Sant’Antonio del XIII secolo. È stata recentemente restaurata dalla comunità ortodossa russa e è passata sotto la cura del Patriarcato di Mosca. Si trova nella città la casa natia del ben noto cittadino di Tarquinia, poeta, scrittore e giornalista Vincenzo Cardarelli.

 

La Necropoli

© s74 / Shutterstock

Percorrendo per la Necropoli etrusca di Monterozzi, dovrete superare la chiesa e il monastero di S. Francesco del XIII-XIV secolo. Dal belvedere sul lato della torre si apre il panorama dell’antica Tarquinia. Un divertimento assolutamente da non perdere!

La necropoli etrusca di Tarquinia è inclusa nella lista dell’UNESCO. In totale dai ricercatori sono state scoperte circa 200 sepolture etrusche con dipinti, di cui 140 solo a Tarquinia. La necropoli di Monterozzi si estende su un altopiano collinare con delle aperture come ingresso. Ogni ingresso è dotato da una scaletta, che porta sottoterra in un umido crepuscolo. All’interno ci sono delle camere funerarie con dipinti artistici. Sulle pareti sono raffigurati i fiori di loto, scene di caccia al cervo, la pesca, la gente che balla intorno al fuoco, tori, pantere, leoni e scene erotiche. Gli scavi continuano e periodicamente ci sono nuove scoperte. Ora 19 cellule funerarie sono visitabili.

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Tarquinia guadagna bene con la memoria degli Etruschi: si vendono i souvenir raffiguranti arte etrusca, tra cui i loro tipici vasi. Per gli appassionati dell’archeologia etrusca consigliamo percorsi approfonditi: La Doganaccia, La Civita (Acropoli), il Santuario dell’Ara della Regina e molti altri.

 

Il mare

La riserva naturale di Saline di Tarquinia

La parte costiera della città si chiama Lido di Tarquinia e si trova a 5 km dal centro storico. Le spiagge sono piccole, ci sono pochi turisti e la sabbia è di un colore scuro insolito. Sono rimasti i resti dell’antico porto Gravisca e di un antichissimo omonimo centro commerciale e religioso, fondato nel 600 a.C. Qui inizia anche la riserva naturale di Saline di Tarquinia. All’epoca le saline furono utilizzate dagli Etruschi e dai Romani. Ora sono sommerse, il che piace molto ai fenicotteri rosa, che si vedono in zona più spesso degli uomini.

 

Nei pressi della città

Porto Ercole

Se avete un po’ di tempo libero, vale la pena di fare un viaggio per il Monte Argentario e le vicine città di Orbetello, Porto Ercole, Porto Santo Stefano, Civitavecchia e anche l’isola del Giglio. Tra gli amanti della pesca subacquea la zona più famosa è la spiaggia di Sant’Agostino. Se volete continuare ad ammirare il patrimonio etrusco, troverete sicuramente altri spunti a Cerveteri, Ladispoli, Vulci, e Blera. Agli amanti della natura possiamo consigliare la visita delle valli del Marta e Mignone. Inoltre, a poca distanza sono le rovine della città Leopoli-Cencelle, costruita nel IX secolo per la volontà del papa Leone IV (ecco perché il nome) propio per il trasferimento dei cittadini di Civitavecchia, a seguito di un’invasione distruttiva dei Saraceni.

 

Eventi

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Nel periodo natalizio fino all’Epifania, la città diventa una “piccola Betlemme”. Sulla piazza principale viene costruito il vivo presepe. A Pasqua è organizzata una processione, e la statua di Gesù è portata quasi correndo nelle vie della città.

 

 

Cosa mangiare?

ferlenghi

All’Lido di Tarquinia si mangia il pesce e i frutti di mare, mentre nella zona di Tarquinia – le verdure e ferlenghi. Agli ultimi è dedicata una sagra alla fine ottobre-inizio novembre.

 

Luogo
Lazio
Parole chiave
Lazio, Tarquinia

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