Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise
Nato nel 1922, con i suoi 50.683 ettari, è il Parco naturale più antico e importante d’Italia. Riceve oltre un milione di visitatori ogni anno, attirati dai suoi ambienti naturali di rara bellezza. I monti del Parco hanno aspetto selvaggio e sono caratterizzati da forre, campi carsici e altipiani, cui si affiancano i laghi di Scanno, di Barrea, di Castel San Vincenzo e il piccolo lago Vivo.
Grandi catene montuose, valli ampie e gole impervie come quella della Foce di Barrea, anfiteatri rupestri di intenso fascino come quello della Camosciara, pianure erbose circondate da pendici alberate come quelli delle Forme e dei Campitelli. Un gran numero di nascenti corsi d’acqua scorrono tra i massi candidi e le austere faggete. Un grande lago artificiale, quello di Barrea, ormai perfettamente inserito nel paesaggio, completa verso oriente la serie degli ambienti del Parco.
In questo scenario si inserisce la vegetazione e la fauna, ricca e varia. Quasi 6000 specie di insetti popolano il territorio e comprendono bellissimi coleotteri come la Rosalia alpina o la Chrysochloa sipari, molto rare. Tra i mammiferi che hanno reso famoso il Parco sono presenti oltre all’orso, che è il simbolo del Parco, il lupo appenninico, il camoscio d’Abruzzo, il cinghiale, il cervo, il capriolo, la lince, la volpe, il tasso, la faina, la donnola e lo scoiattolo meridionale. Tra i volatili, oltre all’aquila, si possono avvistare la poiana, il falco pellegrino, il gufo reale, la civetta, il grifone e il rarissimo picchio dorso bianco. Tra gli anfibi vale la pena ricordare la salamandra giallo-nera e la salamandrina dagli occhiali, considerati i più rari e tipici elementi della fauna anfibia appenninica.
Cuore del territorio è Pescasseroli, che offre un’ottima ricettività turistica; tutt’attorno vette che sfiorano i 2000 metri, prati, valli, corsi d’acqua.
Oltre 150 gli itinerari escursionistici, con possibilità di trekking e di escursione a piedi, a cavallo e in mountain bike. Tra i sentieri piu’ celebri la Camosciara o la Val Fondillo, il lago Vivo e Forca Resuni, il Passo del Diavolo con le sorgenti del fiume Sangro e il lago della Montagna Spaccata. Il lago di Barrea è perfetto per canoa e windsurf, così come, assieme agli altri minori, diventa luogo ideale per il birdwatching. Le ampie strade di collegamento sono una buona occasione per un tranquillo cicloturismo.
Da non perdere anche Scanno, il borgo è celebre in tutto il mondo per il suo splendido centro storico fotografato dai grandi nomi internazionali come Cartier-Bresson e Giacomelli, per le donne che portano il costume tradizionale e per il suo lago.
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Composto da due diverse entità geologiche, il massiccio del Gran Sasso (calcareo, carsico, arido e prevalentemente roccioso) e quello della Laga (arenaceo-marnoso, fittamente boscoso, ricco d’acque di superficie), il Parco – con 148.935 ettari di superficie – presenta degli ambienti naturali molto differenti. Di conseguenza, una flora e una fauna diversificate, con i due massicci, letteralmente incastrati tra di loro nell’alta Val Vomano, che sono in perfetta continuità ecologica. Un ambiente geografico e naturale straordinario, inestricabilmente intrecciato con la millenaria presenza umana testimoniata dagli sterminati pascoli, i coltivi d’alta quota, i borghi medievali, le chiese, i castelli.
Il massiccio del Gran Sasso è il più importante complesso montuoso dell’Appennino, con la maestosità delle sue vette di roccia dolomitica, le più alte dell’intera catena, che culminano nel Corno Grande (2912 metri), nel Corno Piccolo, nel Pizzo d’Intermesoli e nel Monte Camicia.
Ospita il ghiacciaio del Calderone, l’unico dell’Appennino nonché il più meridionale d’Europa, ed è affiancato a sud dall’altopiano di Campo Imperatore, una sterminata landa carsica d’alta quota (fra i 1600 e gli oltre 2000 metri s.l.m.) di una bellezza mozzafiato, quanto di più simile al Tibet possa trovarsi in Europa. La sua morfologia è caratterizzata da alte pareti verticali, morene, circhi glaciali, valloni, dirupi, campi carsici e i numerosi laghetti anch’essi di origine carsica; a nord-ovest si salda con i Monti della Laga, geologicamente diversi perché formati da marne e arenarie, che interessano il settore settentrionale del Parco e sono situati a cavallo delle tre regioni (Abruzzo, Lazio e Marche).
Innumerevoli i borghi antichi e i castelli disseminati sulle sue pendici a dominare le conche intramontane: sul versante teramano, innanzitutto i piccoli borghi medievali abbandonati fra i boschi della Laga e gli eremi della Montagna dei Fiori, lo splendido centro rinascimentale di Campli, Civitella del Tronto con la sua possente fortezza, gli spettacolari ruderi di Castel Manfrino affacciato sulle gole del Salinello, i castelli medievali di Castel di Luco e Piano di Roseto, Castelli con le botteghe della nota e pregiata ceramica e l’oratorio di San Donato (detto la “Cappella Sistina della maiolica”), i deliziosi centri storici di Isola del Gran Sasso, Cortino, Valle Castellana, Tossicia, Pietracamela; sul versante aquilano, Campotosto col suo grande lago, gli antichi centri storici del Gran Sasso, con la loro atmosfera medievale intatta: Assergi, Barisciano, Santo Stefano di Sessanio, Calascio con la sua splendida Rocca, Castelvecchio Calvisio e Carapelle Calvisio, Castel del Monte, Ofena, Bussi sul Tirino; sul versante pescarese, ripidamente digradante verso le colline e il mare, Farindola, col suo notissimo formaggio pecorino.
Parco Nazionale della Majella
Aspra e imponente, al centro dell’Abruzzo, la Majella è la montagna che ha forgiato l’identità dell’intera regione. Il suo grande Parco è uno dei più importanti contenitori di biodiversità d’Italia e d’Europa.
Il fascino della Majella, il cui nome richiama quella “Maja”, madre delle messi adorata dai suoi primi agricoltori, risiede nel fatto che è sempre stata considerata una montagna sacra, grembo uterino per i suoi abitanti.
Dal punto di vista geomorfologico la Majella si presenta come un poderoso blocco calcareo tondeggiante, profondamente inciso da profonde valli, culminante nel Monte Amaro a un’altitudine di 2793 metri. Questa montagna e’ custode di una diversità biologica fra le più importanti d’Europa e annovera la presenza di elementi mediterranei, alpini, balcanici, con molte specie animali rare. Vivono sulla Majella il lupo, l’orso, il camoscio, la lontra, il capriolo, il cervo. Tra le 130 specie di uccelli si possono ricordare l’aquila reale, il falco pellegrino e il gufo reale. La vegetazione include oltre 1700 specie, numerose delle quali endemiche.
Nel Parco si possono visitare piccoli centri di grande interesse storico come l’antica Pacentro, Caramanico con le sue terme, Guardiagrele col suo ricco artigianato artistico, e la splendida Pescocostanzo, dall’orgoglioso centro storico rinascimentale e barocco. Di grande interesse sono anche i luoghi di culto come l’abbazia di San Liberatore a Majella, gli eremi celestiniani del Morrone (Sant’Onofrio e San Pietro) e della Majella (San Bartolomeo di Legio, Santo Spirito a Majella, San Giovanni all’Orfento, Sant’Onofrio di Serramonacesca, Madonna dell’Altare), il santuario di Ercole Curino e la chiesa di San Tommaso a Caramanico.
Parco Naturale Regionale Sirente Velino
I massicci del Velino e del Sirente distano poco più di un’ora da Roma. Anche se meno alti della Majella e del Gran Sasso, offrono al visitatore diversi motivi d’interesse. Il patrimonio storico-culturale e artistico custodito dal Parco e dai suoi antichi centri abitati è di grande rilevanza.
Vivono nel Parco il lupo appenninico, l’orso bruno marsicano, il capriolo, il cervo, l’istrice, la volpe, il gatto selvatico e il cinghiale. Tra gli uccelli spiccano l’aquila reale, la poiana, il nibbio bruno, lo sparviero, il corvo imperiale, il grifone, il falco pellegrino, il gufo reale e il picchio verde. Numerosi sono anche gli anfibi, tra i quali la salamandra pezzata e il tritone, e i rettili.
Per la bellezza e lo stato di conservazione dei suoi castelli, dei suoi conventi monastici, delle sue abbazie, dei suoi centri abitati e del suo stesso paesaggio, il Parco è tra le migliori testimonianze e rappresentazioni dell’Abruzzo medievale. I suoi centri abitati hanno tuttavia origine medievale, epoca in cui l’altopiano prese importanza prima militare (lo testimoniano il castello di Rovere, teatro di molte battaglie, e il suo interessante museo), e poi economica, con i suoi alti pascoli (assolutamente da visitare i borghi agricoli delle Pagliare di Tione, di Fontecchio, di Fagnano).