A Roma sulle tracce del Bernini

L’opera di Gian Lorenzo Bernini ha segnato la storia artistica del seicento romano. Da lui Roma ha acquistato quella fisionomia barocca che ancora oggi è predominante.

 

In collaborazione con Lex Systems

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Alcuni capolavori berniniani si possono ammirare senza alcun costo; unico impegno una piacevole passeggiata nella città storica. L’itinerario prende avvio dalla chiesa di Santa Maria della Vittoria, in via XX settembre angolo largo Santa Susanna.

 

Santa Maria della Vittoria

© Renata Sedmakova / Shutterstock

L’interno della chiesa, a navata unica, offre uno dei più ricchi esempi di decorazione barocca per la ricchezza dei marmi, degli stucchi e dei fregi. Il transetto sinistro ospita, all’interno della cappella Cornaro, il gruppo scultoreo più poetico del Bernini: Santa Teresa trafitta dall’amore di Dio. L’opera appare come sospesa nello spazio in un firmamento nuvoloso illuminato da raggi dorati, un angelo sorridente punta una freccia verso il cuore della santa rovesciata in estasi.

La cappella Cornaro (1644 – 1652) è uno dei capolavori berniniani, specialmente per quanto riguarda l’uso sapiente di effetti misteriosi e scenografici di luce celata, che si apprezzano in particolare nel pomeriggio.

 

Sant’Andrea al Quirinale

© Renata Sedmakova / Shutterstock

Proseguendo lungo via del Quirinale, si raggiunge Sant’Andrea al Quirinale (1658 – 1671). La chiesa , a forma ellittica, ricca di marmi policromi, dorature e stucchi, è un gioiello di armonia architettonica, decorativa e pittorica.

Benché piccolo, l’interno di Sant’Andrea emana un senso di grandiosità, intensificato e messo in risalto dalle tinte ricche dei marmi nella penombra del corpo della chiesa; l’effetto magico risalta osservando la statua di Sant’Andrea, che sembra in procinto di abbandonare la chiesa e salire in cielo.

 

La fontana del Tritone

© s74 / Shutterstock

La successiva tappa è la vicina piazza Barberini: al centro si ammira l’inconfondibile e spettacolare fontana del Tritone (1642 – 1643). Bernini si servì del travertino invece del solito marmo. Quattro delfini, con le bocche sfioranti l’acqua di un bacino, tengono sollevati con la coda lo stemma lo Barberini e le valve aperte di una grande conchiglia, sulla quale è accosciato un tritone che, soffiando in una buccina, manda verso il cielo uno zampillo.

La vicina fontana delle Api, che si trova all’angolo di via Veneto, è meno appariscente, ma altrettanto deliziosa. L’acqua ricade in una vasca a forma di conchiglia, dove le api araldiche della famiglia Barberini si posano per dissetarsi.

 

La Fontana dei Quattro Fiumi

Ci spostiamo ora nella scenografica piazza Navona. La fontana centrale, Fontana dei Quattro Fiumi (1651), è una delle più fantasiose opere del Bernini. Nel mezzo di un vasto bacino rotondo si alza una scogliera scavata da grotte, da cui escono per abbeverarsi nella vasca un leone e animali fantastici. Sulla scogliera siedono le personificazioni dei fiumi Nilo, Gange, Danubio e Rio della Plata, simboli della quattro parti del mondo allora conosciute. Sopra la scogliera, Bernini innalzò arditamente un obelisco.

 

Piazza San Pietro

Il nostro tour si conclude nella maestosa piazza San Pietro (1656 – 1667). Due colonnati semicircolari, costituiti ciascuno da quattro file di colonne doriche, delimitano un gigantesco spazio ovale.

Il colonnato, secondo l’idea del Bernini, doveva rappresentare le braccia materne della Chiesa. I pellegrini, giungendo dalle stradine tortuose della zona, avrebbero provato un senso di meraviglia, e anche di soggezione, di fronte all’immenso spazio aperto.

Qui è possibile osservare tutte le colonne perfettamente allineate e per farlo bisogna trovare i dischi di ferro.

 

Luogo
Lazio
Parole chiave
architettura, Roma

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