Com’è iniziato il suo percorso musicale? Perché ha scelto proprio la tromba?
Per caso. Avevo sette o otto anni, abitavo a Trieste e frequentavo la scuola locale. Giocavo a pallacanestro, ma un giorno mi dissero che avrei dovuto cominciare a far musica. Arrivai per ultimo nella saletta dove c’erano gli strumenti. Gli altri bambini avevano gia’ scelto e per me era rimasta soltanto una vecchia tromba. Provai a suonarla e l’intesa fu immediata. Da quel giorno non l’ho mai più abbandonata. Ho suonato così per diversi anni senza leggere la musica e limitandomi a imitando il suono altrui: mi accontentavo di ascoltare il suono meraviglioso dello strumento. Solo piu’ tardi ho iniziato a studiare seriamente, da professionista.
La Sua carriera di musicista è legata in modo profondo al cinema. La musica ha ancora oggi la stessa importanza di un tempo nel cinema?
– La considerazione di partenza e’ che la musica nel cinema è nata prima del dialogo: il cinema muto era gia’ una forma d’arte straordinaria. La musica per un film ha un’importanza enorme: Fellini, ad esempio, sapeva benissimo che quando la scena era debole la musica doveva essere straordinaria. Ma credo che non esista di per se’ la “musica per i film”. E’ un’associazione tra due forme d’arte autonome che puo’ creare un capolavoro.
Io ho lavorato a lungo per il teatro: suonavo al Teatro dell’Opera a Roma. Ho iniziato nel 1985, quando a 27 anni. Ero giovane e la prima sera dopo l’audizione, sulle scale, ho incrociato la grande Maya Plisetskaya, moglie di Rodion Scedrin (celebre compositore russo scomparso nel 1991) e allora la più grande star del balletto di Roma. Non ci potevo credere: era un sogno ad occhi aperti…
Quindi la musica per il cinema sarà sempre importante?
Certo, e lo sarà sempre! Anche se ormai si fa tutto col computer per questioni di costi. Ma il ruolo della musica nei film, ne sono certo, evolvera’ ancora…se ci si pensa, quella cinematografica e’ un’arte estremamente giovane, se paragonata, per esempio, all’opera…
C’è un cantautore o un musicista russo che ama particolarmente?
– Amo moltissimo la cultura russa e credo che siano russi alcuni degli apici assoluti della musica classica! Credo che Yuri Ahronovitch sia stato uno dei grandissimi direttori russi di questo secolo. Stanno preparando un film su di lui a cui partecipero’ come suo amico e come testimone del suo genio. Valery Gergiev e’ un altro grande musicista russo con cui ho lavorato quando dirigeva l’orchestra di San Pietroburgo…
Cos’ha dato la musica italiana al mondo?
Direi innanzitutto “i grandi quattro” – Rossini, Donizetti, Verdi e Puccini – che sono dei caposaldi insostituibili nella storia della musica Poi direi Monteverdi, che ha inventato l’opera…non e’ poco! Infine, non possiamo dimenticare la grande tradizione barocca! Viviamo ancora di Vivaldi, Albinoni e Scarlatti. Purtroppo, in Italia e’ mancato tutto il novecento sinfonico, ed e’ davvero un peccato….
E il novecento russo, invece?
C’è una lista enorme! Non c’è solo Prokofiev e Shestakovich, ma l’intero novecento ha una produzione straordinaria, che sara’ studiata e “digerita” ancora tra 100 anni. Valerij Gergiev e’ un genio! Lo stesso vale per Kirill Petrenko, che da pochissimo e’ diventato il direttore della Filarmonica di Berlino: decisamente un buon segno per la musica russa!
Che cosa è musica per Lei?
La musica è molto poco teoria e tanta pratica. Un musicista e’ come un calciatore: non ha alcun senso che vada in palestra per fare i muscoli, se poi non sa giocare una partita, se non la “senta”. La musica non si studia. La musica si fa e la si vive.
Parliamo un po’ di Mosca invece. Le piace come città?
Si! Mi piace moltissimo camminarci, esplorare, cercare posti nuovi, che non conoscevo… I musei sono splendidi, così come il teatro Bolshoi…Ma a me soprattutto piacciano le parti di citta’ rimaste come quelle di 50 anni fa, con le case basse, i giardinetti e gli alberi tre gli edifici…la parte storica, insomma..
Lei è triestino. E’ Trieste la sua città preferita in Italia?
Si, è la mia città natale. Ho anche una casa a Roma dove ho vissuto per 30 anni. Roma è una città caotica…e’ splendida per i turistico, ma viverci e’ diverso…Per questo da poco sono tornato a Trieste, che ha un’alta qualità della vita. Adoro Piazza Unità, con gli splendidi edifici mitteleuropei che guardano il Mare Adriatico.
E quale posto preferisce in Friuli?
Direi Aquileia – “la seconda Roma” – per l’arte e la storia. La Basilica di Aquileia ha, inoltre, i mosaici più importanti d’Italia, insieme a quelli di Ravenna. Nella cattedrale si tengono anche splendidi concerti: l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe fece costruire uno splendido altare d’organo in marmo bianco.
Ma il Friuli è tutto splendido…San Daniele, Udine, Cividale… tanti piccoli paesini…in cui si manga benissimo!
E si beve anche bene…
Certo! Amo molto i grandi bianchi: Pino Grigio, Chardonnay, Picolit, Tocai Friulano, Ribolla Gialla: sono tra i più buoni vini bianchi italiani in assoluto!
E oltre che in Friuli, dove consiglierebbe di andare in vacanza in Italia?
Io consigliere senza dubbia le spiagge delle Marche. Oppure, un po’ piu’ a Sud, l’Abruzzo. Sono due Regioni molto particolari, con splendide colline da cui si vede il mare…E si mangia benissimo! Sapete perché? Perché all’epoca della Serenissima, tutti i pescherecci attraccavano nei porti delle Marche e dell’Abruzzo: e alla tradizione agricola si e’ unita l’arte di cucinare il pesce di Venezia…
E, infine, vicino a Porto San Giorgio ci sono tantissimi outlet e i produttori di scarpe e di vistiti di lusso…
Alla fine potresti dare un piccolo consiglio per i viaggiatori russi che vogliono andare in Italia?
Forse è banale di dirlo, ma io consiglio di andare in Italia con l’idea di cercare le cose che non sono famose, di trovare delle piccole cose segrete che non sono pubblicizzati sulle guide turistiche. L’Italia è un posto straordinario perché cambia ogni cento kilometri, o meno… C’è un dialetto diverso, un modo di cucinare diverso, un mondo diverso. Il mio consiglio dunque e’: esplorate l’Italia in libertà!
Testo: | Dmitry Lysenkov |