Oggi questi lunghi passaggi sotterranei sono assai frequentati perché ricchi di sculture, affreschi ed epigrafi, testimoniano gli usi e costumi della Chiesa primitiva.
Forse pochi lo sanno, ma le catacombe a Roma sono più di sessanta, le più conosciute, però, si trovano nella zona dell’Appia Antica e dell’Ardeatina (San Sebastiano, San Callisto, Santa Domitilla).
Un modo inedito e alternativo di visitare la Città Eterna!
Catacombe di San Callisto
Le catacombe di San Callisto costituiscono il nucleo cimiteriale più antico, e meglio conservato, della Via Appia. Sorte verso la fine del secolo II da una grande area sepolcrale comunitaria della Chiesa, gestita autonomamente dall’autorità ecclesiastica, prendono nome dal diacono Callisto che fu preposto all’amministrazione del cimitero da papa S. Zefirino. Divenuto a sua volta pontefice, Callisto ingrandì il complesso funerario e questo fu il luogo dove trovarono sepoltura sedici pontefici romani del III secolo (Cripta dei papi). Alla catacomba si scende mediante un ripido scalone e, passando proprio dalla cripta dei papi, si accede, mediante una piccola apertura, al cubicolo in cui fu rinvenuta la tomba di Santa Cecilia: sulle pareti si conservano pitture del V-VI secolo, tra cui la più antica immagine della Santa in atteggiamento di orante.
Usciti dalla cripta di Santa Cecilia, si può scendere ad un ossario, costituito da strati sovrapposti fino a raggiungere 4 metri di altezza, e poi percorrere una galleria in cui si apre una serie di cubicoli detti “dei Sacramenti” a causa delle pitture che alludono al Battesimo e all’Eucarestia. Dopo aver visitato il monumentale sarcofago detto “di papa Milziade“, si penetra nelle altre regioni dei SS. Gaio e Eusebio e in quella detta “liberiana” per tre iscrizioni del tempo di papa Liberio (352-366), nella quale vi sono arcosoli dipinti con scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Infine si giunge ad un nucleo primitivo, le “cripta di Lucina“, dove si trovano il sepolcro di papa Cornelio decorato da pitture in stile bizantineggiante e, vicino, due affreschi che raffigurano uno, “il Buon Pastore e orante” e l’altro due pesci con due cesti pieni di pane e al centro un bicchiere di vetro colmo di vino, simboli evidenti del cibo eucaristico.
Catacombe di Priscilla
Le catacombe di Priscilla sono la testimonianza meglio conservatasi della vasta area funeraria che era attraversata dalla via Salaria. I nuclei primitivi di questa catacomba, tra le più vaste e antiche di Roma, risalgono alla fine del II secolo, testimoniati dalla presenza di molte iscrizioni con i nomi di Pietro e Paolo. La sua denominazione deriva dalla proprietaria del terreno, la matrona romana Priscilla il cui figlio avrebbe ospitato S. Pietro. La parte più antica prende il nome di “cappella greca ” dalle due iscrizioni in lettere greche dipinte in rosso nelle nicchie presenti in questo luogo, che in origine serviva come riparo per la calura estiva, rinfrescato, pare, da giochi d’acqua e arricchito da ornamenti. Le scene dipinte riportano episodi del Vecchio e Nuovo Testamento. Nel III secolo si scavò un secondo piano comprendente una lunga galleria principale con ai lati oltre venti gallerie minori. Un’altra regione si sviluppò intorno al vecchio nucleo ” dell’arenario ” dove si conserva una pittura con la più antica raffigurazione della Vergine col Bambino. Nel IV secolo venne edificata sulle catacombe una basilica, detta di S.Silvestro, che è ora in gran parte ricostruita.
Catacombe di San Sebastiano
Queste catacombe, estese su quattro livelli, sorgevano in un profondo avvallamento, usato come cava di pozzolana e detto “ad catacumbas” Usate già come luogo funerario pagano, si trasformarono in necropoli cristiana verso la fine del II secolo, dedicate ai SS. Pietro e Paolo. La tradizione vuole che qui fossero nascosti, in una “cella memoriae” i resti dei due Santi prima della costruzione delle due basiliche sul Colle Vaticano e sulla via Ostiense. Solo nel IV secolo le catacombe hanno preso la denominazione attuale che deriva dal nome del Santo che qui fu deposto dopo la morte (298). Il giovane Sebastiano aveva preferito subire il supplizio delle frecce piuttosto che abiurare alla fede cristiana, ma non essendo deceduto, aveva sfidato l’imperatore Diocleziano non appena si era rimesso in forze. Questi lo aveva fatto condurre all’ippodromo del Palatino dove era stato ucciso a colpi di bastone e il suo corpo gettato nella Cloaca Massima. Miracolosamente apparso in sogno alla matrona Lucina, fu raccolto pietosamente da questa nelle sue spoglie mortali e trasportato presso le catacombe che da lui presero il nome.
Catacombe di Domitilla
La Catacomba di Domitilla è tra i cimiteri più vasti della Roma sotterranea ed ha origine da alcuni sepolcreti costituiti in terreni appartenenti a Flavia Domitilla e da questa donati ai propri liberti. Flavia Domitilla era nipote di Tito Flavio Clemente, console nel 95 d.C. ed imparentata con la famiglia imperiale di Vespasiano.
Catacombe di Ponziano
Le Catacombe di Ponziano sono così chiamate probabilmente dal nome del proprietario del terreno. Il Cimitero ebbe massimo sviluppo nel IV secolo. Legato ad Abdon e Sennen, due persiani convertiti, condotti a Roma e uccisi nell’anfiteatro, e ad altri martiri (Vincenzo, Pollione, Candida). Conserva pitture del VI-VII secolo, e un ambiente adibito a funzione di battistero.
Catacombe Ebraiche di Vigna Randanini
Sono catacombe di proprietà privata sotto la tutela della Soprintendenza Archeologica di Roma. Queste catacombe, scoperte nel 1859, costituiscono uno degli esempi migliori di strutture cimiteriali della comunità ebraica di Roma, presente nella città già dal II secolo a.C. e divenuta sempre più numerosa soprattutto in epoca imperiale. L’ingresso alle catacombe avviene attraverso una vasta aula rettangolare, in origine a cielo aperto ed in seguito divisa in due parti e coperta da una volta, probabilmente per essere utilizzata come sinagoga.
Le gallerie presentano tombe a “forma”, cioè scavate nel pavimento, loculi chiusi da mattoni, arcosoli e le caratteristiche sepolture a Kôchim, di origine fenicia, costituite da tombe a forno a più piani. Alcuni cubicoli dipinti riportano, oltre a motivi floreali e raffigurazioni di animali, anche soggetti tipici della religione ebraica come l’arca della legge e il candelabro a sette braccia. Da notare invece l’assenza di iscrizioni in ebraico. Le catacombe raggiunsero il loro massimo sviluppo nel III e IV secolo d.C.
Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro
Il complesso, segnalato dalle fonti come “inter duas lauros” dal nome antico della località, comprende la Catacomba di Marcellino e Pietro, la basilica omonima e il Mausoleo di Elena, noto anche con il nome di Tor Pignattara. Si accede alle catacombe dal cortile della basilica. Il sepolcro dei due Santi era inizialmente costituito da dues emplici loculi, in seguito arricchiti da monumentali decorazioni marmoree per volontà di papa Damaso (366-84), il quale si tramanda abbia conosciuto le vicende di Marcellino e Pietro direttamente dal loro carnefice.
Damaso fece costruire la scala d’accesso e un percorso obbligatorio per i pellegrini che si snodava tra sopra e sottoterra. I corpi dei due martiri rimasero nella cripta sotterranea fino al pontificato di Gregorio IV (826), quando furono trasportati in Francia e di qui in Germania.
La grande devozione dei fedeli per questo sito è documentata dai numerosi graffiti nell’absidiola e nelle gallerie che conducono verso le tombe dei martiri; non solo compaiono invocazioni in latino, ma anche in runico, a testimonianza della frequentazione del luogo di culto da parte anche di Celti e Germani. Le catacombe, decorate da scene bibliche, sono tra le più grandi di quelle presenti a Roma.
Onorio I (625-38) fece costruire una piccola basilica sotterranea absidata per accogliere i fedeli sempre più numerosi, raddoppiò la scala d’ingresso al vano basilicale e consacrò un altare proprio sopra i due loculi; tra il V e il VII secolo fu creato il nuovo santuario dedicato ai SS.Quattro Coronati, collegato al primo nucleo martiriale tramite percorsi a senso unico contrassegnati da lucernari; inoltre, per agevolare il cammino delle schiere di pellegrini, furono sbarrate le gallerie secondarie e i cubicoli e costruite nuove scale. Adriano I infine (ultimo quarto sec. VIII) provvide all’ultimo allargamento dell’edificio. Tra le pitture presenti, merita una segnalazione quella che rappresenta l’Epifania con due Magi.
Catacombe di Sant’Agnese
Il complesso monumentale è composto dalla Basilica di Sant’Agnese fuori le Mura e dal Mausoleo di Santa Costanza, il monumento destinato ad accogliere le spoglie di Costanza e di sua sorella Elena, figlie di Costantino, costruito intorno al 350. Sotto la Basilica e nella zona circostante si estendono le gallerie di una vasta catacomba, scoperta casualmente nel 1865, che è sicuramente anteriore alla deposizione delle spoglie della Santa, come dimostrano le numerose iscrizioni ritrovate. Il cimitero, privo di pitture, si articola su tre piani in quattro regioni. La regione più antica è a sinistra della basilica e ha un cubicolo chiuso da una grande pietra come nelle tombe giudaiche. La quarta regione si trova proprio sotto l’atrio della chiesa costantiniana.