Nascevano così gli orti botanici e, primo fra tutti, l’Orto Botanico universitario di Padova, tuttora esistente nella sua sede originale, esteso su una superficie di quasi 22.000 metri quadrati e contenente oltre 6.000 piante di 3.500 specie differenti.
Fondato nel 1545 sul terreno dei monaci benedettini di Santa Giustina, fu istituito con decreto del Senato della Repubblica Veneta per la coltivazione dei ‘semplici’, ovvero quei medicamenti derivati direttamente dalla natura; da allora, l’Orto costituisce un attivissimo luogo di accumulazione e di sintesi di diverse discipline.
Arte e architettura ne influenzarono profondamente la realizzazione e fanno dell’orto un capolavoro, incluso dall’UNESCO nella lista del Patrimonio dell’Umanità.
La struttura dell’orto, opera di Daniele Barbaro, è un quadrato inscritto in un cerchio e rimanda all’ideale di un Hortus Conclusus, luogo paradisiaco destinato ad accogliere coloro che ricercassero il rapporto tra l’uomo e l’universo.
Nell’orto sono presenti anche alcuni alberi storici, tra cui spiccano: la “Palma di Goethe” (1585) di oltre 10 metri, che prende il nome dal grande poeta tedesco che, dopo averla ammirata nel 1786, formulò la sua intuizione evolutiva nel “Saggio sulla metamorfosi delle piante”; un maestoso ginkgo Biloba importato in Padova nel 1750; un esemplare di magnolia sempreverde, il primo intodotto in Italia nel 1786; un cedro dell’Himalaya importato nel 1828.