Un weekend a… l’Isola d’Elba

L’isola d’Elba è stata teatro di grandi eventi storici: non esiste civiltà del Mediterraneo che non abbia lasciato tracce rilevanti del proprio passaggio. Natura, arte e cultura millenaria, racchiuse in un microcosmo di 224 kmq, creano un’atmosfera unica, rievocano scenari straordinari, frutto di incontri tra popoli diversi.

 

La storia

Vista dell’isola d’Elba / Shutterstock.com

Per gli Etruschi, l’Elba costituì una inesauribile fonte di ricchezza: già nel VIII secolo a.C. sfruttavano le miniere ed esportavano il ferro in tutto il bacino del Mediterraneo, ricavandone enormi ricchezze. Dal declino della potenza etrusca, i Romani valorizzarono anche i giacimenti di granito e scoprirono i fanghi curativi delle Terme di San Giovanni, le bellezze del paesaggio ed i vini eccellenti. “L’Isola del vino buono” diceva Plinio il Vecchio.

Nel Medioevo fu la Repubblica Marinara di Pisa a sfruttare le miniere di ferro e il granito dell’Elba: la maggior parte delle colonne che impreziosiscono Piazza dei Miracoli sono state modellate dai valenti scalpellini di San Piero. Del periodo pisano rimangono numerose testimonianze: le raffinate chiese romaniche e la torre di San Giovanni in Campo, costruita su un enorme masso di granito, ma soprattutto la possente “Fortezza” di Marciana e il maniero del Volterraio, sentinella dei monti e dei mari.

Portoferraio / Shutterstock.com

Nel 1548 fu la volta dei Medici: Cosimo I realizzò la città fortificata di Portoferraio, vero gioiello di urbanistica militare. Era così perfetta l’armonia tra mare, terra ed opere architettoniche che la nuova città fu chiamata Cosmopoli, “culla della civiltà e della cultura, esempio di equilibrio e razionalità”.

Subito dopo gli Spagnoli si insediarono a Porto Azzurro e costruirono l’imponente Forte San Giacomo. Nel XVIII secolo, l’Elba fu contesa da Austriaci, Tedeschi, Inglesi e Francesi, finché fu assegnata in “piena proprietà e sovranità” a Napoleone Bonaparte che, in dieci mesi di governo, lasciò impronte significative: costruì strade, riorganizzò l’economia mineraria, incrementò la produzione e l’esportazione del vino.

Joseph Beaume. Napoleone lascia l’Isola d’Elba per tornare in Francia. 26 Febbraio 1815

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Napoleone all’Elba

Napoleone visse in esilio all’Isola d’Elba per soli nove mesi, dal 4 maggio 1814 al 26 febbraio 1815, ma lasciò un’impronta importante nella storia dell’isola toscana. Oggi è possibile visitare le due residenze dove visse Napoleone: Villa dei Mulini a Portoferraio e Villa San Martino in campagna, vicino Procchio.

Una delle stanze della Villa dei Mulini © territoridel900.wordpress.com

La residenza di città, la Villa dei Mulini era chiamata così perché in precedenza vi erano dei mulini a vento. Attualmente vi si conservano cimeli, arredi e mobili dell’epoca e parte dell’interessante biblioteca dell’imperatore. Napoleone scelse Villa dei Mulini come sue residenze principale anche per la sua posizione di dominio sulla città: dalla terrazza infatti non solo si gode un panorama stupendo ma è possibile tenere d’occhio tutto il porto e quindi osservare quali navi entravano.

Alla Villa dei Mulini © Roberto Ferrari / Flickr.com

Villa San Martino fu acquistata da Napoleone nel giugno 1814 per farne la sua residenza estiva ma poi rimasta inabitata a causa della partenza dall’Elba. Fu in seguito acquisita dal principe Anatolio Demidoff che fece costruire l’imponente Galleria neoclassica che prese il suo nome e oggi conserva una raccolta di stampe napoleoniche ottocentesche e arredamento d’epoca nelle sale affrescate. La più bella è la cosiddetta “Sala egizia”, che voleva celebrare la vittoria di Napoleone in Egitto.

La Sala Egizia alla Galleria Demidoff. Villa San Martino / Shutterstock.com

 

Cosa vedere

Le spiagge più belle dell’Elba

Spiagge di sabbia dorata e morbida oppure di sassi bianchi che illuminano l’acqua, calette a strapiombo su scogli che si tuffano nel blu, spiagge scure di ferro che accendono il mare di riflessi. Le spiagge dell’Isola d’Elba sono tesori da scoprire: tutte diverse l’una dall’altra, con in comune solo un mare mozzafiato e un fondale ricco di pesci per gli appassionati di snorkeling.

Nella zona di Portoferraio da non perdere la spiaggia della Biodola: sabbia fine e morbida, un fondale basso, attrezzata anche per il turismo. Lì vicino ci sono anche le spiagge di Capobianco, Sottobomba e Sansone, con un fondo ghiaioso, meno frequentate.

Famosa spiaggia della Biodola / Shutterstock.com

Non troppo distante dalla Biodola, nei pressi di Procchio, si trova la spiaggia della Paolina. E’ un’incantevole piccola baia ghiaiosa con davanti un grande scoglio raggiungibile a nuoto. Secondo la leggenda la sorella di Napoleone, Paolina Bonaparte, amava prendere il sole proprio su questa spiaggia, riparata da una pineta a strapiombo sul mare.

La Spiaggia della Paolina / Shutterstock.com

Nella zona di Porto Azzurro si trovano spiagge molto belle come Barbarossa ma anche il laghetto di Terranera, con le sue caratteristiche acque gialle, nato dal riempimento di una vecchia miniera di ferro.

Anche Rio Marina era una delle zone minerarie e infatti qui si trova la suggestiva spiaggia di Topinetti, di ghiaia e sabbia nere dovuta alla presenza di minerali come il ferro. Da non perdere anche la vicina spiaggia di Cavo, la più settentrionale dell’isola.

La Spiaggia di Topinetti © Irene Savelli / Filckr.com

Sul versante nord invece si trova Marciana Marina, incantevole cittadina di pescatori. Da non perdere la spiaggia della Fenicia caratterizzata da fondali di grosse ghiaie levigati dal mare. Qui si trova anche una delle cale più nascoste e spettacolari dell’isola: Crocetta, detta anche Le Anime. Per raggiungerla è necessario calarsi lungo la scogliera a strapiombo sulla scala ma si viene ripagati da un mare turchese e da bellissimi scogli di rocce scure e chiare.

Cala Crocetta © magicmagic / Filckr.com

A Marina di Campo si trovano le località più famose, come la spiaggia di ghiaia fine di Cavoli e la vicina Fetovaia: due gioielli incastonati nelle rispettive baie, sempre affollate d’estate. La sabbia, di origine granitica, è di colore dorato. Da non perdere anche la grande e sabbiosa spiaggia di Lacona.

La spiaggia di Cavoli / Shutterstock.com

Capoliveri è la zona delle mineiere di ferro dei monti Calamita e Ginevro. La spiaggia sabbiosa più estesa è quella dell’Innamorata, sul versante occidentale del promontorio, dove ci sono anche le piccole cale di Zuccale, Morcone e Pareti. Sulla punta del promontorio, vicino a una cava di pirite fuori uso, c’è la spiaggia del Remaiolo, raggiungibile solo per una strada sterrata.

 

Campo d’Elba

Per scoprire l’Elba iniziate da Campo nell’Elba, che si trova nella parte più meridionale e pianeggiante dell’isola e si estende dal golfo di Lacona fino a Pomonte. Marina di Campo in passato era un villaggio di pescatori che si estendeva lungo la vasta baia sabbiosa. Oggi è il centro principale del comune di Campo nell’Elba e la sua spiaggia, la più lunga dell’isola, è tra le più frequentate nella stagione estiva. Sull’estremità occidentale della baia di Marina di Campo si erge la torre cilindrica costruita come sistema di difesa, probabilmente, durante la dominazione pisana. La sede del comune è situata a Marina di Campo, località balneare che si affaccia sull’omonimo golfo. In questa zona troviamo numerosi reperti archeologici a testimonianza dell’antichità dei suoi insediamenti.

Località balneare Marina di Campo © mariejirousek / Flickr.com

 

La cucina

La cucina dell’isola d’Elba è fatta di ingredienti semplici e di ricette che risentono dell’influenza di culture diverse.

A Rio si nota immediatamente la forte influenza orientale. E’ il caso della schiaccia briaca, che raccoglie ingredienti tipici della cucina orientale: pinoli ed uvetta di Smirne. Il vino aleatico, componente irrinunciabile nella versione attuale, è un’aggiunta ottocentesca, così come le noci, non prodotte all’isola e quindi assai costose. La versione ottocentesca prevedeva l’impiego del miele isolano al posto del raro e costosissimo zucchero. La schiaccia che ne risultava, senza lievito né uova, era a lunghissima conservazione e quindi adattissima a far parte delle provviste dei marinai. Successivamente altri piatti poveri come la sburrita, il gurguglione e lo stoccafisso entrarono a far parte della cucina dell’isola d’Elba, importati direttamente dagli Spagnoli o attraverso i soldati napoletani che costituivano la guarnigione di presidio della parte sud orientale dell’isola, sottoposta al governatorato spagnolo.

Un antipasto di pesce / Shutterstock.com

Antichissima è la maniera di preparare le imbollite, focaccine a base di fichi grasselli che abbondano in questi luoghi. La sportella è invece una sorta di pane con gli anaci, oggi più raffinato di un tempo, quando insieme al cerimito era oggetto di scambio tra fidanzati durante le festività pasquali. La forma, che richiama il simbolo dei due sessi, vuole essere di auspicio per una futura fertile stagione.

La grande quantità e la buona qualità del pesce favorisce la preparazione di piatti come il polpo lesso, che all’Elba si mangia “alla forchetta”, gli zerri fritti o marinati, la zuppa di favolli, i totani e le seppie cucinati in vari modi, le minestrine di pesci di scoglio e bietole, gli spaghetti con la margherita, il cacciucco.

Molto ricercate dai buongustai sono le aragoste che i pescatori di Marina di Campo pescano in primavera.

La diversa dislocazione degli abitanti caratterizza dunque la cucina elbana. I paesi situati in collina o in montagna hanno una tradizione basata sui dolci e sui pani di varia forma e confezione , mentre “le marine” ci offrono piatti principalmente a base di pesce.

Come arrivare

Via mare

L’isola d’Elba è raggiungibile imbarcandosi a Piombino Marittima. Con una sola ora di navigazione si coprono i circa 10 chilometri che separano l’isola dal continente, raggiungendo i porti di Portoferraio (il principale), Cavo e Rio Marina.

In alternativa esiste un collegamento veloce con aliscafo, per il solo trasporto passeggeri, che in soli 35 minuti raggiunge Portoferraio.

In auto

Da Nord: Da Milano autostrada A1 immettersi a Parma Ovest sulla A15 per raggiungere l’autostrada A12 Genova-Livorno, uscire a Rosignano, proseguire sulla S.S. Aurelia fino a Venturina-Isola d’Elba e da qui per Piombino Marittima.

Da Nord-Est: Autostrada A1 Bologna-Firenze-Pisa-Livorno: uscire a Rosignano, proseguire sulla S.S. Aurelia fino a Venturina-Isola d’Elba e da qui per Piombino Marittima.

Da Sud: Autostrada A12 Roma-Grosseto: S.S. Aurelia uscita Venturina-Isola d’Elba, proseguire per Piombino Marittima.

In aereo

L’isola d’Elba è collegata al continente da vari voli durante il periodo estivo effettuati da compagnie italiane e straniere. Gli aeroporti collegati sono quelli di Pisa, Zurigo, Berna, Ginevra, Altenrhein, Friedrichshafen, Düsseldorf, Amburgo, Monaco di Baviera, Colonia, Berlino, Londra.

L’aeroporto si trova in località La Pila.

In treno

La stazione di arrivo per l’imbarco traghetti è quella di Piombino Marittima.

Luogo
Toscana
Parole chiave
Elba, weekend

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