Abbazia di San Galgano (Toscana)
Nel cuore della Toscana c’è un’abbazia abbandonata con una spada che emerge da un blocco di pietra. Alcuni storici sono sicuri che stiamo parlando di Excalibur, che prima del Re Artù apparteneva al suo fedele cavaliere Gawain (la versione britannica del nome italiano Galgano). Galgano Guidotti nacque nel 1148 in una nobile famiglia, crebbe un giovane viziato e sregolato, ma un giorno ebbe una visione: l’arcangelo Michele lo chiamò. Come ipnotizzato, il cavaliere seguì il messaggero alato e tutta la sua vita cambiò. Scambiò il mantello di un guerriero con la tonaca di un monaco. Non trovando un albero adatto per fare un crocifisso, infilò la spada nella pietra e l’elsa gli sostituì la croce. Galgano mangiava erbe selvatiche, guariva i malati e gli indemoniati e quattro anni dopo la sua morte fu canonizzato. La costruzione della cappella e dell’abbazia con i simboli dei Celti e dei Templari è durata quasi un secolo. Nel Settecento il campanile e il tetto sono crollati, ma la cappella è sopravvissuta fino ai giorni nostri: la spada è ora chiusa da una cupola di vetro che la protegge dai vandali. Le rovine sono state riprese nei film “Il paziente inglese” di Minghella e “La nostalgia” di Tarkovsky.
Catacombe dei Cappuccini
Catacombe dei Cappuccini a Palermo sono una vera e propria città dei morti, una maestosa incarnazione del culto della morte che regnava in quest’isola soleggiata. Nei lunghi corridoi sotterranei ci sono oltre 8000 mummie e scheletri elegantemente vestiti. Stanno a piedi o giacciono in nicchie, divise per il sesso e gruppi sociali – quasi tutti appartenevano alle classi superiori, perché il processo di imbalsamazione era costoso: erano prelati, aristocratici, mercanti, ufficiali, le loro mogli e figlie, nonché i monaci stessi. Il metodo di imbalsamazione in Sicilia includeva la rimozione di organi interni, l’essiccazione del corpo per circa un anno in camere speciali, il lavaggio con aceto, il ripieno di paglia, dopodiché il corpo era vestito con gli abiti del suo ex proprietario. Altri metodi venivano usati durante i periodi di epidemia, come il bagno di arsenico o l’immersione nell’acqua di calce. La vista più straziante è la mummia della bambina di due anni Rosalia Lombardo, morta di polmonite – sembra che stia solo dormendo e sta per svegliarsi piena di vita. Le catacombe sono aperte al pubblico e rendono chiunque in modo filosofico.
Porta Alchemica a Roma
Questa porta è anche chiamata Magica, Celeste ed Ermetica. Fu costruito nel 17° secolo per la volontà del marchese Massimiliano Savelli Palombara nella sua villa – e ora puoi ammirarla in Piazza Vittorio Emanuele II, nel centro del colle Esquilino. L’aristocratico era appassionato di alchimia ed esoterismo, avendo allestito un vero laboratorio per esperimenti nella sua tenuta. Uno dei suoi ospiti alchimisti presumibilmente è riuscito a trovare l’erba che trasforma qualsiasi metallo in oro – e la mattina dopo, passando attraverso la porta, è scomparso senza traccia, lasciando dietro lingotti d’oro e una pergamena con simboli misteriosi. Il marchese ordinò di metterli sulla porta, nella speranza che un giorno qualcuno potesse decifrarli e creare una pietra filosofale.
Villa Palagonia a Bagheria (Sicilia)
L’arredamento surreale di questa villa è stato realizzato per volere del suo eccentrico proprietario – il settimo principe di Palagonia, soprannominato il “Negromante”. I contemporanei erano convinti che il gobbo ricco ma brutto fosse pazzo, però forse era semplicemente frainteso. I mostri grotteschi e cupi, creazioni della sua immaginazione (gnomi, centauri, draghi, creature mitologiche) abitano la villa e sbalordiscono i suoi ospiti fino ad oggi. È sorprendente nel suo splendore la Sala degli Specchi, assolutamente da vedere almeno una volta nella vita. Se sei per sfortuna lontano dalla Sicilia, puoi ammirare la villa nei film di Michelangelo Antonioni “Avventura” e “Baaria” di Giuseppe Tornatore.
Castello di Montebello a Poggio Torriana (Emilia-Romagna)
In questo castello nei dintorni di Rimini vive un fantasma di una bambina. Secondo la leggenda, nel 1370 nacque una figlia del signore Ugolinuccio Malatesta, che si chiamava Guendalina. È cresciuta dolce e gentile, ma si è rivelata un albino. Nel Medioevo, ciò equivaleva a una condanna a morte: tali bambini erano considerati messaggeri diabolici e venivano bruciati sul rogo. Pertanto, sua madre colorava i suoi capelli con varie infusioni di erbe, ma ha ottenuto solo una tinta blu, per la quale la bambina è stata soprannominata “Azzurrina”. Alla ragazza era severamente vietato lasciare il castello, per salvarla dai guai. Tuttavia, il giorno del solstizio, quando aveva 5 anni, scese le scale nello scantinato per ricuperare una palla – e nessuno più la vide. Tutte le ricerche erano vane. Da allora, ogni 5 anni nella notte del 21 giugno, si sentono passi leggeri e una voce lamentosa nel castello.
Il Ponte del Diavolo a Borgo a Mozzano (Toscana)
A 20 chilometri da Lucca si trova il ponte asimmetrico della Maddalena costruito nel 1100, chiamato anche Ponte del Diavolo. Il paesaggio circostante è uno spettacolo fantastico: il Serchio, montagne selvose, una vecchia ferrovia e cinque campate ad arco di un ponte, tutte di diverse dimensioni, che fanno sembrare l’intera struttura un’ala di pipistrello. Si dice che il capo dei costruttori, desperato di completare il lavoro in tempo, ha pregato disperatamente l’aiuto al diavolo. Tuttavia, l’ultimo in cambio ha richiesto un’anima di chi sarebbe il primo a camminare per il nuovo ponte. Il contratto fu firmato con il sangue e immediatamente il ponte collegò le due sponde. Però, il costruttore era molto intelligente: la mattina presto, prima che qualcuno si avventurasse ad attraversare la strana struttura, ha lasciato che un maiale la superasse. Il diavolo sconfitto fu costretto a ritirarsi con le mani vuote.