7 isole della Laguna Veneta

Basta guardare Venezia dall'alto per vedere come i suoi palazzi ricchi di decorazioni, le chiese colorate e le stradine strette siano solo una piccola parte del suo meraviglioso mondo, composto da saline, canali, ponti e isole. Circa 70 isole veneziane danno il privilegio di avvicinarsi a leggende, storie e tradizioni. Ecco la nostra top 7.

 

Torcello

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Era uno degli insediamenti più antichi e floridi della laguna e un centro per la lavorazione della lana, fino al suo declino nel XV secolo, causato dall’aria malsana e dalle epidemie di malaria. Attualmente, solo 11 persone vivono qui, ma l’inestimabile patrimonio culturale attrae molti viaggiatori. L’atmosfera dell’isola è un colorato mix di medioevo e antichità, interrotto solo occasionalmente da hotel o ristoranti in stile coloniale. Torcello è famosa per il Ponte del Diavolo, che non ha ringhiere, il trono di pietra di Attila e la Cattedrale con i mosaici bizantini del Giudizio universale.

 

Giudecca

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Questa è l’isola più vicina al centro storico, ma in assenza di un ponte sul canale bisogna comunque arrivarci in vaporetto. Storicamente fu abitata da famiglie nobili che nel corso dei secoli costruirono lussuose ville e palazzi. C’era anche una comunità ebraica a cui l’isola deve il suo nome. Da visitare la Chiesa del Redentore, con opere di Paolo Veronese, e la Chiesa delle Zitelle, entrambe progettate da Andrea Palladio. Quest’ultima è famosa per aver un tempo fornito rifugio alle donne senza fissa dimora, che venivano qui iniziate all’arte del merletto veneziano.

 

San Michele

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Per molto tempo sull’isola di San Michele ci fu un’abbazia, ma nel 1807 Napoleone ordinò di demolire tutti gli edifici, circondare l’isola con le mura della fortezza e trasformarla in un cimitero cittadino. Più precisamente, in tre: cattolico, ortodosso e protestante. Non c’è da stupirsi che questa fosse chiamata l’isola dei morti. Ci sono molte personalità eccezionali tra i defunti che riposano qui, tra cui persino nomi russi: Stravinsky, Diaghilev, Brodsky e Weil. Qui regnano un silenzio assordante e una calma avvolgente. Di fronte all’isola si trova la scultura in bronzo “La Chiatta” di Georgy Frangulyan, in cui Dante e Virgilio navigano sulla superficie dell’acqua.

 

Poveglia

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Questa “isola dei fantasmi”, nonostante si trovi vicino all’isola Lido, famosa per essere la scenografia del celebre festival del cinema, è disabitata e minacciosa. Ed è comprensibile: originariamente il sito ospitava un avamposto militare, ma alla fine del XVIII secolo diventò un’isola di quarantena e si diffusero voci sui fantasmi dei malati di peste che morivano sull’isola. Nel 1922, per peggiorare ancora la già funesta gloria del luogo, fu aperto un ospedale per malati di mente. Rimase aperto per soli 24 anni, ma ciò fu sufficiente a creare la leggenda di un medico crudele che amava lobotomizzare i pazienti e che si suicidò in circostanze misteriose. I veneziani di oggi non hanno paura dell’isola maledetta e spesso vengono qui la domenica per fare una grigliata tra gli edifici infestati dalle erbacce.

 

Sant’Erasmo

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Quest’isola si trova direttamente di fronte all’aeroporto ed è la seconda più grande della laguna. Viene chiamata “l’orto di Venezia” perché la rifornisce di verdure fresche, erbe aromatiche, frutta e vino con un leggero “sapore di mare”, dovuto al fatto che i vigneti crescono sulle saline. Un ottimo modo per esplorare l’isola è noleggiare una bicicletta. Così potete ammirare canali, spiagge, edifici, la fortezza e i campi viola di carciofi. Qual è il momento migliore per godersi tutto questo? A maggio, durante la festa dedicata ai carciofi: le deliziose “spine” saranno servite sia per primo che per secondo, e anche la birra sarà al profumo di carciofo!

 

Murano

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In realtà, non si tratta di uno, ma di ben sette isolotti collegati dal Canale dei Marani. Il destino di Murano è indissolubilmente legato all’arte della lavorazione del vetro sin dal 1295, quando, per motivi di sicurezza e per preservare i segreti della produzione, Venezia decise di trasferire qui le botteghe. I soffiatori di vetro erano obbligati a vivere sull’isola e non potevano lasciarla senza un permesso speciale, ma erano gli unici, tra gli esponenti della classe artigiana, a poter sposare anche le donne aristocratiche. Delle 18 chiese, oggi ne rimangono tre: il Duomo dei Santi Maria e Donato, la Chiesa di San Pietro Martire e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli. Assicuratevi di visitare anche il Museo del Vetro di Murano nel gotico Palazzo Giustinian.

 

Burano

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Chi vede Burano per la prima volta rimarrà a lungo colpito dalle colorate case dell’isola, che sembrano disegnate da un bambino. A questo si aggiungono il silenzio pacifico, il campanile storto, i merletti preziosi che vengono prodotti qui dal XII secolo e il profumo del pesce fresco che aleggia sul porto e sulle taverne. Si dice che le mogli dei pescatori abbiano dipinto appositamente ogni casa di un colore diverso per renderla più facile da trovare. Agli attuali proprietari delle case è vietato cambiarne il colore: possono dipingere le loro case solo nelle tonalità stabilite dal comune. Invece i pizzo, secondo la leggenda, apparve dalla schiuma del mare, schizzato da sotto la coda di una sirena, che incontrò un mercante di Burano. Vi consigliamo di vederle questi splendidi merletti nell’apposito museo, così come vi suggeriamo di andare ad ammirare il dipinto del Tiepolo nella Chiesa di San Martino.

 

Luogo
Veneto
Parole chiave
laguna, Venezia

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