L’importanza del monumento risiede, oltre che nella rilevante scala dimensionale, anche negli affreschi che decorano l’abside, fra i pochi di epoca romanica superstiti in Sardegna.
A lato dell’edificio si possono notare le scarse strutture superstiti del chiostro e del monastero, oggi in corso di scavo. La chiesa (m 21 x 7, alta m 14 circa) ha pianta a croce “commissa”, con transetto triabsidato a NE. Le murature sono in conci di calcare e di pietra vulcanica.
La facciata è preceduta da un portico. A Sud si addossano il campanile e la sagrestia. Si distinguono due fasi costruttive, cui corrispondono differenti tecniche murarie. L’impianto prevedeva il transetto triabsidato con volte a crociera e un’aula più corta di quella attuale. L’utilizzo di cantonetti calcarei e vulcanici sommariamente sbozzati è tipico delle maestranze operanti nel giudicato di Torres tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo. In seguito l’aula fu sopraelevata e allungata verso Ovest, con una nuova facciata su tre ordini.
Il portico con volte a crociera, il campanile e la sagrestia risalgono a questa seconda fase. La regolare opera bicroma è caratteristica delle maestranze di formazione pisano-pistoiese, operanti nella seconda metà del XII secolo.
Gli interventi di restauro dell’inizio del secolo scorso hanno compromesso la fisionomia originaria della chiesa. Il portico è stato demolito e ricostruito, il campanile sopraelevato, le decorazioni della facciata completamente risarcite.