Cretto di Burri

Dai tempi degli antichi greci che preferivano insediarsi lungo le coste, l’hinterland siciliano è sempre rimasto una terra incognita.

 

Anche oggi i viaggiatori si addentrano nell’isola lasciando le autostrade che costeggiano il mare solo per ammirare i mosaici romani della Villa del Casale, raggiungere Palermo da Catania o viceversa nel modo piu’ breve possibile oppure fare shopping all’outlet costruito non lontano dai prati dove Persefone raccoglieva i fiori. Ma se siete già stati in Sicilia piu’ volte o semplicemente i sentieri battuti non fanno per voi, allora vale la pena di perdervi almeno per un giorno in mezzo a queste colline, dove non si scorge più ne’ il mare ne’ l’Etna.

A proposito, alcuni trovano il luogo, o, per meglio definirlo, l’opera d’arte di cui vogliamo parlare in questo articolo, proprio così, per caso, perdendosi sulla via per Corleone. Si tratta del Cretto di Burri, un gigantesco monumento di cemento fatto da Alberto Burri, che ricopre, quasi come una custodia, le rovine della città di Gibellina. Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 questa zona fu colpita da un terremoto di magnitudo 6,1. A parte Gibellina, furono rasi al suolo anche altri paesi, ma le vittime umane erano relativamente poche, visto che le scosse erano iniziate ore prima e molti avevano deciso di dormire all’aperto. Fino ad allora la Sicilia Occidentale non  era considerata una zona sismica e le case si costruivano senza adottare le misure di sicurezza necessarie. Il terremoto del Belice, battezzato come l’omonimo fiume, viene ricordato come uno degli eventi piu’ tragici di tutto l’ovest siciliano. Questo ricordo non svanisce anche perché la ricostruzione di tutti i centri abitati distrutti non è ancora completata.

Nel caso di Gibellina fu deciso di fondare un nuovo centro anzichè ricostruire quello vecchio. Il sindaco della città, Ludovico Corrao, fece venire a Gibellina Nuova una moltitudine di artisti e scultori le cui opere si possono vedere tutt’ oggi (come un fiore gigante all’ingresso della città), fra i quali Alberto Burri. Quest’ultimo pero’ decise che ormai la cittadina era zeppa di opere d’arte e volle andare a vedere il vecchio sito. Guardando le rovine della città gli venne in mente l’idea di costruire il piu’ grande dei suoi cretti, semplicemente riempiendo con il cemento i ruderi e riproducendo l’impianto urbano. Così la città fu ricoperta da una specie di sudario le cui pieghe rappresentano le vecchie strade di Gibellina.

© baldovina / Shutterstock

In realtà ancora negli anni ’70 il pittore aveva dipinto tutta una serie di “cretti”, riproducendo sulle tele quadrate o rettangolari le fessure che ricordavano quelle delle aride terre argillose. Ma oggi quando si dice “Il Cretto di Burri” si pensa solo al misterioso labirinto di Gibellina.

I lavori durarono dal 1985 al 1989 e furono interrotti a causa della mancanza dei fondi. In quei quattro anni si era riusciti a ricoprire solo due terzi di tutta la superficie prevista da Burri. L’ultimo fu completato solo nel 2015; portando le dimensioni totali del cretto a circa 88.000 metri quadrati. Questi nuovi blocchi sono facilmente distinguibili dal loro colore bianco, mentre gli altri col tempo sono tornati al triste grigiore. Grigiore, che ogni tanto viene spezzato dalle macchie verdi dei capperi, cresciuti incuranti del cemento, come per far ricordare che la forza vitale di questi luoghi non è esaurita nonostante tutte le sciagure del destino.

Come arrivare:

Da Palermo: percorrere l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo, uscita a Gibellina.

Da Trapani: Marsala e Mazara del Vallo: prendere l’autostrada Mazara – Palermo, uscita a Castelvetrano. Proseguire seguendo le indicazioni per Santa Ninfa e poi Gibellina.

Le indicazioni con la scritta “Cretto di Burri” sono praticamente inesistenti perciò è onsigliabile fare riferimento ai paesi piu’ vicini al sito. Il tragitto dalla costa sia dal nord, che dall’ovest e dal sud è circa un’ora.

Vi consigliamo di portare scarpe comode e acqua, visto che vicino al Cretto non ci sono bar. I centri abitati piu’ vicini distano circa 10 km percorrendo strade molto tortuose.

 

Luogo
Sicilia
Parole chiave
arte moderna, Sicilia

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