Il Piemonte
Il Piemonte è una terra da vino per eccellenza: 44.000 ettari di vigneto, tutto sito in collina e persino nelle fasce alpine e prealpine, dove è preponderante il lavoro diretto e manuale dell’uomo e si perseguono basse rese per ettaro, proprio per esaltare le qualità.
Territori dove la vitivinicoltura ha modellato affascinanti e suggestivi paesaggi agrari e rurali, in particolare quelli di Langhe, Roero e Monferrato che hanno avuto il riconoscimento dell’UNESCO quali siti del patrimonio mondiale dell’umanità, e a cui fanno da complemento i sistemi collinari e pedemontani del Nord Piemonte.
Sono circa 19.000 le aziende vitivinicole piemontesi, che producono mediamente tre milioni di ettolitri di vino all’anno, derivanti quasi tutti da una ventina di vitigni autoctoni, tra cui Nebbiolo, Barbera, Moscato, Dolcetto, Cortese, Brachetto, Grignolino, Freisa, Arneis, Erbaluce, Malvasia, Ruchè, e dai quali hanno origine ben 18 vini DOCG e 42 DOC (il più alto numero tra le regioni italiane), che coprono circa l’85% della intera produzione regionale; vini esportati in tutto il mondo, simbolo del Made in Piemonte e del Made in Italy.
In Piemonte, nel 1800, è nata e si è sviluppata la grande industria vinicola e spumantiera italiana, con i suoi marchi storici: Martini e Rossi, Cinzano, Carpano, Gancia, Cora, Riccadonna. Un sistema che mantiene tuttora il suo rapporto con il mondo vitivinicolo piemontese, in particolare nell’ambito dell’accordo interprofessionale sulle uve Moscato che attualmente rappresenta circa 100 milioni di bottiglie tra Asti DOCG e Moscato d’Asti DOCG.
La storia dei suoi grandi vini si intreccia con i miti e i grandi fatti storici italiani: i Savoia, il Risorgimento, l’Unità d’Italia; in particolare il Barolo, questo grande vino che attraversa la storia d’Italia; quel Barolo che con la Marchesa Falletti di Barolo e con Cavour si afferma come “Re dei Vini”; con Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II diventa “Vino dei Re”, e prosegue la sua nobile corsa, fino a diventare “Vino della Repubblica” con un altro illustre piemontese, il secondo Presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi, che era anche un produttore di vini.
La qualità e il prestigio dei vini piemontesi sono intimamente legati al territorio che li produce e li propone: Langhe, Roero, Monferrato; dolci, aspre, ripide colline ricche di storia, arte, folclore; dove hanno trovato ispirazione e ambientazione le opere di grandi scrittori come Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Davide Lajolo, Mario Soldati. Territori in cui il vino esalta la celebre cucina e gastronomia piemontese, attraendo milioni di turisti visitatori.
Valle d’Aosta
Le condizioni climatiche, le caratteristiche dei terreni e la loro esposizione e pendenza non hanno certo reso la vita facile ai viticoltori.
Tuttavia, il recupero e la valorizzazione della coltivazione della vite in Valle d’Aosta ha creato una gamma ampia e qualificata di vini di montagna prestigiosi, riuniti sotto un’unica DOC “Valle d’Aosta – Vallée d’Aoste”, declinata sotto denominazioni di area e di vitigno: Müller Thurgau; Gamay; Pinot nero o Pinot noir; Pinot grigio o Pinot gris; Pinot bianco o Pinot blanc; Chardonnay; Mayolet; Petite Arvine; Merlot; Fumin; Syrah; Cornalin; Nebbiolo; Petit rouge; Prëmetta; Moscato bianco o Muscat petit grain; Traminer aromatico o Gewürztraminer; Gamaret; Vuillermin.
Liguria
Vermentino: di un colore giallo paglierino più o meno intenso, di discreta vivacità, con profumo intenso dotato di buona complessità ed eleganza (fiori di campo e acacia, piante officinali e frutti di buona aromaticità quali mela golden, ananas, pesca gialla. Secco e piacevolmente morbido, si abbina con preparazioni di pesce tipiche liguri, dai muscoli ai primi piatti, alle verdure ripiene.
Bianco delle Cinque Terre: prodotto dall’assemblaggio di tre vitigni (Uva Bosco, Vermentino e Albarola), ha colore paglierino intenso di grande luminosità e profumi di macchia mediterranea, timo/limone, dragoncello, frutta gialla matura e scogli. In bocca è secco e di generosa struttura, persistente e piacevolmente sapido.
Sciacchetrà: di colore giallo dorato con riflessi ambrati e di bella vivacità, al naso piacevole, intenso con caratteristico profumo di miele, da dolce ad abboccato al palato, di buona struttura, con retrogusto mandorlato. Si ottiene sottoponendo le uve ad appassimento, sulla pianta o graticci, e con affinamento di almeno un anno. Si abbina a tutto ciò che ricorda il mare, partendo dalle acciughe in tutte le varianti, ma anche a formaggi o pasticceria secca.
Bianchetta Genovese: di colore giallo paglierino tenue, dall’aspetto vivace con profumo delicato che ricorda il biancospino, la pesca, la mela verde, la nespola, in chiusura, mandorla e timo e sapore fresco e asciutto. Si presta in modo ottimale come aperitivo e con focacce liguri, torte di verdure, antipasti di mare delicati.
Ciliegiolo: di colore variabile tra il rosso cerasuolo e il rosso rubino, dall’aspetto vivace con profumo fruttato e delicato che ricorda la ciliegia e la fragola, sapore secco e asciutto, non troppo strutturato ma estremamente elegante, a tavola si accompagna piacevolmente a torte di verdure liguri (pasqualina) e carni bianche.
Lombardia – La Franciacorta
Il vino Franciacorta è prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia.
Come indicato nel disciplinare, dai vigneti di Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco si producono al massimo 100 quintali di uva per ettaro, una garanzia di grande qualità sin dalla vigna. La vendemmia è realizzata esclusivamente a mano e i grappoli sono riposti in piccole cassette affinché possano giungere integri alla cantina. Da ciascuna soffice spremitura si ottiene il mosto “fiore” che contribuirà alla formazione della cuvée, una mescolanza di vini base Franciacorta. Segue l’aggiunta di uno sciroppo di zuccheri e lieviti attivi al vino messo in bottiglia, allo scopo di attivare una lenta rifermentazione naturale che sviluppa anidride carbonica.
Le bottiglie, sigillate con tappo metallico e ordinatamente accatastate nelle cantine in senso orizzontale, rimangono in questa posizione almeno 18 mesi per i Franciacorta, 24 mesi per i Satén e i Rosé, almeno 30 mesi per quelli millesimati, e ben 60 mesi per le Riserve. Durante questo periodo il vino subisce una lenta e progressiva evoluzione del proprio profilo sensoriale che alla fine risulta notevolmente arricchito in termini di complessità aromatica. Alla fine di questa fase si forma nella bottiglia un deposito, costituito dalle spoglie dei lieviti, che va eliminato attraverso un procedimento (remuage), che dura circa un mese e va a depositare il sedimento raccogliendolo sul tappo. Si provvede quindi alla sboccatura, operazione di grande fascino e prerogativa del metodo. Il livello viene quindi ripristinato e anche attraverso questo procedimento i produttori personalizzano il “loro” Franciacorta. Le etichette recano soltanto la denominazione Franciacorta: unico termine che definisce il vino, il metodo di produzione e il territorio.
Trentino Alto Adige
La particolare morfologia alpina del Trentino presenta vigneti che si dipanano dalla sponda più mite del Lago di Garda, per passare a fondo valle e poi salire fino ai ripidi pendii delle aree dolomitiche.
Una viticoltura di montagna che si estende su una superficie di 10.033 ettari, con una ventina di vitigni che prosperano fra i 200 e i 1.000 metri di quota.
Müller Thurgau
La Val di Cembra è l’area italiana in cui tale vitigno sembra aver trovato il suo habitat ideale di crescita, nei terrazzamenti compresi fra i 500 e 700 metri, con clima fresco e forti escursioni termiche fra il giorno e la notte.
Nosiola
Unico vitigno bianco autoctono, coltivato da sempre sulle colline laterali della Val d’Adige e nella Valle dei Laghi, dove è utilizzato anche per la produzione del tradizionale Vino Santo. Un vino bianco che stupisce per la sua immediatezza e per la sua versatilità.
Trento DOC
È un vero e proprio spumante di montagna: i vigneti da cui nasce sono coltivati fino a 800 metri di altezza. È tra i migliori spumanti italiani metodo classico, che le caratteristiche territoriali, la varietà del clima e le altitudini tipiche del Trentino contribuiscono a rendere unico.
Friuli-Venezia Giulia
Il Friuli Venezia Giulia è un territorio dall’innata vocazione per la vitivinicoltura: la superficie vitata è di circa 20 mila ettari, coltivati per il 60% con varietà a bacca bianca e per oltre il 75% in zone DOC.
Le aziende attive sono circa 1.500, con una superficie media di vigneto di 2 ettari circa, laddove le aziende con meno di 10 ettari costituiscono l’80% del totale. I vini del Friuli Venezia Giulia sono il portavoce delle mille peculiarità di questa regione. Le diverse e variegate caratteristiche geografiche e climatiche del territorio del Friuli Venezia Giulia, infatti, hanno sedimentato i tratti di unicità che caratterizzano la cultura enogastronomica e la ricchezza di vitigni qui coltivati.
Le realtà vitivinicole friulane si suddividono tra le zone collinari a ridosso del confine sloveno, la pianura alluvionale e la zona litoranea. Otto aree DOC di tutela della Denominazione di Origine Controllata (DOC Friuli Grave, DOC Friuli Colli Orientali, DOC Collio, DOC Friuli Isonzo, DOC Friuli Annia, DOC Friuli Aquileia, DOC Carso), due interregionali (DOC Lison Pramaggiore, DOC Prosecco) e tre DOCG di tutela della Denominazione Geografica di Origine Controllata (DOCG Ramandolo, DOCG Picolit, DOCG Rosazzo) sono l’espressione di un’estrema molteplicità di caratteristiche pedoclimatiche, capaci di tradursi in vini marcatamente identificativi del territorio che li produce.
Veneto
Il Conegliano Valdobbiadene
Il Conegliano Valdobbiadene si riconosce per la sua eleganza vitale, il colore paglierino leggero, la moderata corposità, l’esclusivo profumo fruttato e floreale. È prodotto nei 15 comuni cui appartengono le colline tra Conegliano e Valdobbiadene. Tra questi si distinguono i “cru”, come il celeberrimo Superiore di Cartizze, e i “Rive”, ottenuti da uve provenienti esclusivamente da un unico Comune o frazione di esso. Il Conegliano Valdobbiadene DOCG è prodotto nelle tipologie Spumante, Frizzante e Tranquillo. Lo Spumante è la versione simbolo della denominazione: piacevole e versatile, ha creato un vero stile di bere. Lo Spumante è prodotto nelle versioni Brut, Extra Dry e Dry a seconda del residuo zuccherino presente: dal più secco, il Brut, al più amabile, il Dry.
I vini della Valpolicella
L’Amarone DOCG è ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni, dove porta a termine la fermentazione degli zuccheri. È uno dei più longevi fra i grandi vini italiani. Ha colore rosso molto intenso con note granate e profumo che ricorda la frutta passita, il tabacco e le spezie, grazie alle muffe nobili createsi nel corso dell’appassimento. Il sapore è fortemente fruttato, di spiccata fragranza, asciutto ma di molta morbidezza, con corpo pieno, caldo -corroborante e vigoroso; ha personalità forte e può superare i vent’anni di conservazione. Per queste sue caratteristiche può accompagnare secondi piatti di carne, selvaggina, formaggi stagionati, ma anche essere degustato da solo come vino da meditazione.
Il Recioto della Valpolicella DOCG è ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni e da un arresto della fermentazione per conservare la percentuale di zucchero necessaria a garantire la struttura tipica di questo vino. Ha colore rosso rubino intenso, scuro, a volte impenetrabile, con un profumo deciso di frutta passita e ciliegie sotto spirito, che prosegue armonicamente nel sapore grasso, con tono sostenuto e buona acidità totale.
Il Valpolicella Ripasso DOC è ottenuto dal contatto del Valpolicella base sulle vinacce residue dell’Amarone per circa 15/20 giorni. Risulta caratterizzato da una maggior struttura e longevità rispetto al Valpolicella base, da una maggiore alcolicità, da un’acidità più bassa e una maggior rotondità, da un più elevato valore in estratti e in sostanze fenoliche. Di colore rosso rubino con riflessi granati, ha un profumo lievemente etereo e di frutta rossa con note di vaniglia, e un sapore affinato, armonico, secco e vellutato. Per le sue caratteristiche di piacevolezza, può accompagnare primi piatti invernali, secondi piatti, salumi e formaggi di media stagionatura.
Il Valpolicella DOC dell’annata è un vino giovane, fine, dal colore rosso-rubino, dal profumo vinoso, sottile, con toni di ciliegia e rosa, dal sapore fresco, secco o alquanto morbido, piacevolmente tannico e vivace. La tipologia Superiore viene prodotta con le uve scelte dalle posizioni migliori. Deve avere un affinamento minimo di un anno e può così presentarsi con il caratteristico colore rubino con alcune note granate. Il profumo è lievemente etereo e di vaniglia; il sapore affinato, armonico, secco e vellutato. Il suo gusto deciso lo rende particolarmente adatto ad accompagnare secondi piatti, privilegiando le carni rosse, e formaggi di media stagionatura.