10 ragioni per visitare le Marche

 

1. Scoprire il Rinascimento al centro storico di Urbino

La cittadina di Urbino, il cui centro storico è patrimonio dell’umanità UNESCO, è un capolavoro del Rinascimento italiano. Fu anche l’ambiente che nutrì artisti e pensatori locali. Nel Quattrocento Federico da Montefeltro, signore di Urbino, volle trasformarla in una città ideale, invitando presso la sua corte maestri eccelsi da tutta Europa: qui lavorarono Piero della Francesca, Paolo Uccello, Pedro Berruguete e Giusto di Gand. Ma soprattutto Raffaello Sanzio nacque e fece i primi passi della sua gloriosa carriera proprio a Urbino. Lo splendido Palazzo Ducale, la gemma del complesso architettonico della città, è anche sede della Galleria Nazionale delle Marche dove si possono ammirare gli interni meravigliosi e le grandi tele del Rinascimento.

2. Deliziarsi con uno spettacolo lirico al Teatro Sferisterio di Macerata

Ascoltare l’opera lirica all’aperto in Italia è già un gran piacere, ma il teatro Sferisterio di Macerata è unico persino per il panorama culturale locale. Fu costruito per vari sport sferistici, antenati del tennis come lo conosciamo oggi, che nell’Ottocento erano le gare sportive più seguite del Paese. Fino a 10 000 spettatori potevano riunirsi qui a godersi una partita di pallone col bracciale. In seguito lo Sferisterio è stato ricostruito per allestirvi spettacoli lirici, e grazie alle sue ottime proprietà acustiche acquistò una fama importante. In estate si tiene qui il festival internazionale “Macerata Opera”, mentre gli spettacoli del teatro viaggiano per i palcoscenici più celebri d’Italia e di tutto il mondo.

3. Conoscere l’arte cartaria al Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano

La cartiera di Fabriano fu una delle prime in Europa e rivoluzionò il ruolo della carta nella storia della civiltà. È stato proprio qui che nel Trecento furono introdotte le tecnologie che hanno fatto di questo materiale un prodotto migliore, più resistente e meno costoso. Inoltre a Fabriano fu inventata la filigrana, una soluzione che rendeva la carta un supporto perfetto per i documenti ufficiali dello Stato. La carta di Fabriano s’impose in tutt’Italia e nel Sud-Est dell’Europa, ed è grazie a essa che lo stato di conservazione dei disegni di Michelangelo e Raffaello rimane tuttora buono. Oggi invece su questa carta viene stampata la valuta europea. Nel Museo della Carta, che ha sede in un ex convento domenicano, è stato ricostruito tutto il processo tecnico utilizzato dove si possono osservare le repliche esatte dei macchinari medievali e vedere i mastri cartai all’opera.

4. Visitare le Grotte di Frasassi

Il sistema di grotte carsiche di Frasassi, provincia di Ancona, è uno dei siti naturali più affascinanti d’Italia. La prima delle grotte, battezzata “L’Abisso Ancona”, in virtù delle sue enorme dimensioni – oltre 2 milioni di metri cubi – potrebbe facilmente inglobare il Duomo di Milano. Delle vere e proprie composizioni di stalattiti e stalagmiti, questa colpiscono il visitatore per la varietà dei nomi, frutto della fantasia proficua degli speleologi. La stalattite più grande, “La Spada di Damocle”, conta 150 cm in diametro e 7 m 40 cm in altezza. Ci sono anche “i Giganti” e “L’Orsa”, “Il Castello delle Streghe” e “Le piccole cascate del Niagara”, la “Fetta di pancetta” rosa chiaro e la “Fetta di lardo” di calcite completamente bianca, “L’Obelisco”, uno stalagmite di 15 metri, e un laghetto cristallizzato. Il percorso turistico lungo circa 1,5 chilometri si consuma in poco più di un’ora, ma il ricordo di quest’esperienza rimarrà per tutta la vita.

5. Andare a cavallo nel Parco dei Monti Sibillini

La catena montuosa dei Monti Sibillini è lo spartiacque degli Appennini, dove, stando alle leggende antiche, viveva in una grotta una delle profetesse Sibille, cui si rivolgevano gli imperatori romani per le predizioni. Ora c’è un Parco Nazionale con tutta una serie di percorsi tematici allestiti (si può dare un’occhiata, per esempio, alle grotte dei monaci eremiti o conoscere le piante capaci di sopravvivere a quota 2476 m) di diversi gradi di difficoltà. Una gita a cavallo è uno dei modi migliori di approcciarsi alla natura di questi luoghi e sentirsene una parte indissolubile. Nei piccoli borghi sparsi per il territorio del parco si può trovare facilmente un maneggio dove istruttori di grande esperienza provvederanno a fornire tutta la preparazione necessaria.

6. Ammirare Ancona e il suo porto

© Nataliya Nazarova / Shutterstock

Gli antichi greci, che nel IV secolo A.C. fondarono la città in un’accogliente baia adriatica, la battezzarono “Ankòn” – “gomito”: il sinuoso promontorio forma qui un piccolo golfo protetto dai capricci del mare. Sono proprio il mare e il porto le fondamenta della storia anconetana, il suo motore principale. Nel Medioevo la città era una delle repubbliche marinare italiane, seconda soltanto a Venezia per la sua potenza, e nel Settecento fu porto franco, esente dalle imposte su merci straniere. Un fascino particolare di Ancona è il paesaggio collinare, che rimarca suggestivamente i monumenti principali della città: il Duomo di San Ciriaco, il Faro vecchio e la Cittadella rinascimentale. E la vista sul mare, che di volta in volta si presenta tra le vie e le piazze d’Ancona, ammalia chi guarda rendendo indimenticabile l’incontro con la città.

7. Perdersi tra la natura della Riviera del Conero

La Riviera del Conero è una zona appartata, piena di resort, che si estende lungo la costa Adriatica, dal comune di Ancona fino a quello di Numana. A dare il nome alla Riviera è il Monte Conero, che irrompe nel mare formando un promontorio. Ai piedi del monte, nel territorio dell’omonimo Parco Naturale, si trova una sequenza di spiagge bianchissime e molto varie: c’è quella di Portonovo con la ghiaia, vicino al versante nord del Monte Conero, c’è quella incontaminata delle “Due sorelle” con la ghiaia, i sassi e gli scogli, raggiungibile soltanto con il traghetto dal porto di Numana e ci sono anche quelle di sabbia fine e ben curata di Numana Alta e Bassa e di Marcelli.

8. Assaggiare il Verdicchio dei Castelli di Jesi

Il vino bianco prodotto con il vitigno denominato verdicchio è una specialità della regione Marche, dove è coltivato fin dal Cinquecento. Secondo l’ipotesi principale, fu portato qui dai coloni veneti al fine di stimolare la ripopolazione della regione devastata da un’epidemia della peste. Ora è utilizzato per produrre i vini tipici delle Marche, sia freschi che strutturati, nonché spumanti e passiti. I Castelli di Jesi sono un gruppo di piccoli comuni nella provincia di Ancona che formano una zona specializzata nella viticoltura; il vino prodotto qui è denso, dai toni fruttati, e si abbina perfettamente alla cucina marinara locale, basata sui piatti a base di pesce.

9. Osservare le opere di Lorenzo Lotto a Loreto

Lorenzo lotto, adorazione del bambino, 1540-50 ca., poi 1554-55, Museo Antico Tesoro della Santa Casa

Giunto al tramonto della sua vita, Lorenzo Lotto, uno dei più grandi pittori del tardo Rinascimento veneziano, diventò monaco in uno dei luoghi sacri più importanti del cattolicesimo: la Basilica della Santa Casa di Loreto. Fu proprio qui che, stando alla leggenda, gli angeli trasportarono da Nazareth la casa in cui è cresciuta la Vergine Maria per salvarla dai saraceni. Lotto regala al convento tutta una serie di tele e ne produce alcune nuove per abbellire la basilica. L’ultimo di questi quadri, La Presentazione al Tempio, è considerato una specie di testamento artistico del pittore. Oggi i capolavori di Lotto si possono conoscere al Museo Pinacoteca della Santa Casa, che si trova nel Palazzo Apostolico, che fa parte del complesso della basilica.

10. Fare Shopping negli Outlet

Le Marche sono una regione famosa per le sue tradizioni manifatturiere. Di particolare pregio sono le calzature prodotte localmente, ma anche la scelta di abbigliamento e accessori è molto ampia. Per iniziare si può fare un giro nell’outlet Castagno Shopping Village in provincia di Fermo, dove sono presenti brand di fama mondiale, tanti dei quali si specializzano nelle scarpe fatte a mano. Ma c’è un modo ancora più appassionante per cercare occasioni, ed è quello di cercarle senza lasciare le più note città della regione: piccolissimi outlet sono sparsi tra le vie di Ancona, Fabriano, Pesaro, Macerata, Civitanova e nei dintorni. Si possono trovare informazioni sul sito www.outletnellemarche.it: qui sono consigliati persino itinerari a tema per chi vuole fare shopping sul litorale, per chi cerca capi di produzione locale o anche prodotti per bambini.

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