La Storia
Fondata dai Veneti nel 500 per fuggire alle invasioni barbariche, la città è costruita su 118 isolette collegate da ponti e separate da canali sormontati dai caratteristici ponti e solcati dalle gondole, i suoi monumenti, le sue piazze, gli stretti vicoli e l’acqua che scorre silenziosa ai suoi piedi. Sembra galleggiare sulle acque della laguna dando forma ad un paesaggio indimenticabile la cui bellezza imponderabile ha ispirato Canaletto, Guardi, Turner e tanti altri pittori.
Intorno all’anno 1000 era già diventata un importante centro politico, culturale e commerciale, una delle città più potenti d’Europa. A testimonianza della grandezza e splendore della Repubblica marinara di Venezia ancora oggi è possibile ammirarne una serie incomparabile di complessi architettonici, dalle splendide piazze ai ponti e i palazzi al cui interno sono custodite opere senza tempo di Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Veronese e molti altri.
Nel XVIII secolo Venezia fu tra le città più raffinate d’Europa, con una forte influenza sull’arte, l’architettura e la letteratura del tempo, ma questo non era che un segno del suo inesorabile tramonto. Dopo oltre 1000 anni d’indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero costretti da Napoleone ad abdicare, per proclamare il “Governo Provvisorio della Municipalità di Venezia”.
Oggi la città è uno dei maggiori poli d’attrazione turistica di tutta Italia, richiamando migliaia di visitatori ogni anno.
Cosa vedere
Venezia è talmente ricca che è impossibile elencare anche solamente metà delle sue bellezze. Ecco una selezione dei punti imperdibili della Città.
La Piazza e la Basilica di San Marco
Piazza San Marco è da sempre il centro di Venezia. La Piazza ha rappresentato per secoli ha rappresentato il perfetto equilibrio tra il “potere politico” e il “potere religioso” della Serenissima Repubblica ed è stata anche il teatro degli eventi più significativi della storia della Città. La Piazza oggi vive in un difficilissimo equilibrio tra la sua millenaria storia, raccontata dai suoi monumenti e dalle sue inestimabili bellezze architettoniche e culturali, e la realtà del presente, che ne fa uno dei luoghi più famosi e visitati al mondo, ma talvolta da un turismo disordinato e non sempre rispettoso del valore storico e culturale rappresentato da questo sito.
La Basilica di San Marco è un monumento unico per la ricchezza della sua storia, la maestosità della sua facciata e del suo interno, splendido laboratorio in cui hanno operato per secoli grandi artisti italiani ed europei. Il carattere bizantino che la caratterizza appare soprattutto nei grandi mosaici che narrano le storie di San Marco, ma anche gli episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento.
La grandezza di Venezia si è sempre riflessa nell’arricchimento della Basilica: i veneziani l’hanno abbellita nel corso dei secoli portando dai luoghi più remoti manufatti preziosi e opere d’arte, creando un monumento di grande compattezza.
La luce soffusa che entra in Basilica dall’alto sembra dividere il mondo terreno da quello soprannaturale splendente nelle volte per i suoi dorati mosaici.
Da non perdere anche la salita al campanile, osservatorio privilegiato per godere il panorama completo dell’intera città di Venezia dall’alto: una vista che toglie il fiato.
Sito ufficiale Basilica di San Marco
Il Palazzo Ducale
Capolavoro dell’arte gotica, il Palazzo Ducale di Venezia si struttura in una grandiosa stratificazione di elementi costruttivi e ornamentali: dalle antiche fondazioni all’assetto tre-quattrocentesco dell’insieme, ai cospicui inserti rinascimentali, ai fastosi segni manieristici. Esso è formato da tre grandi corpi di fabbrica che hanno inglobato e unificato precedenti costruzioni: l’ala verso il Bacino di San Marco (che contiene la Sala del Maggior Consiglio) e che è la più antica, ricostruita dal 1340; l’ala verso la Piazza (già Palazzo di Giustizia) con la Sala dello Scrutinio, la cui realizzazione nelle forme attuali inizia dal 1424; sul lato opposto, l’ala rinascimentale, con la residenza del doge e molti uffici del governo, ricostruita tra il 1483 e il 1565. L’ingresso per il pubblico di Palazzo Ducale è la Porta del Frumento (così chiamato perché vi si trovava accanto l’”Ufficio delle Biade”), che si apre sotto il porticato della facciata trecentesca prospiciente il Bacino San Marco. Il palazzo dopo la fine della Repubblica di Venezia.
Le funzioni del Palazzo Ducale, simbolo e cuore della vita politica e amministrativa lungo tutto l’arco della millenaria storia della Repubblica di Venezia, non possono che cambiare a partire dal 1797, anno in cui la Serenissima cade. Da allora si succedono in città la dominazione francese e quella austriaca , fino all’annessione all’Italia, nel 1866. In questo periodo il palazzo diviene sede di diversi uffici, oltre a ospitare per quasi un secolo (dal 1811 al 1904) la Biblioteca Nazionale Marciana e altre importanti istituzioni culturali della città.
A fine Ottocento, l’edificio presenta evidenti segni di degrado: il governo italiano decreta allora un ingente finanziamento per provvedere a un radicale restauro. In quell’occasione si procede alla rimozione e sostituzione di molti capitelli del porticato trecentesco, che, restaurati, costituiscono oggi il corpus del Museo dell’Opera.
Vengono inoltre trasferiti tutti gli istituti, ad eccezione dell’Ufficio statale per la tutela dei monumenti, che ancor oggi vi risiede, come Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Venezia e Laguna. Nel dicembre del 1923 lo Stato, proprietario dell’edificio, affida al Comune di Venezia la gestione del palazzo, aperto al pubblico come museo. Dal 1996 Palazzo Ducale è a tutti gli effetti parte del sistema dei Musei Civici di Venezia.
L’Arsenale
L’Arsenale di Venezia costituisce una parte molto estesa della città insulare di Venezia, in Italia, e fu il cuore dell’industria navale veneziana a partire dal XII secolo. È legato al periodo più florido della vita della Serenissima: grazie alle imponenti navi qui costruite, Venezia riuscì a contrastare i turchi nel mar Egeo e a conquistare le rotte del nord Europa.
L’arsenale di Venezia ha anticipato di secoli il moderno concetto di fabbrica, intesa come complesso produttivo in cui maestranze specializzate eseguono in successione le singole operazioni di assemblaggio di un manufatto, lungo una catena di montaggio e utilizzando componenti standard. Rappresenta l’esempio più importante di grande complesso produttivo a struttura accentrata dell’economia preindustriale.
La superficie si estendeva su un’area di 46 ettari, mentre il numero di lavoratori (gli arsenalotti) raggiungeva, nei periodi di piena attività produttiva, la quota media giornaliera di 1500-2000 unità (con un picco di 4500-5000 iscritti al Libro delle maestranze), cioè dal 2% fino al 5% dell’intera popolazione cittadina dell’epoca (circa 100.000 abitanti). Gli ampi locali delle corderie dell’arsenale sono utilizzati come una delle sedi espositive della Biennale di Venezia, oltre che per alcune attività di piccola cantieristica ed altre attività minori.
Nell’area dell’Arsenale, o per lo meno in alcune parti, operano soggetti impegnati in diverse attività, sono presenti Enti e Istituzioni che a vario titolo intervengono operativamente o attraverso proposte e iniziative che mirano alla riqualificazione dell’area stessa: funzioni militari, produttive, espositive e di spettacolo, residenziali.
Il Ghetto
Ne fa fede la genesi genuinamente veneziana del termine ‘ghetto’, derivante da ‘getto’ e riferito alle fonderie che sorgevano nella zona d’insediamento medievale dei primi ebrei tedeschi, cui si deve la trasformazione gutturale della parola. Il quartiere si stende nel sestiere di Cannaregio, non distante dalla stazione ferroviaria, al margine degli itinerari turistici più frequentati. L’atmosfera d’altri tempi e l’inconfondibile fisionomia della zona, con calli e campielli bordati da case altissime e fatiscenti, è uno dei motivi che ne fanno una visita da non perdere.
Camminando tra le sue calli e i suoi campielli vi accorgerete che il quartiere conserva ancora un piccolo centro di vita ebraica. Il punto di partenza per la visita del quartiere e punto di riferimento per la visita guidata dei monumenti del Ghetto è il Museo Ebraico, dotato di un sito internet ricco di informazioni storiche e pratiche, e di una mappa del ghetto. Il visitatore può andare alla scoperta delle cinque sinagoghe, tanto sobrie all’esterno quanto sontuose all’interno e delle inimitabili specialità della cucina giudaico-lagunare.
Il Canal Grande
Il Canal Grande, detto anche Canalazzo, è la più importante via d’acqua di Venezia. È lungo circa 3800 metri ed attraversa tutta la città dividendola in due parti. Ai suoi lati vi sono dei Palazzo magnifici (appartenenti ad un periodo che va dal XII al XVII secolo) che testimoniano la ricchezza e la bellezza dell’arte della Serenissima.
Questa strada fu il centro dei commerci della Repubblica di Venezia fino al Medio Evo. Oggi vi sono 4 ponti che lo attraversano, costruiti in epoche diverse. Il più recente è il Ponte della Costituzione (detto Ponte di Calatrava dal nome dell’architetto che lo ha progettato, inaugurato l’11 settembre 2008) che collega Piazzale Roma con la zona della Stazione Santa Lucia. Subito dopo si incontra il Ponte degli Scalzi, davanti alla stazione. Proseguendo si incontra il Ponte di Rialto certamente il più famoso ed importante, un tempo in legno si apriva per consentire il passaggio dei velieri della Serenissima Repubblica in quanto la zona di Rialto era anche il porto della Città. L’ultimo ponte che incontriamo è il ponte dell’ Accademia, una struttura in legno contraddistinta da un carattere di “provvisorietà” ma di grande importanza in quanto unisce il sestiere di Dorsoduro con quello di San Marco.
Ma questi 4 ponti non sono l’unico mezzo per attraversare il Canal Grande, vi è anche un servizio di Gondola Traghetto che al prezzo di pochi centesimi vi porterà sull’altra sponda. Il Canal Grande finisce a San Marco, dove si apre spettacolare davanti ai nostri occhi l’omonimo Bacino.
Il Ponte Rialto
Ultimato nel 1588 questo ponte di pietra su palafitte fu costruito al posto del ponte di legno che un tempo rappresentava l’unico collegamento tra le due sponde del Canal Grande al fine di permettere ai velieri di arrivare dal Bacino di San Marco fino all’area di Piazzale Roma. E’ opera di Antonio Da Ponte ed è rimasto fino al 1854 l’unico ponte che attraversa il Canal Grande.
E’ largo 22 metri e lungo 48, ha un’unica arcata (dell’altezza di 7,5 metri) ed è coronato da una serie di arcate più piccole. E’ percorso da tre gradinate parallele: quella al centro è fiancheggiata da doppie arcate, occupate da botteghe su entrambi i lati. Le botteghe ai lati del passaggio centrale lo rendono particolarmente pittoresco.
L’area di Rialto è famosa anche per il suo mercato, aperto tutti i giorni nell’area di San Polo ai piedi del Ponte. Il mercato è frequentato dai veneziani soprattutto di mattina: un continuo via vai di persone e barche lo animano e lo rendono unico agli occhi di tutti.
Murano
Murano, piccola isola della Laguna veneziana, richiama visitatori da tutto il mondo incuriositi dalle creazioni artistiche dei maestri vetrai che aprono abitualmente le porte delle loro botteghe. Chiamata anche l’isola “dei fuochi”, presenta numerose fornaci che in passato furono trasferite da Venezia allo scopo di limitare i rischi di incendio nella città. L’isola di Murano in realtà è un agglomerato di isole minori, divise da canali e rii e collegate tra loro da ponti. Amuranium, il suo antico nome, le venne assegnato dai profughi di Altino, scampati alle invasioni barbariche, in ricordo di una porta della loro città di origine.
La fiorente industria del vetro, concentrata a Murano sin dal Medioevo, e la conseguente importanza economica, le conferirono un prestigio tale da godere di una certa indipendenza rispetto alle altre isole di Venezia. Con l’editto dogale promulgato dal Doge Tiepolo nel 1291, l’isola di Murano venne dichiarata vera e propria area industriale divenendo ben presto anche la capitale della produzione vetraria mondiale.
Il Museo del Vetro di Murano, ospitato a Palazzo Giustinian, illustra magnificamente l’alta specializzazione dell’arte del vetro attraverso pezzi che vanno dall’epoca romana fino ai giorni nostri. Lungo la Fondamenta dei Vetrai, ma disseminati in realtà un po’ ovunque, sono numerosi i negozi e le fabbriche con fornaci che vendono vetro artistico, murrine, collane e bigiotteria.
Tra i monumenti degni di nota risalta la Basilica dei Santi Maria e Donato, contemporanea a quella di San Marco. La splendida abside a porticato conserva intatto uno dei più bei pavimenti in stile veneto-bizantino dove le coloratissime tessere di mosaico marmoreo si alternano a quelle di vetro, provenienti dalle più antiche fornaci dell’isola.
Burano
L’antica arte del merletto, le case variopinte e le barche che rientrano dalla pesca sono i tratti salienti di Burano, pittoresca isola della laguna veneta settentrionale. Le tipiche case dai colori sgargianti, che un tempo servivano a delimitare le proprietà, oggi incantano i numerosi visitatori che sbarcano sull’isola. La leggenda legata all’aspetto multicolore della cittadina vuole che i pescatori usassero dipingere le proprie abitazioni per poterle riconoscere da lontano durante i lunghi periodi di assenza dovuti alla pesca nella stagione invernale, quando le basse nebbie avvolgevano tutto i paesaggio. Le barche ormeggiate lungo rive e canali mostrano infatti come la pesca era, e continua ad essere, la principale attività dell’isola, seguita dalla cantieristica con i tipici squeri, officine artigiane dove si fabbricano ancora barche a remi.
Il cuore del paese è Piazza Baldassare Galoppi, realizzata interrando un canale, sulla quale si affaccia l’unica chiesa dell’isola, quella di San Martino che custodisce la Crocifissione del Tiepolo. Burano, un lembo di storia e tradizione veneziana che vale la pena di essere visitata e prima di lasciare l’isola è d’obbligo assaporare i bussolai, tipici biscotti a forma di ciambella.
La cucina
Venezia è stata a lungo una città basata sui commerci, prima ancora che sul turismo. Questo ha fatto sì che nella sua cucina entrassero cibi non tipici della penisola, come il Baccalà, tipico del Baltico. Di origine romana è invece un altro piatto tipico: il fegato alla veneziana. Immancabile poi la pasta, qui cucinata con i fagioli e chiamata “Pasta e fasoi”.
Il Baccalà
Figà àea Venessiana
Pasta e fasoi
Come arrivare
In aereo
Aeroporto Internazionale di Venezia – Tessera “Marco Polo”
Aeroporto turistico “Giovanni Nicelli”
In treno
Venezia Santa Lucia
Stazione di Venezia Mestre
In nave
Il porto di Venezia è il sesto porto in Italia per volume di traffico commerciale.
Stazione Marittima (navi traghetto per la Grecia e la Turchia e le grandi navi da crociera)
Riva dei Sette Martiri (grandi yacht privati)
Contatti
Tourist Contact Center. Tutti i giorni ore 09.00 – 16.00
Tel. +39 041 5298711
Email: [email protected]
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