Fu infine ribattezzato Castelsardo nel 1769 dai governanti sabaudi. Arroccato su un grande promontorio affacciato sul mare, Castelsardo con il suo quartiere della Cittadella, o Casteddu – vale a dire il labirinto di stradine contorte dell´antico borgo – offre una visione di gran fascino.
Cosa vedere
Museo Diocesano
Il Museo Diocesano di Arte Sacra si trova nei sotterranei della Cattedrale, nelle cripte dell’antica chiesa romanica su cui è stata in seguito edificata la chiesa di Sant’Antonio Abate. Questi ambienti sono stati restaurati ed ospitano le sale del museo, dove sono conservati alcuni degli arredi e delle suppellettili liturgiche della Cattedrale. Si tratta del “Tesoro della Cattedrale”, parte integrante della storia della Diocesi di Ampurias: oggetti liturgici d’argento, croci d’altare barocche, portaincenso, reliquiari e paramenti da cerimonia, mitre e candelabri. Altri pezzi di pregio sono le statue lignee di scuola lombardo-emiliana, come la Madonna di Salasgiu e la statua del patrono. Sono qui esposte le altre opere del Maestro di Castelsardo, facenti parte del retablo che comprendeva l’attuale pala d’altare della Cattedrale. Si tratta del San Michele, dei Quattro Apostoli e della Trinità, tavole dipinte su fondo oro dove lo stile inconfondibile del Maestro si rivela dai dettagli, come il contrasto tra la ricerca della volumetria nei volti dei personaggi e le parti decorative in rilievo.
Il Castello
Il Castello, edificato dai Doria, si trova sulla cima del promontorio di Castelsardo che domina dall’alto l’insenatura. Le mura e l’intera struttura sono ben conservati poiché la lontananza dall’acqua del mare ha impedito fenomeni di erosione. Il Castello ospita il Museo dell’Intreccio Mediterraneo , uno dei più importanti musei della Sardegna, dedicato alla locale tradizione dell’intreccio dei cestini e altri utensili della vita quotidiana. Dalle terrazze lungo le mura si gode di un panorama incantevole che comprende gran parte della costa settentrionale e l’isola dell’Asinara; nelle giornate limpide è possibile vedere anche la Corsica meridionale. Durante il dominio dei Doria divenne la roccaforte dei loro vasti possedimenti. Fino alla prima metà dell’Ottocento erano presenti alcune torri di avvistamento che, in seguito al crollo, non furono più ricostruite. In alcuni tratti è ancora percorribile il camminamento di guardia e sono visibili i punti fortificati: a est troviamo quello di Bellavista, a nord quello del Manganelo e a sud est una Loggetta e lo Sperone, aggiunti nel Cinquecento dagli Aragonesi.
Cattedrale di Sant’Antonio Abate
La chiesa¸ sorta nel 1503, conserva uno dei più preziosi retabli della Sardegna, realizzato dal “Maestro di Castelsardo”. L´opera, anteriore al 1492, è composta di quattro elementi di polittico dipinti combinando tempera e olio su tavola con fondo d´oro e rivela l´abilità dell´artista di padroneggiare il linguaggio figurativo fiammingo, che dà moltissima importanza alla luce. Non solo: l´artista è riuscito ad adattare le nuove esigenze spaziali del rinascimento italiano all´impalcatura gotica che il retablo impone. All´interno della chiesa si ammirano anche arredi di gran pregio, quali gli altari settecenteschi scolpiti nel legno di ginepro.
La costa
Il litorale di Castelsardo è caratterizzato dalla roccia trachitica tipica della zona ed offre quindi molte scogliere a picco sul mare. Non mancano però anche calette sabbiose come Cala Ostina, a est della città, e Punta Tramontana a ovest, insieme alle spiagge della Marinedda e della Marina e alla spiaggia della frazione di Lu Bagnu. Mentre appena fuori Castelsardo, verso est si trovano le spiagge di Badesi. Poco più avanti, un tratto di territorio uniforme collocato di fronte all’isola dell’Asinara interessa altri comuni limitrofi ed ospita il tratto di litorale da La Muddizza a Costa Paradiso. Si tratta di una porzione di costa frastagliata che nasconde cale e calette dall’aspetto incantevole: tra queste si segnalano San Pietro alle foci del Coghinas e la Baia delle Mimose, Li Lunchi, Isola Rossa e Costa Tinnari. Per il turista che giunge via mare a Castelsardo, il Porto turistico di Frigiano offre ospitalità e assistenza a tutte le imbarcazioni da diporto.
Nuraghe Paddaggiu
Il nuraghe è posto sulla strada che congiunge Castelsardo con Valledoria, in prossimità della Roccia dell’Elefante. Il nuraghe Paddaggiu è decisamente complesso: il bastione aggiunto, in realtà, è un particolare di modesta importanza e ciò che in realtà spicca, in questo edificio, è lo stato di conservazione della torre principale. Il bastione è costituito da due torri laterali, ad ovest e a est, raccordate da un sottile muro di rifascio sul retro, mentre nella parte frontale si hanno solo poche tracce di una cortina di spessore maggiore; entrambe le torri non sono conservate in ottime condizioni, al punto che guardando il nuraghe da una certa distanza si ricava la netta impressione di trovarsi dinanzi ad una semplice nuraghe ad una sola torre.
La torre principale conserva ancora intatto il thalos della camera interna; misura 11 metri di diametro e 8,5 di altezza; vi si accede da un ingresso piuttosto interrato, volto a sud-est, che introduce in un andito coperto da lastre traversali. A destra del corridoio c’è la consueta nicchia d’andito, mentre a sinistra si diparte il vano della scala percorribile ancora oggi sino alla sommità del rudere. Il piccolo villaggio di capanne circolari (se e conserva chiaramente una di 6 metri di diametro), a nord del nuraghe, si estendeva con ogni probabilità anche oltre l’attuale trincea della vecchia strada provinciale per Santa Teresa Gallura; ebbe un’importante fase di occupazione in epoca romana, come testimoniato dalle abbondanti ceramiche che vi si rinvengono, ma anche dall’evidente sovrapposizione di edifici a pianta quadrangolare sulle precedenti capanne circolari.
La cucina
Gli spaghetti con i ricci oppure con l´aragosta, e in generale tutti i piatti a base di pesce sono il cuore della cucina tipica di Castelsardo. Il periodo migliore per gustare i ricci è quello invernale, da gennaio a marzo, mentre per le aragoste è preferibile attendere l´estate, poiché nel periodo più freddo occorre rispettare il fermo biologico.
L’aragosta viene spesso cucinata alla “Castellanese”, per la quale si deve preparare un soffritto con olio, aglio, cipolla e prezzemolo, successivamente si aggiunge il sugo di pomodoro e un po’ di peperoncino e limone. In seguito bisogna unire le uova dell’aragosta e la parte scura della testa, bollire l’aragosta in acqua poco salata e condire con il sugo preparato.
Anche la zuppa di pesce viene preparata alla “Castellanese”: in questa zuppa i pesci grossi vanno tagliati a pezzi. I pesci piccoli vanno schiacciati e fatti sciogliere nel brodo: triglie, vari pesci di scoglio, gronchi, pesce di San Pietro etc. Si cuoce poi il tutto in un soffritto di cipolla, aglio, pomodoro fresco e peperoncino.
Come arrivare
Da Olbia: arrivati a Olbia in aereo o in nave si può scegliere fra un tragitto costiero e uno nell’entroterra. Quello costiero è sicuramente più lungo, attraverso la Strada Statale 125 in direzione Palau-Arzachena. Una volta arrivati a Palau, si prosegue sulla litoranea in direzione Santa Teresa di Gallura continuando per Castelsardo. Il percorso che porta nell’entroterra è più breve ma più complesso. Si prende la Strada Statale 127 per Tempio Pausania, da lì verso Aggius e la Valle della Luna, poi per Viddalba e Castelsardo.
Da Porto Torres: arrivati a Porto Torres con la nave, bisogna semplicemente prendere la Strada Statale 200 e una volta passata la spiaggia di Lu Bagnu si vede spuntare Castelsardo come un bellissimo colpo d’occhio improvviso. Porto Torres collega la zona nord occidentale della Sardegna con i porti italiani di Genova; quelli francesi di Bonifacio, Marsiglia e Tolone.
In aereo
L’aeroporto più vicino è quello di Alghero.
In treno
Non è presente una stazione ferroviaria. La Stazione ferroviaria più vicina è Palau gestita dalle Ferrovie della Sardegna.
In autobus
Ci sono autolinee che partono da Olbia, da Golfo Aranci per Porto Torres e passano per Castelsardo.