Fece allora abbattere e ricostruire tutto (risparmiando solo la chiesa di San Francesco), pur rispettando la struttura del borgo medioevale, allineato lungo l’unica arteria longitudinale da Porta al Ciglio a Porta al Prato, nella quale confluivano a pettine le piccole vie laterali. Anche il nome cambiò, e così nacque Pienza.
L’opera è rimasta incompiuta, forzatamente sospesa per la morte nel 1464 dell’architetto e del papa che l’aveva ispirata, ma è quanto basta per rappresentare la “città ideale” concepita dalla cultura umanistica del Rinascimento, teorizzata dall’architetto e trattatista Leon Battista Alberti – maestro del Rossellino – studiando le proporzioni costruttive applicate nel mondo classico.
Pienza è città basata sull’armonia delle forme e degli spazi, ordinata e razionale, costruita a misura d’uomo.
Allora considerato il fulcro del mondo terreno ma in contatto con quello divino, nella quale l’amore sacro e quello profano vanno di pari passo.
Pienza occupa la sommità di un colle della Val d’Orcia, una delle zone maggiormente ispiratrici dell’iconografia classica del paesaggio toscano; arrivarci è quindi un preludio assolutamente appagante. Ma, entrati nel borgo, il mondo esterno sembra scomparire e riappare solo come uno sfondo al di là dei cancelli di ferro battuto che chiudono i giardini all’italiana o incorniciato dalle finestre dei palazzi, quasi fosse un dipinto appeso alle pareti.
Terme di Bagno Vignoni
Già gli antichi Romani conoscevano le qualità terapeutiche delle acque termali di Bagno Vignoni, un antico borgo della Val d’Orcia a quindici chilometri da Pienza, su un pianoro circondato dal verde dei cipressi e dal giallo delle ginestre. Pio II qui fece edificare una lussuosa villa (oggi Hotel Le Terme) dove ospitò prelati e politici. Le acque, leggermente radioattive, sono indicate nella cura di disturbi delle vie respiratorie, infiammatori, artrosi, sciatalgie, sgorgano a 51°C da una sorgente e vengono convogliate nella grande vasca cinquecentesca nel centro del paese. Aperta al pubblico è la piscina termale presso l’albergo Posta Marcucci.
Da vedere
Tutta Pienza si racchiude intorno alla piazza che porta il nome di Pio II, e che sorge sulla pianta dell’antico castello dei Piccolomini; trapezoidale nella forma, sobriamente pavimentata in cotto toscano, con al centro un pregevole pozzo e contornata dagli edifici allora considerati più importanti: la cattedrale, con l’interno di tipo gotico tedesco e la facciata in travertino ispirata agli edifici dell’Alberti; il Palazzo Comunale con il bel portico e le torri merlate; il Palazzo Vescovile (ora sede del Museo Diocesano con la ricchissima raccolta di opere d’arte, quadri, oreficeria, arazzi, arredi sacri, sculture lignee), e – ovviamente – il nuovo palazzo Piccolomini, ispirato al fiorentino palazzo Rucellai, con il cortile e la loggia affacciata sul giardino pensile. Discosti erano la piazza del Mercato e le case a schiera per i poveri, anch’esse volute da Pio II a completare “la città ideale”.