Dopo una prima stagione culturale e artistica legata alla figura del conte Guidantonio Montefeltro, quando in città lavorarono i fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni, legherà la propria fama alla figura del figlio Federico, nato a Gubbio nel 1422.
Numerose furono le committenze legate a Federico da Montefeltro che caratterizzarono la città e il territorio e che fecero di Urbino un simbolo della cultura e dell’arte rinascimentale, codificata come tale nelle tre tavole raffiguranti le cosiddette Città ideali.
Baldassarre Castiglione nel definire l’abitazione dei Montefeltro come “città in forma di palazzo” fissa l’idea di Urbino come modello di una nuova forma architettonica e politica che rimane inalterata nei secoli tanto da diventare paradigma dell’opera d’arte in cui anche la politica sembra rispondere alle regole visibili e certe dell’architettura.
I monumenti qui non mancano, ma l’intero organismo urbanistico è stato talmente armonizzato con l’ambiente che lo circonda che passeggiando semplicemente per le vie e le piazze di Urbino si ha la sensazione di visitare un monumento grandioso e complesso, con scorci di montagne e colline che si aprono ad ogni passo e angolini deliziosi da cui ammirare un’architettura sapientemente imparentata al suo contesto. La città di Urbino è anche una città universitaria tra le più antiche d’Italia, il che fa di essa una città piena di vita, non solo un luogo d’interesse turistico.
La storia
Il piccolo centro romano di Urvinum Metaurense diventa protagonista della guerra tra Ostrogoti e il Bisanzio, con il generale bizantino Belisario che conquista la città nel 538. Poi seguono il periodo longobardo e quello franco. Nel 756 il re dei Franchi Pipino concede al suo alleato Papa Stefano II alcuni territori dell’Italia Centrale, compresa la città di Urbino, che entra così a far parte del nuovo Stato della Chiesa. Nei secoli a venire nasce il libero comune che però intorno al Duecento perde il dominio della città che passa alla famiglia Da Montefeltro.
Il celebre condottiero Federico da Montefeltro governa Urbino dal 1444 al 1482 segnando il periodo di massima fioritura della città. Uomo colto e politico abile, inizia le riforme del Ducato di Urbino e una grande ricostruzione della città, basandosi sulle idee più avanzate del Rinascimento, movimento che a Urbino conoscerà una delle sue principali declinazioni locali. Il tessuto urbano cambia radicalmente diventando più razionale e confortevole, ma senza mai perdere l’innata armonia con il paesaggio circostante. Al posto dei due antichi edifici viene eretto il nuovo Palazzo Ducale, di ispirazione rinascimentale fiorentina.
Famosa è la corte di Federico, che ha visto lavorare accanto al potente signore pittori italiani come Piero della Francesca e Paolo Uccello, artisti fiamminghi come Pedro Berruguete e Giusto di Gand, architetti come Leon Battista Alberti e Francesco di Giorgio Martini, scrittori come Baldassare Castiglione. Si scrivono trattati importanti sulla matematica e sull’architettura, sulla prospettiva e sul codice di comportamento del cortigiano, e si discute dei problemi dell’umanesimo e della città ideale. Ricchissima la biblioteca del Duca e la sua collezione di opere d’arte che contribuiscono allo splendore della sua dimora.
Un altro evento importantissimo della storia di Urbino è immediatamente successivo alla morte di Federico: il 28 marzo 1483 nella famiglia del pittore Giovanni Santi nasce il primo e unico figlio, Raffaello, uno dei più grandi artisti in tutta la storia dell’arte. Pavel Muratov, storico d’arte russo, scrisse nelle sue Immagini d’Italia che “La volontà del grande Federico fece di una remota cittadina in montagna un celebre nido delle muse; potremmo tuttavia dimenticare tutti gli altri meriti che egli possiede di fronte alla storia, memori di un fatto soltanto: che Urbino, da lui creata, desse i natali a Raffaello”. Il legame tra la città e il suo cittadino più famoso è infatti fondamentale: l’ambiente raffinato della corte urbinate e il dolce paesaggio del luogo dove il Santi ha vissuto fino a sedici anni ha dato un contributo forse decisivo allo sviluppo del suo talento e della sua creatività.
Nei secoli successivi Urbino torna a far parte dello Stato della Chiesa. Gran parte della collezione artistica finisce per essere portata a Roma e a Firenze. L’ultimo breve periodo di splendore di Urbino si colloca nel primo Settecento con il Papa Clemente XI, di provenienza urbinate. Partono opere di ristrutturazione di diversi palazzi e chiese. Cento anni dopo Giuseppe Valadier e altri architetti realizzano alcune opere di rinnovamento urbanistico creando alcune strade nuove e la centrale piazza della Repubblica che facilitarono gli spostamenti nella città senza stravolgere il suo aspetto.
Il 1506 è la data di fondazione dell’Università di Urbino, tra le più antiche d’Europa. Dal 1797 al 1800 la città viene occupata dai francesi che requisiscono altre opere importanti che partono alla volta delle gallerie di Brera e Louvre. Nel 1860 la città diventa parte del Regno d’Italia.
Durante la seconda guerra mondiale la città non ha subito bombardamenti che colpirono molte delle altre città d’arte italiane preservando intatto il suo unico patrimonio architettonico-paesaggistico.
L’ultima fase importante da segnalare nella storia urbanistica della città è il contributo dell’architetto genovese Giancarlo De Carlo, il quale utilizzò tecnologie moderne per recuperare alcuni siti del centro storico, compreso il Palazzo Ducale, e realizzò progetti interessanti dal punto di vista dell’architettura contemporanea per l’Ateneo urbinate.
Cosa vedere
Palazzo Ducale
Simbolo della città e residenza principesca del suo signore illuminato, viene costruito a più tappe, a cominciare dal 1454: prima da architetti fiorentini, poi dal dalmata Luciano Laurana, da Francesco di Giorgio e infine da Filippo Terzi. I lavori si sono protratti per quasi cent’anni, e le intenzioni dei committenti cambiarono alcune volte; il risultato è quindi asimmetrico ma armonioso, il complesso si iscrive gentilmente ma con decisione nel paesaggio ed è considerato uno dei capolavori architettonici più importanti d’Italia.
Oltre all’aspetto esterno il Palazzo Ducale vanta un sistema di ambienti interni sontuosamente decorati. Ora è sede della Galleria nazionale delle Marche, che espone opere importanti del Rinascimento come la Flagellazione e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca o La Muta e la Santa Caterina di Alessandria di Raffaello. Vale una visita anche per ammirare i vari appartamenti come lo Studiolo del Duca con le pareti ricoperti da tarsie lignee eseguite su disegni di diversi autori celebri, da Botticelli a Bramante, che imitano scaffali, nicchie, mobili pieni di libri e altri oggetti in un’illusione ottica di straordinaria qualità. E poi, ventotto ritratti di uomini illustri (filosofi, scienziati, dottori della Chiesa) realizzati dal fiammingo Giusto di Gand e lo spagnolo Pedro Berruguete: dopo diverse spoliazioni lo Stato è riuscito a riportare in loco 14 dei dipinti, gli altri invece sono finti nel Louvre.
Casa di Raffaello
Nella via intitolata al pittore, al civico 57, c’è la casa natale di Raffaello del XIV secolo dove visse suo padre Giovanni, pittore e poeta. I dipinti del padre ornano alcuni ambienti insieme alle riproduzioni di Raffaello, ma il vero tesoro della casa è la Madonna di Casa Santi, che si pensa sia la prima opera del suo ciclo di Madonne. Il primo piano è allestito come una casa museo, con la cucina dell’epoca e un cortiletto con il pozzo.
Duomo
Il Duomo di Urbino, situato accanto al Palazzo Ducale, è stato fondato nell’XI secolo, ricostruito nel Quattrocento e purtroppo distrutto dal terremoto del 1789. Il nuovo edificio su progetto del Valadier venne eretto nel 1801 in stile neoclassico. Sul frontone ci sono cinque statue di virtù e santi, l’interno è a croce latina con tre navate e un’imponente cupola con grandi finestre che fanno entrare tanta luce. Nella navata destra si possono ammirare due tele di Federico Barocci, importante pittore manierista: San Sebastiano e Santa Cecilia; un’altra sua opera, Ultima Cena, sta nella cappella del Sacramento.
Chiesa di San Domenico
Una chiesa trecentesca vicino al Palazzo Ducale con un esterno gotico-rinascimentale e gli interni barocchi, ha una facciata decorata dal protiro in travertino con una lunetta in terracotta invetriata di Luca della Robbia (l’originale si può ammirare nel Palazzo Ducale) e, nell’abside, aveva due cicli di affreschi antichi ora conservati presso la Galleria Nazionale delle Marche.
Oratorio di San Giovanni Battista
Un piccolo edificio ecclesiastico noto per lo splendido ciclo d’affreschi realizzati da Lorenzo e Jacopo Salimbeni nel 1415-1516. Quelli dietro l’altare maggiore raffigurano la Crocifissione di Cristo, e quelle lungo le pareti laterali invece illustrano Storie della vita di san Giovanni Battista.
Oratorio di San Giuseppe
L’oratorio cinquecentesco, riedificato un secolo dopo, è stato beneficiario di ricche donazioni da parte della famiglia degli Albani, il cui esponente più noto fu Papa Clemente XI. È riccamente affrescata da Carlo Roncalli con scene della vita di San Giuseppe come la Nascita di Gesù Cristo o la fuga in Egitto, e alcuni elementi del suo decoro provengono da Roma: le due colonne in porfido rosso sistemate all’altare sono originarie del Pantheon, mentre la statua marmorea del santo viene dalla basilica di San Giovanni in Laterano. Pregevole anche il presepe scolpito da un maestro locale Federico Brandani a metà del XVI secolo.
Chiesa di San Francesco
Una delle chiese principali della città, costruita nel Duecento e risistemata nel 1742, conserva un frammento d’affresco dei fratelli Salimbeni con Cristo crocifisso e la pala d’altare di Federico Barocci, il Perdono d’Assisi. È anche luogo di sepoltura di alcune figure di spicco della storica di Urbino: il conte Guidantonio da Montefeltro, padre di Federico, Giovanni Santi con la moglie Magia Ciarla, e poi altre personalità della scienza, dell’arte e non solo.
La cucina
Tartufo bianco
Raramente accade che una provincia possa disporre di un’offerta ghiotta e così ampia di prodotti enogastronomici. L’esempio più eclatante è quello del tartufo riconosciuto nelle fiere di Sant’Angelo in Vado ed Acqualagna , località quest’ultima che, assieme ad Alba, è riconosciuta dalla legge come centro di raccolta e di commercializzazione in Italia.
Proprio Acqualagna si fregia del primato di capitale del tartufo tutto l’anno. Da ottobre a dicembre c’è il tartufo bianco pregiato, da gennaio a marzo il tartufo nero pregiato, da aprile a giugno e da luglio a settembre è tempo rispettivamente di tartufo nero estivo o “scorzone”, e tartufo bianchetto o “marzuolo”. Proprio i tartufi sono uno degli argomenti usati in cucina da Gioacchino Rossini, grande gourmet oltre che grande compositore.
Casciotta d’Urbino DOP
Casciotta d’Urbino DOP è un formaggio fresco prodotto con latte ovino in grande percentuale e con l’aggiunta di latte vaccino, già apprezzata da Michelangelo ed oggi conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Esistono inoltre ottime qualità di pecorini in fossa a Cartoceto ed Acqualagna.
Carne
Nel Montefeltro si può apprezzare una varietà di carne sicura ed eccellente, la Razza Marchigiana IGP, allevata con una tradizione secolare, così come si sono affermati il profumato Prosciutto di Carpegna DOP e l’Olio Extravergine di Oliva DOP Cartoceto, un olio delicato e gustoso che ha fatto conoscere in tutta Italia Cartoceto e le sue colline.
Vino
Tra i vini DOC del territorio sono da ricordare: il Bianchello del Metauro (indicato dalla tradizione come causa della sconfitta di Asdrubale con i Romani nella celebre e cruenta battaglia del Metauro), il Colli Pesaresi e il Pergola.
Sono tante le vie del vino che si possono percorrere nel territorio provinciale alla ricerca del nettare degli dei. Il Rosso dei Colli Pesaresi, la Vernaccia e il Visner di Pergola e il Bianchello del Metauro, vino che, secondo la tradizione narrata da Tacito, costò ad Asdrubale e ai suoi soldati che ne bevvero in abbondanza, la sconfitta contro i Romani nel 207 a. C.
La degustazione del vino è un’arte seducente, che si apprezza maggiormente se fatta con calma, magari nella tipica atmosfera rilassata di un’azienda agricola.
Fra gli altri prodotti che potrete degustare nei ristoranti della nostra provincia vi sono: Amarene di Cantiano, Birra di Apecchio, Fave di Fratterosa, Prosciutto di Carpegna, Crescia sfogliata di Urbino, Moretta di Fano.
Come arrivare
In aereo
Gli aeroporti più vicini sono Ancona, Rimini, Forlì e Bologna. Per maggiori informazioni si prega di cliccare sui link che seguono:
Aeroporto Internazionale di Ancona – Falconara “Raffaello Sanzio”
Aeroporto Internazionale di Rimini – San Marino “Federico Fellini”
Aeroporto di Forlì “Luigi Ridolfi”
Aeroporto Internazionale di Bologna “Guglielmo Marconi”.
In autobus
Autobus da Pesaro o Fano per Urbino partono frequentemente. Per informazioni sugli orari visitare il sito: Autolinee Bucci.
Due autobus diretti per Urbino e l’area del Montefeltro partono ogni giorno da Roma (esclusi i festivi).
Per informazioni sugli orari visitare il sito: Autolinee Bucci.
Se si arriva dalla Toscana un suggerimento è quello di viaggiare via San Sepolcro, ma si tratta di un viaggio lungo.
In auto
Da Roma, seguire l’antica via Flaminia, attraverso il passo della Scheggia, prendendo poi la E45 via Perugia.
Da Firenze e Arezzo seguire i passi di Bocca Trabaria, o Bocca Serriola, o Badia Tebalda oppure Viamaggio.
Da Bologna prendete l’autostrada A14 in direzione sud. L’uscita per Urbino è ‘Pesaro-Urbino’. Dall’uscita dell’autostrada prendere la SS 423 Urbinate. Urbino si trova a 28 Km dal casello dell’autostrada, circa 30-45 minuti di viaggio.
Da Ancona: prendete la A14 in direzione nord. L’uscita per raggiungere Urbino è ‘Fano’. Dal casello dell’autostrada prendete la Superstrada Fano-Grosseto e seguite le indicazioni per Urbino. Dal casello autostradale a Urbino sono circa 30-40 minuti di viaggio.
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