La storia
Il nome Aegylon fu dato all’isola dai Greci intorno al 1000 a.C. ed il suo significato di “posto di capre”. Il nome attuale di Capraia deriva invece dal latino Capraria, originato a sua volta dal termine etrusco “capra”, che voleva dire “roccia”. L’etimologia del suo nome ci riporta ad un’altra importante caratteristica dell’isola: la sua origine vulcanica, il suo essere aspra e rocciosa.
L’isola ha visto susseguirsi numerosi conquistatori, che nel corso dei secoli hanno lasciato tracce della loro presenza. I Genovesi sono coloro che forse più di tutti hanno costruito sull’isola, è a loro che si devono sia il Forte di San Giorgio che le quattro torri di avvistamento.
Durante il Regno d’Italia vi fu istituita una colonia penale, come d’altronde avvenne in numerose altre isole dell’Arcipelago Toscano. Fino alla sua chiusura, che avvenne nel 1986, l’intera isola ne trasse beneficio, sia a livello economico che demografico. Attualmente gli edifici che facevano parte della colonia sono in parte inghiottiti dalla natura, in parte diroccati, lasciando al visitatore il brivido di visitarli in ricordo di ciò che fu.
Cosa vedere
I Punti Panoramici
Dal paese parte una piccola strada che si addentra nell’isola, attraversandola da nord a sud, per tutti gli 8 chilometri di lunghezza. Man mano che ci si allontana dal centro abitato la strada si restringe sempre di più fino alla “Piana”, punto da cui la strada diventa uno stretto sentiero di montagna. Passando per la “Piana” si possono vedere i vigneti dell’isola, che producono un ottimo vino. Oltre questo punto non vi è più nulla, se non la natura più selvaggia.
Il Sentiero Perduto dello Zenobito
Una delle vie più antiche di Capraia che permetteva di arrivare alla Torre dello Zenobito e che probabilmente è stato utilizzato per la sua costruzione dal 1545. La durata è di circa 3 ore a partire dalla Piana, si tratta di una difficoltà impegnativa che si consiglia di percorrere a partire dalla mattina presto. Troverete l’imboccatura del sentiero dopo alcune decine di metri sulla destra al termine della recinzione dell’Azienda Agricola della Piana e correrà lungo la costa est dell’Isola di Capraia.
Una volta giunti sul primo promontorio si scorge già lontana la torre dello Zenobito e tutte di seguito la Carbicina, il Capo, lo Scoglione, i Porcili ed il Turco. Da cui dopo una serie di sali e scendi, che offrono scorci inediti della costa est di Capraia, ci si raccorda al vecchio sentiero che scende dall’Arpagna e che porta alla Torre dello Zenobito. Grazie al raccordo con il sentiero dell’Arpagna permette di percorrere buona parte dell’Isola.
L’Aghiale – Punta del Dattero
Una strada a tornanti, panoramica sulla baia del porto e sul paese, conduce nell’area nord dell’Isola, occupata fino al 1986 dalla Colonia Penale; si attraversano le varie “diramazioni”: “l’Aghiale ” con le celle, la mensa e gli alloggi per le guardie carcerarie, la stalla e i pollai in Loc. Portovecchio, l’Ovile, gli Orti Grandi: una vallata interamente terrazzata con monumentali e secolari muri a secco.
Gli scenari che si aprono ai visitatori, oltre ad essere suggestivi dal punto di vista paesaggistico e ricchi di spunti per interessanti osservazioni naturalistiche sono impregnati da un’aria di mistero e di solitudine che i silenzi e le costruzioni, ormai abbandonate, evocano. Dall’ultima affascinante “diramazione” del carcere, chiamata la Mortola si diparte un sentiero che porta alla punta del Dattero.
Dalla scogliera a picco sul mare si vede la Corsica, i Gabbiani in volo, i cespugli del rosmarino selvativo e a volte i mufloni . L’ora migliore il tramonto, il giorno più bello il 21 giugno, solstizio d’estate. Nelle foto anche la menta selvatica i cespugli di elicriso e Proximo.
Monte Arpagna – Punta del Trattoio
L’antica mulattiera in pietra ci conduce all’”Alloggio del Capo “, ormai ridotto ad un mucchio di macerie, ed all’”Alloggio dei Marinai”, entrambi ex edifici ad uso militare. Davanti al sentiero appare subito la costruzione in ferro del “Semaforo “, sulla cima del Monte Arpagna un tempo utilizzato come punto di avvistamento dalla Marina Militare.
Dall’Arpagna il panorama è splendido: la massiccia mole della Torre dello Zenobito (1545) costruita interamente con materiale lavico della Piana omonima, la sagoma del Monte Capanne dell’Isola d’Elba. Una “galleria” di macchia alta porta al faro del Trattoio, dove è possibile osservare la selvaggia costa occidentale, l’Isolotto della Peraiola e le grotte della Cala del Vetriolo ; si può inoltre raggiungere il mare alla Cala delle Cote.
Cala della Mortola – Costa Nord Orientale
La cala della Mortola, il cui nome significa “luogo di mirti “, ha un fondale tutto di sabbia, meravigliosi riflessi verdi ed azzurri. Ha una spiaggia di ciottoli o di sabbia se il mare decide di concederla, il vento di Grecale la porta via ed il Libeccio la fa tornare indietro.
Cala Rossa – Punta sud dell’Isola
Una delle più spettacolari cale del Mediterraneo, acque cristalline e chiarissime su cui si rispecchia il contrasto tra le rocce chiare del promontorio dello Zenobito, con l’omonima Torre di origine Genovese (1545), e le rocce sanguigne della rossa parete a picco.
Punta della Teglia – Punta nord dell’Isola
La costa è dolce, e un’ampia scalinata di rocce accoglie una colonia di gabbiani reali bel osservabili dal mare. In maggio le rocce ospitano i bei fiori di molti gigli di mare illirici. In alto, sulla destra, posizionata al limite della falesia laterale, si erge la Torre delle Barbici o della Teglia di origini genovesi, rispetto alle altre Torri cinquecentesche del Porto e dello Zenobito è posteriore (1699) ed ha forma quadrata invece che rotonda. Al largo appaiono gli scogli delle formiche, dove spesso stanno posati i Marangoni dal ciuffo.
Cala dello Zurletto – Costa Orientale
Raggiungibile anche a piedi dal paese in circa 20 minuti. Dominata da un tipico scoglio a torre è una ottima cala per fare un bagno. Zurletto in capraiese è il nome dell’Asfodelo che infatti è molto diffuso in quest’area.
Cala del Ceppo – Costa Orientale
Appena superata la punte della Civitata si incontra uno scoglio semiaffiorante circondato da fondali sassosi disseminati di ricci di mare. Bellissima zona per fare snorkeling. La cala del Ceppo ha un fondale quasi tutto di sabbia e l’acqua è di un azzurro chiaro. Alla Cala si giunge anche a piedi con un sentiero che parte dal Paese e che transitando per la zona della Piana porta al mare parallelamente al vado omonimo. Il percorso è abbastanza facile e occorre meno di un’ora per arrivare al mare. E’ facile osservare in volo i rapaci sulla costa alta ed il fondale è pieno di pesci (Occhiate) che circondano la barca in attesa di un pezzo di pane secco.
Cala del Vetriolo – Costa Occidentale
Spettacolari colate laviche ed erosioni marine, al centro una misteriosa grotta con due ingressi. La roccia è perforata con grandi anfratti o “tafoni” ed è ricoperta di licheni gialli. In alto la selvaggia pendice del Monte Rosso (224 m.), dove riappaiono rocce vulcaniche rosse e una gariga ad elicriso come a Cala Rossa.
Cala del Moreto – Punta sud dell’Isola
Una grande cala rivolta a sud ovest con fondali e coste molto varie. Tappa obbligata del giro dell’Isola. Il Moreto è aggiungibile anche a piedi con un sentiero che attraversa tutta l’isola.
Lo Scoglione – Costa Orientale
Uno scoglio di lava rossa a pochi metri dalla costa. Il fondale offre bellissime immersioni e possibilità di snorkeling. Sulla costa si erge l’Ortondomo.
La cucina
I piatti tipici dell’isola sono di mare. Il totano è particolarmente apprezzato. Ogni anno, a partire dal 2000, viene organizzata la “Sagra del Totano”, che è divisa in due momenti: la gara di pesca e la degustazione del pescato; durante quest’ultima si possono assaggiare le prelibatezze dell’isola. Lungo la banchina del porto si susseguono aree di degustazione di totano fritto, riso con totano, couscous di totano, totano con le erbette, totano con le patate, lasagna di totano, crostoni di totano all’arrabbiata, arancini di totano, e tanti altri.
Altro prodotto eccellente è il Nettare di Capraia, un particolare miele millefiori di consistenza fluida, dal colore ambrato che ha vinto nel 1999 il premio come migliore miele millefiori italiano. Dal profumo aromatico e delicatamente floreale, ha un gusto leggermente amaro e si avverte la presenza del cardo. Dai frutti tipici della macchia si ricavano ottimi distillati come il Nocino, il liquore di mirto, il Limoncino, le grappe di mirto e di miele, un distillato di amarene e il Sangiovese dell’Elba, il Rubino.
Come arrivare
L’isola è raggiungibile sia da Livorno che dall’Isola d’Elba. I collegamenti da e per Livorno sono giornalieri e il viaggio dura circa 2.45 ore; dall’Isola d’Elba i collegamenti sono presenti solo nella stagione estiva. E’ sconsigliabile portare la macchina sull’isola, vietata nei mesi estivi.