Cosa vedere
Duomo di Orvieto
Simbolo della città stessa di Orvieto, il Duomo è una delle più belle cattedrali d’Italia e del mondo. L’inizio dei lavori per la costruzione viene datata nel 1290 e la costruzione fu fortemente voluta sia dalla Chiesa che dal Comune, con l’intento di creare un’unica grande cattedrale per la città in sostituzione delle due chiese malridotte che preesistevano sulla bella piazza (la chiesa episcopale di S. Maria, piuttosto malridotta, e la chiesa parrocchiale di S. Costanzo, officiata dai canonici che possedevano case e botteghe contigue al chiostro annesso). Va quindi esclusa la suggestiva teoria che indica nel Miracolo di Bolsena l’evento propiziatorio per la costruzione del Duomo.
Il Duomo si presenta come una magnifica costruzione che accorpa diversi stili architettonici. In particolare si può definire un mirabile esempio di equilibri e commistioni di stili gotico e romanico, anche se la cattedrale mantiene delle proprie uniche peculiarità. Molte furono le persone che parteciparono alle diverse fasi di progettazione e costruzione del Duomo. Tra i molti un rilievo particolare hanno Arnolfo di Cambio e Lorenzo Maitani, per quanto concerne la progettazione (in particolare al Maitani si deve gran parte del merito per la splendida facciata) e moltissimi tra scultori, orafi e pittori per quanto concerne la fase di “abbellimento” e rifinitura. Tra gli scultori spicca la figura di Ippolito Scalza (architetto locale già artefice di diverse opere ad Orvieto tra cui il Palazzo Comunale) di cui si può ammirare all’interno della cattedrale la statua della Pietà (o Deposizione) mentre tra i pittori un ruolo fondamentale hanno avuto Ugolino di Prete Ilario, Gentile da Fabriano, Beato Angelico e Luca Signorelli soprattutto per gli affreschi delle due splendide cappelle di San Brizio e del Corporale.
Tempio del Belvedere
Il sito si trova appena si arriva all’ingresso della città di Orvieto, nelle vicinanze del Pozzo di San Patrizio e poco prima di Piazza Cahen. In una zona ombrosa e ricca di verde con una piacevole passeggiata che segue il perimetro della rupe, si trovano i resti di un antico tempio etrusco denominato del Belvedere. Di esso sono ancora ben visibili la pianta, la scalinata di accesso ed alcune parti delle fondamenta. Il resto del tempio, probabilmente costruito con parti lignee, è andato perduto nel tempo. Il tempio fu scoperto per caso nel 1828 e fu probabilmente costruito in epoca etrusca in onore della divinità Tinia, (il Giove degli etruschi).
Altre due divinità più importanti per Orvieto etrusca furono certamente Vei a cui fu dedicato il Santuario e necropoli etrusca della Cannicella, (come testimonia anche il ritrovamento in questo sito, di una statua della divinità femminile (Vei, la Venere degli etruschi) e, sopratutto Vertumno o Voltumno, ovvero la divinità legata all’agricoltura il cui santuario ad esso dedicato sarebbe proprio il famoso Fanum Voltumnae quasi certamente identificato nello scavo in corso nella zona detta di “Campo della Fiera” ai piedi della rupe.
Pozzo di San Patrizio
E’ il 1527 quando in occasione del “sacco di Roma” l’allora pontefice Clemente VII si rifugia ad Orvieto e per suo volere commissiona ad Antonio da Sangallo il Giovane la costruzione del pozzo che doveva servire da approvvigionamento di acqua in caso di assedio della città di Orvieto.
Teatro Mancinelli
La tradizione teatrale ad Orvieto, intesa come pubbliche rappresentazioni, ha probabilmente origini lontane, tuttavia è nel 1527 l’anno in cui si ha una certa documentazione che testimonia della presenza in città di uno spazio pubblico adibito a spettacoli teatrali. Questo spazio aveva la sua collocazione nella sala superiore del Palazzo del Popolo. A quell’epoca le rappresentazioni teatrali venivano organizzate ed eseguite da un gruppo di attori facenti parte dell’ Accademia dei “Confusi”.
Palazzo del Popolo
Il palazzo, situato nella grande piazza del Popolo, fu costruito intorno al XIV secolo e costituiva la dimora di una figura istituzionale molto importante della città in epoca medievale: il Capitano del Popolo. Questa era una figura molto diffusa in Italia ed in altri comuni all’epoca, ed aveva un rilevante ruolo di rappresentanza del popolo. Questo palazzo, cosi come la piazza in cui è collocato, ha sempre avuto un forte legame con il popolo e le sue dinamiche sociali ed economiche, di fatti ancora oggi la piazza del Popolo ospita, come da molti anni, il mercato.
Fortezza Albornoz
La Rocca o Fortezza Albornoz è accessibile da Piazza Cahen ed oggi ospita i giardini pubblici principali della città. Della originale fortificazione del 1364 a quadrilatero con fossato e ponti levatoi oggi ne resta solo una porzione con la bella torre ancora in perfetto stato che sovrasta l’antica Porta Rocca o Soliana dalla quale, lungo un ripido percorso a piedi, si giunge fino ad Orvieto Scalo.
In passato, dopo un periodo di profondi cambiamenti strutturali della fortezza, precisamente nel 1841 per mano dell’affittuario Francesco Ricchi, venne costruito all’interno delle mura, un grande anfiteatro con gradinate e palchi da dove si assisteva a corse di cavalli e manifestazioni.
Torre del Moro
Inizialmente chiamata Torre del Papa e quindi ribattezzata del Moro probabilmente in relazione a tale Raffaele di Sante detto “il Moro” (che aveva dato il suo nome alla contrada ed al palazzo adiacente la torre), o al fatto che sulla stessa torre vi si “appendesse” il Moro in occasione della antica manifestazione della giostra del Saracino. Oggi la torre del Moro svetta nel cuore della città, nel crocevia di strade tra Corso Cavour, Via della Costituente e Via del Duomo come un maestoso spartiacque delle strade e dei quattro quartieri cittadini.
La torre è visitabile internamente e, giungendo alla sua estremità, si raggiunge lo spettacolare terrazzo (a circa 50 metri da terra) , dal quale si può godere di un bellissimo panorama a trecentosessanta gradi della città.
Adiacente alla torre si trova anche il bel Palazzo dei Sette, così chiamato perchè in epoca medievale ospitava i sette magistrati che avevano la rappresentanza delle principali corporazioni e mestieri di Orvieto. Oggi il Palazzo dei Sette è sede di mostre ed eventi.
Necropoli Etrusca del Crocifisso del Tufo
La necropoli etrusca del “Crocifisso del Tufo“, unitamente al sito con i resti del tempio etrusco del Belvedere, è una delle maggiori testimonianze, tutt’oggi visibile, della civiltà etrusca che per molti secoli ha stanziato ad Orvieto. Questa necropoli (letteralmente “città dei morti”) si trova proprio al di sotto della rupe tufacea e si snoda lungo un percorso nel verde da dove emergono svariate tombe etrusche dalla caratteristica forma rettangolare e con una struttura molto lineare e ordinata che ha le fattezze di una vera e propria città.
Pozzo della Cava
Questo suggestivo pozzo di origine etrusca si trova in Via della Cava, in una delle zone più interessanti e antiche della città di Orvieto. La zona e la via sono cosi chiamate poichè in passato l’area ospitava una cava di materiali utilizzati per costruire.
Il pozzo, rinvenuto nel 1984, fu interamente scavato a mano nel tufo litoide che costituisce la rupe orvietana. Esso ha una profondità di 36 metri, gli ultimi dei quali occupati dall’acqua sorgiva.
Per tutto l’anno il pozzo è visitabile in tutta sicurezza e, durante il periodo natalizio, è ormai consueto teatro di rappresentazioni religiose a tema, tradizionale evento conosciuto come “Il Presepe nel Pozzo“: originale rappresentazione artistica a tema della natività.
Fanum Voltumnae
Nell’area denominata “Campo della Fiera” sono tutt’ora in corso scavi archeologici che, secondo l’opinione di storici ed archeologi starebbero portando alla luce resti del “Fanum Voltumnae”, ovvero il Santuario etrusco di Vertumno, il più importante sito e santuario federale di di tutta l’ antica lega delle dodici città Etrusche, un vero e proprio punto di riferimento e ritrovo di tutti i maggiori esponenti di queste città. Si narra che presso questo santuario gli esponenti delle più importanti città etrusche, prendessero importanti decisioni collettive, e si organizzassero eventi quale ad esempio l’ “elezione” del comandante della difesa e delle milizie.
Lo stesso storico romano Tito Livio scrive che il Fanum oltre alle cerimonie religiose, ospitava eventi, fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni .Altra testimonianza di un altro storico, il bizantino Zonara racconta come la più importante città dell’Etruria avesse un “teikos” ovvero un grande muraglione di cinta. Ebbene nel 1965 l’archeologo orvietano Mario Bizzarri scoprì alla fine di Via della Cava i resti di un grande Muro Etrusco (oggi visitabile su prenotazione), ciò potè confermare che la città etrusca raccontata da Zonara era proprio Velzna, ovvero Orvieto.
Di certo, in ogni modo, oggi si può sostenere che il sito è di inestimabile valore e importanza e già ha portato alla luce reperti interessanti, quali ceramiche greche, monete, gioielli, fregi e decorazioni di edifici. In particolare, una lunga iscrizione sembra aver rivelato il nome etrusco del santuario: il “luogo celeste”, che la critica archeologica identifica con il famoso Fanum Voltumnae.
La cucina
Tra gli elementi alla base della gastronomia orvietana che potrete degustare in tipiche trattorie o ristoranti ad Orvieto un posto di rilievo occupa la carne di suino ed in particolare i prodotti ottenuti con sapienti lavorazioni norcine: prosciutti, insaccati, salsicce, porchetta e mazzafegate. Le carni tutte hanno una notevole importanza nella cucina orvietana. Infatti, oltre a quelle di suino, sono molto diffusi piatti a base di pollame, coniglio e selvaggina.
Altri primi piatti tipici della cucina orvietana sono gli spaghetti con il tonno, i tagliolini con brodo di tinca e le zuppe di ceci e castagne.
Tra le altre lavorazioni a base di farina sono da ricordare le “Tortucce” le “Lumachelle” ed i biscotti salati all’anice.
Per quanto riguarda le tradizioni dolciarie sono molto diffusi ad Orvieto i tozzetti alle mandorle, le “fritelle di San Giuseppe“, le ciambelle al vino e le pizze pasquali – una salata con formaggio una dolce, a base di cannella.
Vini di Orvieto
A partire dal tradizionale Orvieto Classico DOC, un bianco il cui uvaggio è principalmente formato dal grechetto, dal trebbiano e dal verdello, un vino dal colore paglierino e dal gusto secco e asprognolo, fino ad altri vini tra cui degli ottimi rossi prevalentemente ottenuti da uve sangiovese dal sapore deciso e corposo.
Come arrivare
In aereo
Gli aeroporti principali e più vicini sono quello di Roma-Ciampino e Roma-Fiumicino (Leonardo da Vinci), da quest’ultimo Orvieto dista circa 2 ore e si raggiunge tramite l’autostrada del Sole A1. Un altro aeroporto a circa 1 ora è quello di Perugia (Sant’ Egidio) dove, per lo più sono presenti voli di compagnie low-cost.
In treno
Orvieto si trova sulla tratta Roma-Firenze-Milano per cui è facilmente raggiungibile in treno. La stazione ferroviaria è ben collegata. Per informazioni su orari
www.trenitalia.it
Arrivare in treno da Sud : ROMA TERMINI – ORVIETO
Arrivare in treno da Nord (Firenze): FIRENZE – ORVIETO
In auto
Dalla autostrada del Sole A1 si esce direttamente al casello di Orvieto e si seguono le indicazioni per il centro, che dista circa 4,5 km dal casello. La città si trova a circa un’ora di auto da Roma e un’ora e 40 minuti da Firenze (all’incirca le stesse distanze e tempistiche valgono anche per il percorso in treno).
Contatti
Informazioni turistiche – Uffici del turismo – IAT, Ufficio Piazza Duomo, Tel. 0763.341772