10 ragioni per visitare la Valle d’Aosta

1. Salire in funivia a Plateau Rosà per ammirare il Monte Rosa

Monte Rosa / Shutterstock.com

Altezza a parte (siamo a 3.480 metri, il più blasonato balcone bianco delle Alpi), una salita a Plateau Rosà, il più blasonato balcone bianco delle Alpi, a 3.480 metri, è imperdibile: dalla terrazza d’arrivo della funivia è possibile ammirare i “grandi quattromila”, dal Cervino al Monte Bianco, dal Gran Paradiso al Monte Rosa a tutte le cime svizzere del Vallese, per poi “ritornare” con lo sguardo a volo d’aquila (quassù le aquile si vedono!) in Italia e posare gli occhi sull’inconfondibile sagoma a punta del Monviso, in Piemonte. Uno spettacolo che vale la pena scoprire anche dalla vicina “torre” del museo più d’alta quota d’Europa, Una montagna di lavoro, dove una rosa segnaletica in bronzo massiccio indica direzione, nomi e altezza di tutti i 38 quattromila del comprensorio, e quelli delle cime più famose.

 

2. Rilassarsi terme di Pré-Saint-Didier

Le terme di Pré-Saint-Didier / capodanno-offerte.com

Le Terme di Pré-Saint-Didier sono un gioiello che brilla nel cuore della Valle d’Aosta, a due passi dalle note stazioni sciistiche di Courmayeur e La Thuile. Frequentate sin dal XVII secolo dalla nobiltà sabauda sono nuovamente in funzione dopo un trentennio di oblio, e permettono di rilassarsi in uno scenario unico, di grande bellezza, persino sotto la neve.

La nuova accogliente struttura, che ha preservato l’architettura dello stabilimento ottocentesco, dispone di oltre 500 mq di servizi termali, realizzati in legno e pietra naturale, e offre una serie completa di servizi: idromassaggi, idrogetti, sauna, bagno turco, vasche esterne con vista sul Monte Bianco: un piacere da offrirsi in ogni stagione.

 

3. Guardare il cielo dall’osservatorio astronomico di Saint Barthélemy

Saint Barthélemy / Shutterstock.com

Inaugurato nel 2003, l’Osservatorio astronomico regionale situato a Saint Barthélemy, nel comune di Nus, è aperto al pubblico per visite e osservazioni dirette. La struttura è stata realizzata appositamente per essere utilizzata anche da scolaresche e da astrofili non professionisti. Oltre al telescopio principale da 810 mm, l’osservatorio mette a disposizione degli appassionati di astronomia potenti strumenti per l’osservazione dei vari corpi celesti, mentre per i meno esperti sono possibili visite e osservazioni guidate. Per le scolaresche la visita è completata da un laboratorio eliofisico, una sala informatica, un percorso didattico costituito da due mostre interne e da un “sentiero” dei pianeti (pannelli illustrativi sul sistema solare, posti a distanze proporzionali alla reale distanza dal sole). Dal 2009 è in funzione un moderno planetario – realizzato accanto al vicino ostello – che integra la già importante offerta dell’Osservatorio.

 

4. Andare in treno al ghiacciaio del Monte Bianco

Monte Bianco / Shutterstock.com

Il versante francese del Monte Bianco, esposto a nord, è molto più glaciale di quello italiano, più verticale e più soleggiato. Da Chamonix (1035 m), il comune francese appena al di là del traforo del Monte Bianco, un treno a cremagliera permette di raggiungere Montenvers (1913 m), allo sbocco della Mer de glace, il più grande ghiacciaio del massiccio, un immenso fiume di ghiaccio che scende dai grandi circhi glaciali alimentati da cime di oltre 4.000 metri. La vista sulle impressionanti pareti dei Drus e delle Grandes Jorasses è stupenda. Sul posto anche un’esposizione di cristalli e un piccolo museo di animali alpini naturalizzati (ingresso gratuito). Ogni anno viene scavata nel ghiacciaio una galleria che conduce ad alcune ampie camere, con tanto di arredamento, ricavate nel ghiaccio puro: un’occasione unica per osservare l’interno di un ghiacciaio.

 

5. Passeggiare di notte ad Aosta

Aosta di notte / Shutterstock.com

Di notte, Aosta offre stimoli e suggestioni particolari: vale la pena dedicare un’ora a una visita serale, a piedi, al centro storico per gustarne il carattere particolare; molti monumenti sono suggestivamente illuminati e i luoghi assumono con l’oscurità un fascino particolare.

Inoltre, numerosi castelli valdostani sono magistralmente illuminati per evidenziarne strutture e prospettive: un giro in pullman o in macchina nei dintorni di Aosta permette di ammirarne una mezza dozzina e per osservare parte della cinta muraria della città.

 

6. Ammirare gli alberi monumentali della regione

Castello Baron Gamba a Chatillon/ Shutterstock.com

Una legge regionale della Valle d’Aosta tutela gli alberi rari, di pregio o particolarmente vecchi, come il tiglio di 460 anni della Collegiata di Sant’Orso. Piante imponenti, tra le quali alcuni magnifici faggi pluricentenari, popolano il parco del castello Passerin d’Entrèves, a Chatillon; anche il vicino parco del Castello Baron Gamba ospita alcuni splendidi esemplari, tra cui una monumentale sequoia.

Magnifico è il bosco di larici secolari in Valgrisenche, lungo il sentiero che sale verso il rifugio Epée. È affascinante camminare ai piedi di questi giganti che da secoli osservano, apparentemente imperterriti, lo scorrere del tempo.

Sono state dichiarate piante monumentali anche alcune viti autoctone plurisecolari, molto suggestive anche se non raggiungono grandi dimensioni.

 

7. Sorseggiare il caffè alla valdostana dalla coppa tradizionale

La “coppa dell’amicizia” / Shutterstock.com

La “coppa dell’amicizia” è un’elaborazione della tradizionale ciotola in legno: è una scodella munita di due manici, beccucci e ha il coperchio abitualmente scolpito. Viene impiegata essenzialmente per il caffè alla valdostana, ossia caffè misto a grappa (a volte con l’aggiunta di génépy), zuccherato e speziato, che viene servito fiammeggiante.

Passando di mano in mano, la coppa dispensa a ciascuno la propria razione di caffè, con un ampio margine per ripetere il giro più e più volte. Difficilmente, però, si beve sempre dallo stesso beccuccio, e questo conferisce al rito quel tocco di promiscuità che crea aggregazione e coinvolgimento. Che crea amicizia, appunto.

Tradizionalmente il caffè alla valdostana si beve nelle fredde giornate invernali, dopo una giornata sugli sci, intorno a un camino.

 

8. Visitare Courmayeur e il suo centro storico

Courmayeur / Shutterstock.com

Courmayeur è una splendida cittadina situata nel versante italiano del Monte Bianco, nei pressi del famoso Tunnel.

La cittadina offre un accogliente centro abitato e numerose sono le possibilità di fare shopping a patto di avere un buon conto in banca; ci sono ottimi ristoranti sia sulle piste che in paese e la vita notturna è piacevole e vivace. Courmayeur è una delle più antiche stazioni alpinistiche delle Alpi; posta proprio ai piedi dell’impressionante Monte Bianco, la vetta più alta d’Europa, vanta un panorama è incredibile, sebbene il comprensorio sciistico non sia tra i più estesi e sviluppati della Valle d’Aosta. Data la sua vicinanza alle principali città italiane e dato il suo fascino, la cittadina è molto frequentata durante i weekend.

 

9. Osservare gli stambecchi nel Parco nazionale di Gran Paradiso

Gran Paradiso / Shutterstock.com

Escursionismo, salite ai rifugi o, per i più coraggiosi, la scalata al Gran Paradiso: sono solo alcune delle attività che possono essere svolte nella Valsavarenche in estate.

In inverno invece la Valle diventa la meta ideale per gli amanti dello sci di fondo (sono presenti due piste che si snodano tra le località di Dégioz e di Pont), dello sci alpinismo e delle passeggiate con racchette da neve.

Inoltre la Valsavarenche permette di osservare da vicino la moltitudine di animali che abitano il Parco Nazionale del Gran Paradiso, tra cui stambecchi, volpi e camosci ma anche marmotte e lo spettacolare gipeto.

Una realtà differente da quella dei centri più alla moda della regione, che offre la possibilità di una immergersi completamente nella natura e praticare una grande varietà di sport in una cornice d’eccezione.

 

10. Immergersi nel medioevo tra i castelli di Issogne e di Fenis

Castello Issogne, Lunetta del Mercato / Shutterstock.com

Issognes è noto per il suo ampio castello quadrangolare che mantiene le forme assunte a cavallo del 1500. Il maniero è strutturato attorno a un vasto cortile che presenta al centro la celebre fontana del Melograno. Di notevole interesse per la loro vivacità espressiva sono nelle lunette del portico d’ingresso, con affreschi di epoca rinascimentale che ritraggono scene di vita quotidiana, e celebrano la la ricchezza dei possedimenti della casata, espressa nella raffigurazione di botteghe ricolme di merci.

Fénis è un comune che esibisce in posizione isolata il castello medievale più famoso di tutta la Valle d’Aosta, un maniero cui la doppia cerchia di mura merlate e le torri conferiscono un aspetto scenografico. Attraversata la torre quadrata d’ingresso, si accede al cortile loggiato dove si ammira, oltre alla bella scala semicircolare, un notevole ciclo di affreschi, databile intorno al 1420, attribuito a una bottega legata alla maniera del pittore torinese Giacomo Jaquerio. Sulla parete orientale i dipinti con l’Annunciazione e santi sono invece opera di Giacomino da Ivrea (1440 circa).

 

Luogo
Valle-D’Aosta
Parole chiave
arte, benessere, montagna, natura, storia

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