Mausoleo di Galla Placidia

Mentre l'esterno di questo edificio in mattoni è ascetico e poco appariscente, l'interno è una vera e propria esplosione di colori e luce.

 

Questo contrasto tra l’architettura minimalista e l’opulenza dei mosaici dorati vuole dimostrare l’essenza stessa del cristiano: semplice in apparenza, ma ricco di pace interiore. Oggi scopriremo alcune curiosità sulla storia, il misticismo e il simbolismo del Mausoleo di Galla Placidia.

© Ravenna Turismo.com

Nella tranquilla Ravenna di provincia, un tempo capitale dell’Impero Romano d’Occidente, del Regno degli Ostgoti, dell’Esarcato di Ravenna e del Regno di Langobardia, si sono conservati molti edifici bizantini. Otto di essi fanno parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e quello in questione riesce ancora a incantare fin da subito, e per sempre, ogni viaggiatore di passaggio.

Come è nato un monumento così particolare? Era destinato alla sepoltura di Galla Placidia, figlia dell’imperatore romano Teodosio il Grande. La ragazza aveva un carattere indipendente ed era una cristiana zelante, estremamente legata al lato mistico della religione. La sua vita si svolse proprio alla fine dell’impero, quindi ne uscì piuttosto burrascosa, piena di svolte inaspettate, come in un romanzo d’avventure.

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Durante il famigerato saccheggio di Roma, la giovane Galla cadde nelle mani predatrici del re Alarico I dei Visigoti, dopo la morte del quale il nuovo sovrano Ataulfo sposò il nobile ostaggio. Rimasta vedova solo un anno dopo il matrimonio, dopo essere a malapena riuscita a tornare nella natia Roma, la regina fu nuovamente sposata con la forza dal generale Costanzo. Dal secondo matrimonio nacquero una figlia, Giusta Grata Onoria, e un figlio, Valentiniano. Dopo la morte del secondo marito, quando l’erede era ancora minorenne, Galla fu nominata reggente e governò l’Impero Romano d’Occidente. Morì nel 450, alla vigilia dell’invasione delle orde unne guidate da Attila.

Molto prima di morire, l’imperatrice, che amava l’arte e la preghiera, aveva fatto costruire una tomba per accogliere le proprie spoglie e quelle del marito e del fratello. L’idea era quella di creare un luogo sacro che assomigliasse a un sobborgo del paradiso. Tuttavia, anche in questo caso qualcosa è andato storto. Nonostante la presenza di tre sarcofagi all’interno del mausoleo, gli scienziati ritengono che Galla Placidia non sia morta a Ravenna ma a Roma, e che sia sepolta lì. Rimane un mistero: di chi era il corpo che giacque per tutto il Medioevo nella tomba destinata alla sovrana?

© Wikimedia Commons

Il fatto è che, secondo le informazioni disponibili, attraverso uno speciale spioncino del sarcofago si vedeva chiaramente una donna imbalsamata seduta su un trono di cipresso. Ma nel XVI secolo i bambini del luogo, mentre stavano sbirciando, fecero accidentalmente cadere una candela nel buco – e il corpo bruciò, senza lasciare alcuna possibilità di sapere a chi appartenesse.

In ogni caso, il mausoleo di Galla Placidia ha ancora una presenza invisibile. Basta osservare il modo in cui i visitatori entrano: prima varcano timidamente la soglia a capo chino e solo dopo, come se avessero ricevuto un favore da un potere superiore, alzano lo sguardo verso l’alto, verso il soffitto splendente. E poi finalmente vedono il paradiso.

Stelle dorate su sfondo blu intenso ricoprono le pareti e le volte. Ghirlande di fiori e frutta decorano gli archi. Una nuvola cangiante a mosaico maschera le connessioni strutturali, smussa i bordi, deforma i contorni. Frammenti smaltati con diversi angoli di inclinazione riflettono la luce del sole, che filtra attraverso le finestre lunghe e strette, e la spezzano in miriadi di sottili raggi colorati. E tutti i mosaici, da Cristo e gli apostoli al gregge di pecore e ai martiri, non sono stati realizzati in un ordine casuale. Secondo gli studiosi, rappresentano le fasi dell’antica liturgia del pentimento, dalla purificazione dei peccati al trasporto dell’anima in cielo.

Gli artisti che hanno realizzato questi mosaici volevano riflettere l’idea di un altro mondo, più elevato, dove regna lo spirito. Forse è per questo che dopo aver visitato il mausoleo si vuole stare in silenzio, riflettere e lasciarsi ispirare. Non a caso, si dice che lo psicoanalista svizzero Carl Jung nel corso dei secoli abbia sentito un legame con l’imperatrice, che lo avrebbe spinto a nuove ricerche. Il compositore Cole Porter si ispirò a Galla Placidia per scrivere la canzone “Night and Day”, così come la conosciamo nell’interpretazione di Ella Fitzgerald.

 

Luogo
Emilia-Romagna
Parole chiave
arte, mosaiche, Ravenna

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