“L’Italia mi ha fatto scoprire da dove vengo” — Vladimir Pozner

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Vladimir Pozner ‒ giornalista e conduttore televisivo russo. Autore del documentario “La loro Italia” andato in onda sul Primo canale.

Tanti anni fa, quando sono arrivato per la prima volta a Roma, capitai nel Foro: eravamo in agosto, un caldo africano, era vuoto e silenzioso. E passeggiando tra quelle rovine, all’improvviso ho provato una sensazione: ecco da dove vengo! Io sono un europeo!

È nato in Francia, ha lavorato negli Stati Uniti e ora abita e lavora in Russia. La Sua vita è strettamente legata a tre Paesi e culture differenti. Cosa c’è di comune e di diverso nell’opinione che hanno dell’Italia in Russia, in Francia e negli Stati Uniti?

Le generalizzazioni sono sempre riduttive…direi, comunque, che in Russia c’è un rapporto verso l’Italia che indubbiamente è molto buono, caloroso, possiamo dire, con sorriso. Purtroppo non posso dire niente su quello che dell’Italia pensano gli americani o i francesi, non avendo mai approfondito il tema.

Foro Romano / Shutterstock.com

Quale ruolo ha l’Italia nella Sua vita? Ha per Lei un’importanza particolare?

L’Italia mi ha fatto scoprire da dove vengo. Tanti anni fa, quando sono arrivato per la prima volta a Roma, capitai nel Foro: eravamo in agosto, un caldo africano, era vuoto e silenzioso. E passeggiando tra quelle rovine, all’improvviso ho provato una sensazione: ecco da dove vengo! Io sono un europeo! Inoltre nutro un amore mistico per Leonardo da Vinci, ci penso molto spesso. Per non parlare di Venezia, e pure di altre incredibili bellezze del Paese. Non dubito che l’Italia, in qualche modo, sia uno degli elementi che mi compongono.

Venezia / Shutterstock.com

Come può definire il modo di vivere italiano e che cosa ne pensa?

In nessun modo. A mio avviso, non esiste nessun “modo di vivere italiano”, esistono invece modi di vivere molto diversi nelle varie parti d’Italia. E questa è una delle differenze fondamentali rispetto alla Francia.

 

Qual è stata per Lei la scoperta più importante nel corso del lavoro sul film e sul libro “La loro Italia”? Qual è stata la difficoltà più ardua nella fase delle riprese?

Forse il fatto che quando chiedevo agli italiani di rispondere alla domanda “Che cosa significa per Lei essere italiano” nessuno mi ha risposto: tutti hanno detto “Non sono italiano, sono fiorentino, sono romano, sono siciliano” ecc. La cosa più difficile era capire con chi ho a che fare. Rendermi conto, per esempio, che per un italiano la cosa più importante è la famiglia – non la legge né il governo ma la famiglia. Comprendere che spesso, dietro all’affabilità, al sorriso, alle pacche sulle spalle non si nasconde niente di particolarmente sincero, che nei secoli di conquiste straniere gli italiani si sono trovati a dover imparare ad adattarsi, a far finta che piaci a loro, anche se in realtà non è affatto così. D’altra parte, se sei diventato parte della famiglia, non ci sono persone più fedeli, appassionate, calorose e belle.

Quale regione o città italiana Le è personalmente più vicina e quale potrebbe consigliare ai lettori del nostro sito?

Per me sono: Venezia (ma non durante la stagione turistica), Firenze (ma non durante la stagione turistica), Sicilia, Napoli (attenzione però alle borse e alle tasche). Quello che mi piace di meno è la parte più settentrionale del Nord Italia. E comunque consiglio di prendere una macchina e di girare diversi borghi e paesini, proverete un piacere colossale.

 

Scopri il documentario
“La loro Italia”

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intervista

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