Un weekend a… Melfi

Melfi, situata all'estremo nord della Basilicata, nel cuore del Vulture (vulcano ormai spento), è legata alla figura dell’Imperatore Federico II di Svevia, che scelse il castello come residenza estiva e che nelle foreste attorno praticava la falconeria, il suo hobby prediletto.

 

Immersa nella splendida natura del Vulture, la città ha una cinta muraria unica nell’Italia meridionale, circondata interamente da antiche mura normanne con torrioni di avvistamento.

 

Il Castello normanno-svevo

L’abitato è dominato dal maestoso castello normanno-svevo, simbolo di Melfi, dotato di dieci torri, sette rettangolari e tre pentagonali. Al piano terra del castello è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, in cui è custodita l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio dell’area, mentre nella torre dell’Orologio si può apprezzare lo splendido Sarcofago romano, ritrovato nel 1856, noto anche come “Sarcofago di Rapolla”, perché un tempo conservato nella piazza della cittadina del Vulture.

 

La Porta Venosina

© panoramio.com

Melfi ha una cinta muraria unica nell’Italia meridionale della quale fa parte l’incantevole Porta Venosina, in stile gotico e con portale a sesto acuto con l’archivolto a toro scanalato, sostenuto da capitelli a tronco di piramide rovesciata.

La porta è affiancata da due bastioni cilindrici ‘400, a rafforzamento delle capacità difensive, ed è impreziosita da due bassorilievi che la affiancano, quello di destra raffigurante lo stemma di Melfi, l’altro, a sinistra, quello dei Caracciolo. Alla lapide celebrativa dell’antica gloria e della grandezza della città, voluta da Federico II, è stata sostituita quella di Giovanni II Caracciolo ancora oggi visibile.

 

La Cattedrale di Santa Maria Assunta

Dell’edificio normanno della cattedrale di Melfi edificato nel 1153 resta solo il campanile, mentre il corpo dell’edificio è stato quasi interamente rifatto nel XVIII secolo in stile barocco.

Inizialmente dedicata a San Pietro ed edificata da Roberto il Guiscardo, della originale cattedrale di Melfi non resta alcuna traccia. Il contrasto tra lo stile normanno del campanile e quello della facciata della chiesa è dovuto al rifacimento di quest’ultima a seguito del sisma del 1694. Bianca, è divisa da un cornicione ed entrambi i piani sono attraversati da lesene con capitel­li corinzi, mentre il portale in pietra bianca è decorato da due angeli che sorreggono una cornice ovale.

A tre navate, bellissimo è il soffitto a cassettoni dorati che decora la navata centrale, con in fondo l’altare maggiore in marmi pregiati. Davvero pregevoli sono anche un trono splendente in legno intagliato, un coro ligneo del 1557, un organo e un pulpito del XVIII secolo.

Il campanile, a pianta quadrata, si sviluppa su tre piani decorati da imponenti teste di leoni in pietra bianca e bifore circondate da fregi policromi in lava scura e chiara, con l’eccezione, all’ultimo piano, dell’utilizzo di pietre vulcaniche bianche e nere del Vulture che compongono un mosaico.

 

Le Chiese rupestri

Melfi è uno scrigno di bellezze culturali e sacre da scoprire, come gli straordinari esempi di chiese rupestri di Santa Margherita e Santa Lucia (XIII sec.) scavate nel tufo, oltre alla splendida cattedrale di Santa Maria Assunta in stile svevo bizantino gotico, con soffitto a cassettoni decorato in oro zecchino.

 

La cucina

© aglianicodelvulture.net

Olio, vino, formaggi, castagne, portano sulla tavola sapori, aromi e profumi indimenticabili, tipici di un banchetto nella città di Melfi, ovunque lo si consumi. Il Vino Aglianico del Vulture Doc trova anche a Melfi uno dei principali centri di produzione fino a presentarsi sulle tavole lucane, italiane e del mondo corposo, con il suo colore purpureo e dal profumo deciso ma fruttato, asciutto e armonico.

© piaceridellavita.com

Degni compagni di viaggio in un itinerario enogastronomico sono anche la pasta e il pane preparati a mano dal grano duro delle campagne di Melfi e l’olio dal sapore robusto e apprezzato ormai a livello internazionale perché ottenuto dalla varietà di olive “Ogliarola del Vulture”, cresciute su suolo vulcanico.

© flickr.com

Tripudio per il palato è il saporito “Marroncino di Melfi”, prelibata castagna grande e di forma tondeggiante, dal colore marrone lucido ideale per le caldarroste, ma molto apprezzata anche se consumata fresca.

Come arrivare

In aereo
Gli aeroporti più vicini sono:
Napoli-Capodichino, distante circa 159km;
Bari-Palese, distante circa 60 km.

In treno
A Melfi c’è anche una stazione ferroviaria con comodi e veloci collegamenti con Foggia e Potenza.

In auto
Arrivate a Melfi da tutte le direzioni:
– Da Roma – Autostrada del sole A1- A16, uscita Candela, seguire le indicazioni Melfi .
Distanza dal casello Km. 20
– Da Bologna – Autostrada del sole A14, uscita Foggia, seguire le indicazioni Potenza. Prendere la Foggia – Potenza. Distanza da Foggia Km. 55
– Da Napoli o Bari – Autostrada del sole A16, uscita Candela,seguire le indicazioni Melfi .Distanza dal casello Km. 20

Contatti

Ufficio Informazioni turistiche Matera
Via De Viti De Marco, 9
75100 MATERA
Tel. 0835 331983
Fax: 0835 333452
E-mail: [email protected]

Luogo
Basilicata
Parole chiave
Melfi, weekend

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