Iniziamo il nostro itinerario dall’aeroporto di Reggio di Calabria. Si potrebbe anche, naturalmente, arrivare subito direttamente in Sicilia: a Catania o a Palermo; in tal caso però vi neghereste la possibilità di attraversare il mitico Stretto di Messina su un enorme traghetto, che è in grado di trasportare anche un intero treno ferroviario. Una possibilità unica di ammirare, dal ponte della nave, il panorama di due regioni italiane; per arrivare a Messina ci vogliono appena venti minuti.
Messina
Messina è la terza città della Sicilia; quasi completamente distrutta durante il terremoto del 28 dicembre 1908, perse circa 60 000 abitanti. Solo l’intervento dell’equipaggio di alcune navi russe, che erano nelle vicinanze, impedì che le vittime fossero ancora più numerose. I nostri marinai salvarono migliaia di vite meritandosi un onore un rispetto speciali tra i messinesi. Tre anni dopo lo scultore italiano Küfferle realizzò un progetto di monumento agli eroi della flotta russa, c’è voluto però più di un secolo acciocchè l’opera fosse infine eseguita; a firmarlo è stato il russo Andrey Klykov. I cittadini di Messina, tra cui ci sono tuttora discendenti di persone sopravvissute e salvate nel disastro, hanno intitolato ai marinai russi la piazza in cui è collocato il monumento.
La città è molto tranquilla e spaziosa, l’unico monumento grandioso è il Duomo, che vanta un organo secondo in dimensioni solo a quello del Duomo di Milano in Italia è uno dei più grandi in Europa.
Il miglior periodo per un viaggio in Sicilia è la metà di agosto: infatti, è proprio in quel periodo che cade la festività di Ferragosto, che coincide con la ricorrenza cattolica dell’Assunzione di Maria. A Messina le celebrazioni hanno una dimensione importante, sono appassionate e suggestive. Alle 18:30 parte da Piazza Castronovo una processione solenne cui partecipano alcune migliaia di fedeli che portano un’enorme struttura decorata da figure di angeli, corone e altri simboli della Chiesa. In cima c’è la statua di Cristo che regge in braccio la Madonna. La tradizione risale al Cinquecento, e fino al 1860 al posto delle figurine di cartapesta erano persone in carne ed ossa a rappresentare i santi, con la bambina che interpretava la Madonna cui spettava il diritto di chiedere la grazia a uno dei condannati alla pena di morte.
La processione composta da fedeli, gente del posto, stranieri e turisti sfila dal porto verso il centro della città. Le persone in processione, che portano tradizionali abiti bianchi, trainano il carretto con i santi; a festa finita, le funi utilizzate vengono fatte a pezzi e distribuite ai presenti.
Ora spostiamoci un po’ verso il nord, fermandoci a Torre Faro, un paesino di pescatori. Vale la pena sostare in qualche ristorantino locale per assaggiare un classico gastronomico – il pesce spada. Questa prelibatezza non è facile da prendere, e la gente del luogo ha perfezionato nei secoli le proprie abilità. Si utilizzano barche apposite (il cui nome, feluca, risale a radici arabe e greche) e arpioni che assomigliano piuttosto a delle lunghe lance con un gancio. Questo pesce può essere servito in un trancio con pomodori, olive e prezzemolo, e anche come involtini – braciola – farcite di molliche di pane, formaggio e ancora prezzemolo.
Milazzo
Seguendo quindi la costa nord-est dell’isola ci si dirige verso Milazzo. Moltissime sono le calette di acqua cristallina e le spiagge bianchissime, completamente sconosciute ai turisti, in cui è possibile fermarsi a fare un tuffo prima di proseguire verso la città.
Milazzo è uno dei porti più importanti della Sicilia. Teatro della famosa battaglia di Milazzo, vide Garibaldi, in marcia con le sue truppe verso Messina, sconfiggere i Borboni; a ricordo della battaglia si può vedere ancora una palla di cannone che, mancata la fortezza, colpì invece la chiesa di san Francesco da Paola, dove si trova tutt’ora, con tanto di targa commemorativa. Come porto Milazzo ha una collocazione molto vantaggiosa: da qui si possono raggiungere facilmente sia Napoli che le Isole Eolie.
Isole Eolie
Le Eolie, dette anche Isole Lipari, sono un magnifico arcipelago di origine vulcanica, costituito da sette isole: due di esse, Vulcano e Stromboli, hanno vulcani ancora attivi. Girarle tutte e sette è alquanto difficile, mentre vedrne almeno due vale sicuramente la pena ed è fattibile in giornata.
Ancora prima di sbarcare su Vulcano si viene avvolti nell’odore di gas vulcanici che proviene dalle fumarole. La bellissima spiaggia di nera sabbia vulcanica e la possibilità di immergersi nei fanghi, sempre vulcanici, fa ben presto dimenticare tutto: dotati di grandi proprietà rigeneranti, i fanghi vulcanici sembrano quasi vivere di vita propria, fanno molto bene a chi soffre di disturbi dell’apparato locomotore, e costituiscono già di per sé un’esperienza. Dopo averci messo più tempo per lavarti i fanghi dal corpo rispetto a quanto ci avevi messo per metterli senti veramente che almeno la pelle ne ha tratto beneficio.
Poi ci dirigiamo verso una delle spiagge. In realtà non è che abbiano qualcosa di particolare: è solo che al posto della sabbia normale c’è quella completamente nera. Al sole si arroventa tanto da render impossibile camminarci a piedi nudi, e rende imprescindibile un tuffo nelle acque limpide della baia: sembra di poter toccare Lipari allungando solo allungando una mano.
Lipari
Lipari è l’isola più grande e più bella dell’arcipelago: le strette viuzze di case bianche e azzurre ricordano alcune isole greche o tunisine. Ma siamo in Sicilia, e i profumi e i sapori del luogo sono inconfondibili. A Lipari nasce infatti la Malvasia di Lipari DOC, un vino dolce dal colore dorato, che profuma di pesca, datteri e albicocche. L’acidità è moderata e il gusto è molto equilibrato, con un retrogusto di mandorla.
Tindari
Si inizia a far sera, e così, lasciate le Eolie affrontiamo l’ultima tappa del nostro viaggio, spingendoci a ovest di Milazzo, vicino al Golfo di Patti. Qui, arroccata su un monte, troviamo Tindari: adesso cittadina minore, con appena 33 abitanti nel 2001, conserva tracce dell’antica importanza nei ruderi del magnifico teatro greco-romano. Dal 1956 vi si svolge il Festival estivo di teatro e danza. Suggestivo è anche il santuario della Madonna Nera, che custodisce una statua della Vergine in legno scuro.
Questo è solo l’inizio; un viaggio in Sicilia può continuare all’infinito: in ogni angolo dell’isola troverete qualcosa di interessante e irrepitibile. L’importante è non cedere ai richiami standardizzati dei depliant pubblicitari e non limitarsi a visitare soltanto i posti ben noti. La Sicilia, come l’Italia tutta, svelerà i suoi misteri soltanto ai più curiosi.
Testo: | Dmitry Lysenkov |