Il Palazzo Reale di Napoli
Il Palazzo Reale di Napoli incornicia Piazza del Plebiscito insieme alla Basilica di San Francesco di Paola, che riecheggia le forme del Pantheon romano.
Fu progettato nel 1600 dall’architetto toscano Domenico Fontana su ordine del conte di Lemos Fernando Ruiz de Castro per ospitare il re Filippo III di Spagna che doveva recarsi nella città con la consorte (viaggio che non avvenne mai).
Fu modificato a metà dell’800, durante il periodo di Ferdinando II di Borbone, dall’architetto Gaetano Genovese, autore dello scalone monumentale e della sistemazione del lato meridionale del Palazzo, con il cortile del Belvedere e il giardino pensile.
Le sale più antiche del piano nobile, oggi Museo dell’Appartamento Storico, conservano l’arredo e le decorazioni delle famiglie reali: il Teatro di Corte, la splendida Sala degli Ambasciatori, la Sala del Trono, la Sala d’Ercole, la Cappella Palatina dedicata all’Assunta.
La facciata porticata è lunga 169 metri, nel suo centro sono evidenti gli stemmi reali e vicereali. Il re Umberto I di Savoia, nel 1888, fece collocare le statue raffiguranti i capostipiti delle dinastie dei sovrani che hanno regnato su Napoli, iniziando con il primo re di Sicilia, Ruggero il Normanno, il primo re a regnare sulla città, fino a Vittorio Emanuele II re d’Italia.
Reggia di Portici
Prima delle residenze reali costruite dai Borbone di Napoli, la Reggia di Portici fu voluta dal re Carlo III di Spagna e realizzata a partire dal 1738 dall’architetto Antonio Canevari, che creò un palazzo circondato da un ampio parco dotato di un giardino all’inglese e di un anfiteatro. Tra coloro che lavorarono alla sua costruzione figurano Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga.
La reggia, in stile neoclassico, presenta una ampia e maestosa facciata terrazzata e munita di balaustre, a pianta quadrangolare.
Il cortile del palazzo, che in pratica è simile ad una vero e proprio piazzale, presenta sul lato sinistro la caserma delle Guardie Reali e la cappella Palatina (1749), mentre un maestoso scalone (1741) conduce dal vestibolo al primo piano, dove si trova l’appartamento di Carolina Bonaparte.
Da rilevare anche il riccamente decorato salottino Luigi XIV. Infine, è d’obbligo ricordare il boudoir della regina Maria Amalia di Sassonia – rimontato nel 1866 nella reggia di Capodimonte a Napoli, ma concepito per il palazzo di Portici – le cui pareti sono decorate in porcellana di Capodimonte (di cui la sovrana era estimatrice).
Il bosco della reggia, molto ampio, è suddiviso in una zona superiore ed una inferiore. Ampi viali contornati di giardini all’inglese fanno da sfondo ad opere d’arte tra cui vanno annoverate la Fontana delle sirene, il Chiosco di re Carlo e la Fontana dei cigni e persino un anfiteatro.
All’interno del parco fu anche allestito uno zoo con specie di animali esotici che il sovrano Ferdinando IV fece giungere dall’estero.
Reggia di Capodimonte
La reggia di Capodimonte nasce su ordine di Carlo III di Borbone, per custordire la collezione di sculture e pitture dei Farnese. Fu la residenza storica dei Borbone, ma anche dei Bonaparte e Murat nonché dei Savoia.
I lavori di edificazione furono affidati ad Angelo Carasale, Giovanni Antonio Medrano ed Antonio Canevari.
Le facciate sono completamente spoglie di qualsiasi stemma reale borbonico o di qualsiasi incisione che ne attribuisce l’aspetto di residenza reale ufficiale.
La reggia si presenta con una pianta rettangolare, dalla lunghezza di 170 m per 87. Le pareti esterne, intonacate in rosso napoletano, sono in stile neoclassico con influenze doriche. Il palazzo ha due livelli e al primo piano si trovano gli Appartamenti Reali, che contengono le meravigliose opere della collezione Farnese.
Il parco della reggia di Capodimonte ha un’estensione di centoventiquattro ettari ed era prevalentemente utilizzato dai sovrani per battute di caccia e per l’organizzazione di feste.
Al suo interno sono presenti oltre quattrocento varietà di piante secolari, a cui nel tempo si sono affiancate coltivazioni di piante da frutta, specie esotiche, e palme, oltre a statue, fontane e numerosi edifici, come la casina dei Principi.
Reggia di Caserta
La reggia di Caserta è la più grande, la più importante e l’unica dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO tra le residenze reali appartenute ai Borbone di Napoli.
Il palazzo fu voluto dal re Carlo III di Borbone, colpito dalla bellezza del paesaggio casertano, che affidò il al più importante architetto italiano del periodo, Luigi Vanvitelli.
Il risultato è un’immensa reggia che, con il suo parco, è paragonabile per splendore solo alla reggia di Versailles.
Per un approfondimento vedete gli articoli latuaitalia.ru e latuaitalia.ru/art/la-reggia-di-caserta.
Casina Vanvitelliana
La Casina Vanvitelliana fu costruita nel 1782 su un’isoletta del Lago Fusaro, nel comune di Bacoli.
I lavori furono eseguiti da Carlo Vanvitelli su commissione del re Ferdinando IV di Borbone. L’intento era quello di realizzare un casino di Caccia sul lago; successivamente, data la bellezza paesaggistica del posto, il complesso fu utilizzato come residenza degli ospiti illustri che facevano visita ai reali e alla capitale.
Dal punto di vista architettonico, la Casina è tra le più raffinate produzioni settecentesche; l’edificio presenta una pianta assai articolata, composta da tre corpi ottagonali che si intersecano l’uno alla sommità dell’altro, restringendosi in una sorta di pagoda, con grandi finestre disposte su due livelli; un lungo pontile in legno collega inoltre la Casina alla sponda del lago.
Tra i tanti uomini di storia e cultura, all’interno dell’edificio furono accolti Francesco II d’Asburgo-Lorena, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini e il Presidente della Repubblica italiana Luigi Einaudi.