Il Monte Rosa: tra natura e sport nel cuore della montagna valdostana

C’è chi attribuisce il nome Monte Rosa ad eventi atmosferici più o meno anomali. Le versioni sono molte, dal riflesso rosa che “dipinge” la neve all’alba e al tramonto a chi sostiene che un forte vento che soffiava dal deserto sporcò la neve di granelli di sabbia che diedero al massiccio questo colore.

Il Monte Rosa

Molto più semplicemente una spiegazione sicuramente certa è data come spesso accade dalla lingua. “Rouese” è la vera origine del nome Monte Rosa. Questo termine significa ghiacciaio in “patois”, antica lingua parlata dalle popolazioni della zone circostanti.

Il Monte Rosa appartiene alla catena delle Alpi Pennine delle quali ne è il padrone incontrastato dall’alto dei suoi 4634 metri raggiunti dalla Punta Dufour. Nell’intero arco alpino il Monte Rosa è superato in altezza solo dai 4.808 metri del Monte Bianco. Questo massiccio oltre ad essere come detto il più alto tra le alpi Pennine detiene altri record da guiness, primati che con tutta sincerità crediamo non saranno abbattuti facilmente. La parete est del Monte Rosa è infatti la più alta delle Alpi. Questo è dovuto alla sua verticalità e alla sua altezza. La Silbersattel (Sella d’Argento) è il colle che, con i suoi 4.517 metri di quota, divide la Punta Dufour dalla Punta Nordend: esso è il più alto delle Alpi. Anche per la sua “mole” non ha rivali. Infatti il Monte Rosa viene considerato (oltre i 4.000 metri) il più massiccio in virtù della sua enorme massa.

Punta Dufour e Punta Zumstein viste dal Monte Rosa / Shutterstock.com

Oggi il monte rosa ospita un importante comprensorio sciistico intervallivo che racchiude la valle di Gressoney, Champoluc e Alagna Valsesia per il Piemonte.

 

Gressoney-Saint-Jean

Elegante località turistica a 1385 metri di altitudine, Gressoney-Saint-Jean è situata in un contesto scenografico particolarmente interessante per la vista offerta sul ghiacciaio del Lyskamm e sull’imponente massiccio del MonteRosa che si riflette nelle acque verde smeraldo del suggestivo Lago Gover, posto poco fuori il centro abitato.

Il Lago Gover / Shutterstock.com

Nel caratteristico centro storico di Gressoney-Saint-Jean alcune case Walser, in perfetto stato di conservazione, sono raggruppate attorno alla chiesa di San Giovanni Battista. Ricostruita nel 1725 su una precedente costruzione databile 1515, questa chiesa ha il tetto molto sporgente e un bel campanile cinquecentesco aperto da bifore e sormontato da cuspide. Nel museo parrocchiale di Gressoney-Saint-Jean è conservato un grande crocefisso che risale alla metà del XIII secolo, capolavoro tra i più antichi della Valle d’Aosta.

Casa Walser / Shutterstock.com

Immerso nel verde dei boschi sorge il Castel Savoia. Fatto costruire dalla Regina Margherita nel 1894 come residenza per le sue frequenti villeggiature, è interessante anche per il giardino botanico.

Il Castel Savoia / Shutterstock.com

Indossato dai gressonari in occasione della processione durante la ricorrenza di San Giovanni il 24 giugno e simbolo della tradizione più antica, fortemente radicata e riconducibile alla cultura Walser, è il costume tipico, in particolar modo quello femminile, rigorosamente rosso e nero, con camicetta bianca adorna di ricchi pizzi, impreziosito da una ricca cuffia in filigrana d’oro.

Le infrastrutture per gli sport invernali permettono a Gressoney-Saint-Jean la pratica dello sci alpino (con uno sviluppo di oltre 13 chilometri) e dello sci nordico, con un tracciato che si snoda per 25 chilometri tra boschi e magnifiche vedute sui ghiacciai, lungo il quale, nel mese di gennaio, si svolge la gara internazionale di sci nordico denominata Monterosalauf.

Gressoney è punto di partenza privilegiato per escursioni alpinistiche e traversate; sono inoltre possibili numerose camminate grazie ad alcuni impianti di risalita in funzione anche nel periodo estivo. Da Gressoney-Saint-Jean parte inoltre l’Alta Via n°1 della Valle d’Aosta, itinerario escursionistico che si snoda in quota e che collega Gressoney con Courmayeur.

 

Gressoney-La-Trinité

Gressoney-La-Trinité è l’ultimo centro abitato, alla testata della valle percorsa dal torrente Lys, a 1627 metri di altitudine, situato in una vasta zona pianeggiante dominata dall’imponente ghiacciaio del Lyskamm.

Il ghiacciaio del Lyskamm / Shutterstock.com

Nel medioevo questa località appartenne ai vescovi di Sion e fu popolata da pastori precedentemente transitati in territorio vallese, a cui devono il loro nome: i Walser.
I Walser sono una popolazione di origine germanica giunta in questa zona più di otto secoli or sono, attraverso il Colle del Teodulo; la loro cultura si riflette ancora oggi nell’architettura, nelle tradizioni e nella lingua parlata, denominata Titsch.

Nel centro del paese la chiesa parrocchiale della Santissima Trinità risale al 1671 ed è costruita sulle fondamenta di un edificio del ‘400.

Gressoney-La-Trinité è una stazione alpina di rinomanza internazionale, è attrezzata e frequentata per le ascensioni alpinistiche nel gruppo del Monte Rosa e per la pratica degli sport invernali: fa parte del comprensorio sciistico Monterosa Ski, che, con i suoi 150 chilometri di piste, è uno tra i più estesi e suggestivi d’Europa.

Monterosa Ski / Shutterstock.com

A Gressoney-La-Trinité (dove c’è anche una bella pista di fondo) gli impianti salgono ai 3000 metri del Passo dei Salati, al confine con il Piemonte e fino ai 3.275 metri dell’Indren. Stafal è la porta di accesso ai percorsi più entusiasmanti di fuoripista e di sci-alpinismo che raggiungono il Monte Rosa, fino ai 4459 metri della Punta Gnifettie alla capanna Regina Margherita, il rifugio più alto d’Europa.

 

Champoluc, Ayas, Antagnod

Ayas è una località frammentata in numerosi villaggi, fra cui i più noti sono Antagnod, Champoluc, Frachey, Saint-Jacques e Crest.

Antagnod, dove ha sede l’amministrazione del comune di Ayas, è una frazione situata a 1710 metri di altitudine che gode di una magnifica vista sul massiccio del Monte Rosa.

Un panorama della Val d’Ayas / Shutterstock.com

Interessante la chiesa parrocchiale di San Martino, riedificata nel 1839 su precedente costruzione della fine del secolo XV, con alto campanile. Notevole al suo interno l’altare maggiore, consacrato nel 1716, costruito in legno intagliato, dipinto e dorato, arricchito da numerose statue, è di gran lunga il più imponente altare barocco della Valle. È suddiviso in tre fasce, la più antica e preziosa è sicuramente quella intermedia risalente al XVII secolo le cui nicchie accolgono cinque statue del XV-XVI sec. L’organo di questa chiesa, poi, è uno tra i più interessanti e preziosi che si trovino in Valle.

Nel centro storico di Antagnod è possibile vedere alcune costruzioni tipiche, tra cui la Maison Fournier, contraddistinta da una lunga balconata in legno ed affiancata da una torre scalare cilindrica; in questo edificio è allestita la mostra permanente dell’artigianato tipico valdostano.

Val d’Aya / Shutterstock.com

Il paese è un centro di villeggiatura e sport invernali, i cui impianti a fune, che servono oltre 18 chilometri di piste, sono stati recentemente oggetto di un rilevante intervento di modernizzazione.

Le attività connesse all’incremento del turismo si affiancano alle tradizionali occupazioni legate al territorio, quali l’allevamento dei bovini, la lavorazione del latte e l’intaglio del legno.

In una conca caratterizzata dallo sfondo dei ghiacciai che chiudono la testata della valle, a 1568 metri di altitudine, si trova Champoluc, meta di villeggiatura sia in inverno che nella stagione estiva. Questa località è il centro turistico più rinomato della Valle d’Ayas ed è conosciuta per gli ottimi impianti del Monterosa Ski, che, con circa 170 km di piste, collegano la Valle d’Ayas, la Valle di Gressoney ed Alagna, in Piemonte. Alpinisticamente è punto di partenza ideale per le ascensioni sul gruppo del Rosa.

Champoluc / Shutterstock.com

Caratteristiche le frazioni di Frachey e Saint-Jacques e suggestivi i villaggi di Crest e Mascognaz, dove le vecchie abitazioni, i tradizionali ”Rascard”, fabbricati in legno posti su sostegni a forma di fungo in pietra o pietra e legno che li tengono sollevati dalla parte sottostante, sono stati sapientemente conservati.

È qui d’obbligo ricordare la tipica produzione artigianale dei ”Sabots”, tipici zoccoli in legno utilizzati dai valligiani in ogni stagione dell’anno per la loro eccezionale caratteristica di mantenere i piedi caldi ed asciutti.

 

Luogo
Valle-D’Aosta
Parole chiave
montagna, Monte Rosa, natura

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