“Bisogna cambiare modo di promuoversi” – intervista al Ministro Gian Marco Centinaio

Di recente, il ministro Ministro Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio, è stato in visita ufficiale a Mosca. Soprattutto per il nostro sito, il ministro ha parlato del futuro del turismo, dell'agriturismo e ci ha anche suggerito uno dei suoi piatti preferiti.

 

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Gian Marco Centinaio, Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo

 

Gentile Ministro, l’apporto del turismo all’economia italiana è da sempre significativo. Come si è evoluto questo settore dai tempi del Grand Tour fino all’odierna realtà della sharing economy?

Il mercato turistico sta cambiando radicalmente sotto la spinta di molti fattori. La destinazione Italia ha tutto quello che serve per essere un ‘prodotto’ ben definito ma si può e si deve fare di più. Il mio compito è quello di individuare una visione strategica di ‘Brand Italia’. Chi oggi decide di visitare un paese, organizzare un viaggio, lo fa in modo molto diverso rispetto a qualche anno fa. Si va sempre più sull’acquisto del prodotto on line. Serve quindi maggior innovazione tecnologica. Vogliamo essere pronti a cogliere le opportunità che il mercato offre. Per far questo occorre capire insieme agli operatori e alle Regioni in che direzione andare e dove andare. Decidere chi sono i nostri potenziali turisti e i nostri potenziali clienti, allora potremo andare in quelle realtà in cui c’è veramente la possibilità di far fare business alle nostre aziende. Bisogna fare tanta programmazione, analisi dei dati, cominciare ad avere dati certi in tempo quasi reale, e soprattutto andare a promuoverci con una voce sola. Nel mio recente viaggio in Russia ho spiegato come in Italia vogliamo puntare sul turismo enogastronomico, i piccoli borghi, il turismo di pellegrinaggio, le aree termali e le crociere. Mete diversificate quindi, rispetto alle classiche città d’arte come Venezia, Roma, che però proprio perché meno note devono essere riconoscibili: i nostri interlocutori devono sapere che quel borgo, quell’area termale sono in Italia. Bisogna cambiare modo di promuoversi. Occorre promuovere il Sistema Italia.

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L’agricoltura è un settore molto rilevante in Italia, molti prodotti di alta qualità sono esportati in tutto il mondo. In seguito alla Sua recente visita presso la fiera alimentare ProdExpo a Mosca, può affermare che la Russia rappresenti un mercato importante per i produttori italiani del settore?

La Russia rappresenta e ha sempre rappresentato un mercato fondamentale per i produttori italiani. Le sanzioni e il blocco commerciale ci stanno costando sotto forma di calo export un enorme danno. Basta pensare che prodotti come l’ortofrutta, i prodotti lattiero-caseari, le carni hanno registrato un calo delle esportazioni prossimo al -90%. Quest’anno l’export italiano è cominciato a ricrescere, è un buon segnale. Ma non basta. Il nostro obbiettivo è togliere le sanzioni e permettere alle aziende italiane di ricominciare a lavorare, anche perché in questi anni in Russia stiamo assistendo a fenomeni sempre più frequenti di Italian Sounding. Il Prosecco si produce in Italia e non in Russia. Questo deve essere ben chiaro. I nostri prodotti sono sinonimo di qualità ed eccellenza e non possiamo tollerare imitazioni che non hanno nulla a che fare con il made in Italy. La ripresa del dialogo è importante per sostenere la crescita del mercato italiano all’estero.

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A sinistra: con il vice ministro dello sviluppo economico con delega al turismo Sergej Galkin
durante la missione a Mosca

Il turismo enogastronomico sta acquistando popolarità in tutto il mondo, anche tra i russi. L’Italia è una meta ideale per gli amanti della cultura e dell’arte culinaria. Quali sono le prospettive future per questo settore? Ritiene che l’attività agrituristica sia indirizzata prettamente agli stranieri o anche agli italiani?

I dati ci dicono che il turismo enogastronomico è in continua crescita. I turisti sono sempre più attirati dall’offerta enogastronomica, dai sapori e dai profumi dei luoghi che scelgono di visitare. I turisti si muovono per cercare esperienze legate al cibo e al vino. E questo riguarda indifferentemente italiani e stranieri. L’obiettivo è quello di creare nuove sinergie tra turismo e agricoltura tramite iniziative coordinate, imperniate sulla valorizzazione delle specificità territoriali, fondate sul binomio enogastronomia e turismo, soprattutto nelle aree interne del Paese. L’Italia ha enormi potenzialità tutte ancora da scoprire. Proprio per questo a dicembre scorso abbiamo sottoscritto un accordo con Google per permette agli agriturismi di entrare in possesso di una pagina gratuita Google My Business dove poter creare una scheda personalizzata con testi e foto della propria struttura agroturistica. Abbiamo la necessità di informare il più velocemente possibile, essere efficienti ed efficaci e soprattutto promuovere nel migliore dei modi il nostro Paese. E bisogna farlo in Rete, perché sempre di più i turisti chiedono informazione tramite la Rete.

Sul nostro sito cerchiamo di divulgare costantemente curiosità e tradizioni d’Italia, anche poco conosciute, per suscitare l’interesse del lettore. Può suggerirci un prodotto o un piatto tipico italiano che Le piace particolarmente e che vorrebbe consigliare ai nostri lettori?

Pisarei e Fasò

Il mio piatto preferito è un piatto che pochi conoscono, perché è un piatto tipico. Si chiama “Pisarei e Fasò”. È un’antica ricetta Emiliana, costituita da gnocchetti di farina e pangrattato conditi con fagioli, lardo e pomodoro.

Per concludere: ha un luogo a cui è particolarmente legato semplicemente per la propria bellezza o magari per un ricordo personale? Qual è il Suo posto preferito nella regione Lombardia?

Il mio luogo del cuore, sarò banale – Pavia.

 

Luogo
Lombardia
Parole chiave
intervista, Lombardia, Pavia

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