Un weekend a… Napoli

“Vedi Napoli e poi muori...” è una frase che sintetizza lo splendore assoluto, quasi trascendente della Capitale del Sud Italia. Dopo averla vista, non troverete altra Città comparabile ad essa. E il senso di malinconia e sentito da tutte le persone comuni nel momento in cui si allontanano dal golfo di Napoli e dalla stessa città, descritto da innumerevoli scrittori e poeti, ha trovato un proprio termine: “napolitudine”. Misteriosa e affascinante, intrigante e passionale, caotica e contraddittoria: questa è Napoli , la grande capitale del Mediterraneo

“Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli;
ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo.”
Stendhal, 1817

 

Cosa vedere

Duomo

La facciata del Duomo di Napoli. Particolare © John Karwoski / Flickr.com

La Cattedrale di Santa Maria Assunta, nota anche come Duomo di Napoli o Duomo di San Gennaro è una delle più grandi chiese della città ed è il luogo di culto cattolico più importante di Napoli. Per la maggior parte dei napoletani la chiesa è nota come Duomo di San Gennaro, popolarmente intolata al santo patrono della città.

La navata centrale del Duomo © imperatoreblog.it

Il Duomo, di impianto gotico è stato portato a termine da Roberto D’Angiò nel 1313, tranne la facciata, più volte rimaneggiata. Lungo la navata sinistra si apre l’ingresso all’antica basilica di Santa Restituta, fondata nel IV secolo dall’imperatore Costantino, che oggi presenta però una scenografica sistemazione barocca. Sotto Santa Restituta sono visitabili resti archeologici di età greca e romana. Dal lato destro dell’abside si accede al battistero di San Giovanni in Fonte, eretto tra il IV e il V secolo, il più antico edificio di questo tipo dell’Occidente cristiano. Da vedere la mirabile Cappella del Tesoro di San Gennaro, costruita tra il 1609 e il 1637 dove, per due settimane in occasione del miracolo, viene esposto il reliquiario del sangue di san Gennaro.

 

 

La Galleria Umberto I

La volta della Galleria Umberto I © Viacheslav Lopatin / Shutterstock.com

La Galleria Umberto I, realizzata nel 1890 nel cuore di Napoli sul modello della Galleria di Milano, ha una splendida copertura in vetro e ferro, alta ben 57 metri, cui si accompagna un elegante pavimento a intarsi marmorei. Progettata su tre piani in stile liberty in ferro e vetro, all’interno hanno sede negozi, caffè, librerie e la chiesa di Santa Brigida, inglobata nell’isolato della galleria.

 

 

Teatro San Carlo

La sala del teatro con il grande affresco sul soffitto © photogolfer / Shutterstock.com

È il più antico teatro d’opera d’Europa ancora attivo e fu realizzato da Angelo Carasale nel 1737 su disegno dell’architetto Antonio Medrano. memorabile la stagione della prima metà dell’800, quando vi furono ingaggiati musicisti del calibro di Rossini e Donizetti. Uscendo dal Teatro San Carlo ci troviamo nella vivacissima piazza Trieste e Trento (antica piazza San Ferdinando), dove sorge lo storico caffè Gambrinus, fondato nel 1860, in passato meta prediletta di poeti e intellettuali.

 

 

Piazza del Plebiscito

Piazza del Plebiscito e la basilica di San Francesco di Paola / Shutterstock.com

La piazza, con la sua forma ad emiciclo, è la più vasta della città, spettacolare cornice di manifestazioni culturali e di concerti. Ne caratterizza il profilo la chiesa di San Francesco di Paola, con il suo colonnato neoclassico e l’interno ispirato al Pantheon di Roma. Al centro della piazza le due statue equestri di Carlo di Borbone (opera di Antonio Canova) e di Ferdinando I guardano il grande Palazzo Reale.

 

 

Palazzo Reale

Palazzo Reale visto dalla Piazza del Plebiscito / Shutterstock.com

Il Palazzo venne commissionato nel 1600 all’architetto Domenico Fontana dal viceré Ferdinando Ruiz de Castro. Durante il decennio francese fu arricchito da Gioacchino Murat con decorazioni neoclassiche e, successivamente, restaurato da Gaetano Genovese che reintegrò i danni causati dall’incendio del 1837.

Per visitare i preziosi interni, che hanno conservato decorazioni ed arredi originali, si oltrepassa il vasto cortile d’onore e si accede al Museo dell’Appartamento Storico. In altri ambienti del palazzo ha sede la Biblioteca Nazionale, che vanta una raccolta di più di un milione e mezzo di volumi, tra cui preziosi codici medioevali ed i famosi papiri di Ercolano.

 

 

Castel dell’Ovo

Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli © curiocitynapoli.it

Il lungomare fra Castel dell’Ovo e Posillipo, con il panorama su tutto il Golfo, il Vesuvio e le isole, è l’immagine più famosa di Napoli. Il profilo della costa è dominato dalle massicce mura tufacee di Castel dell’Ovo, il più antico della città, che sorge sull’isolotto di “Megaride”, oggi collegato alla terraferma da un ponte. Dapprima villa del patrizio romano Licinio Lucullo, trasformato in convento dai monaci di san Basilio (492 d.C. circa), con i Normanni divenne infine reggia fortificata, nel XII secolo. Sotto le mura del castello vi è l’ottocentesco Borgo Marinari, oggi sede di circoli nautici, ristoranti, bar e locali alla moda.

 

 

Lungomare via Caracciolo e Villa Comunale

Vista panoramica di Napoli con la via Caracciolo / Shutterstock.com

La via, dedicata all’ammiraglio della Reale Flotta Borbonica Francesco Caracciolo viene percorsa dai napoletani durante il “rito” della passeggiata domenicale sul Lungomare. Il tratto che parte da Mergellina e giunge fino a piazza della Vittoria è fiancheggiato dalla Villa Comunale e dalla riviera di Chiaia.

La Villa Comunale è un giardino che risale alla fine del Settecento quando, per volere di Ferdinando IV, venne progettato da Carlo Vanvitelli. Nella fitta e varia vegetazione spicca l’albero più vecchio piantato a Napoli che ha ormai circa due secoli. Anche le attrazioni artistiche non mancano e, nel corso di una passeggiata, sarà possibile ammirare la Casa pompeiana, la grande Cassa Armonica e la Stazione Zoologica, oltre a diverse fontane e sculture neoclassiche.

 

 

Cappella Sansevero

La scultura del “Cristo Velato” nella Cappella Sansevero © get directly down / Flickr.com

La cappella fu edificata nel 1590 per volontà di Giovanni Francesco di Sangro principe di Sansevero. Nascosta in una viuzza laterale di vico San Domenico, la piccola e straordinaria Cappella Sansevero è uno spettacolare complesso barocco, al cui interno è conservato un autentico capolavoro, la scultura del ‘Cristo Velato’, opera di Giuseppe Sanmartino.

 

 

Basilica e complesso monumentale di Santa Chiara

Il Chiostro delle Clarisse / Shutterstock.com

Il complesso francescano di Santa Chiara fu eretto a partire dal 1310 per volere di Roberto d’Angiò e di sua moglie Sancia di Maiorca ed è uno dei monumenti più importanti della città. L’austera chiesa, nella quale sono conservati i monumenti sepolcrali (XIV secolo) della famiglia reale angioina, si unisce all’imperdibile e celebre Chiostro delle Clarisse: qui Napoli diventa improvvisamente silenziosa e profumata di glicini e narcisi.

 

 

Chiesa del Gesù Nuovo

L’altare e l’interno della chiesa del Gesù Nuovo © Raffaele Nicolussi / Flickr.com

La Chiesa del Gesù Nuovo rappresenta una delle più importanti chiese basilicali della città, tra le massime concentrazioni di pittura e scultura barocca, a cui hanno lavorato alcuni dei più influenti artisti della scuola napoletana.

L’interno del Gesù Nuovo è sontuoso con tantissime decorazioni policrome e marmi preziosi. In tutto vi sono undici cappelle laterali con altrettanti altari, anch’essi ricchi di decorazioni. Gli affreschi sono veramente splendidi, quelli della sagrestia sono di Aniello Falcone, quelli della volta di Antonio Vaccaro e Massimo Stanzione, mentre quello che si estende su tutta la parete d’entrata, la “Cacciata di Eliodoro dal tempio”, è di Francesco Solimena. Ma ciò che rapisce completamente gli occhi all’interno della Chiesa del Gesù Nuovo è l’altare maggiore, un vero gioiello prezioso, innalzato nel 1854. All’interno è custodito il corpo di San Giuseppe Moscati, canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987.

 

 

Reggia e Parco di Capodimonte

Reggia di Capodimonte © guideturistichenapoli.com

Sede del Palazzo Reale di Capodimonte, che ne costituisce la principale attrattiva, questo parco, progettato come riserva di caccia nel 1742 da Ferdinando Sanfelice, conta ben centotrenta ettari di superficie all’interno dei quali si possono trovare alcuni laghetti e vari edifici settecenteschi tra cui vale la pena citare l’ex Istituto Professionale per l’industria della ceramica e della Porcellana. Dato che è impossibile visitare il Palazzo Reale in un solo giorno, dopo essersi immersi nei numerosi saloni una passeggiata in quest’oasi di pace è di certo consigliabile.

 

 

Napoli sotterranea

Nelle catacombe di Napoli durante una visita guidata © imperatoreblog.it

Il sottosuolo di Napoli è attraversato da una grande rete di cunicoli, gallerie ed acquedotti, in parte ancora oggi visitabili. A quaranta metri di profondità sotto le vocianti e caratteristiche vie del centro storico di Napoli, si trova un mondo a parte, per molto ancora inesplorato, isolato nella sua quiete millenaria eppure strettamente collegato con la città. È il grembo di Napoli, da cui essa stessa è nata.

I primi manufatti di scavi sotterranei risalgono a circa 5.000 anni fa. Successivamente, nel III secolo a.C., i Greci aprirono le prime cave sotterranee per ricavare i blocchi di tufo necessari per costruire mura e templi. Lo sviluppo imponente del reticolo dei sotterranei iniziò in epoca romana: i romani infatti in epoca augustea dotarono la città di gallerie viarie e soprattutto di una rete di acquedotti complessa, alimentata dalle sorgenti del Serino, a 70 km di distanza dal centro di Napoli. I sotterranei furono quindi utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugi antiaerei per proteggersi dai disastrosi bombardamenti che colpirono la città. Resti di arredi, graffiti e vari oggetti in ottimo stato di conservazione testimoniano ancora oggi la grande paura dei bombardamenti e i numerosi periodi della giornata vissuti nei rifugi, facendo riemergere uno spaccato di vita importante della storia cittadina.

Museo Archeologico Nazionale (MANN)

Museo Archeologico Nazionale. Sala della Meridiana © naporama.it

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita una delle raccolte di antichità più straordinarie del mondo; nelle sue sale hanno sede collezioni storiche che costituiscono, senza enfasi, uno dei nuclei portanti della storia della cultura italiana e occidentale: il gruppo delle gemme e delle sculture Farnese, eredità dei Borbone; i tesori di Ercolano e Pompei, un insieme senza paragoni di affreschi e mosaici, statue, oggetti preziosi e d’uso comune; raccolte celebri e nuovi allestimenti quali il Medagliere e il celeberrimo Gabinetto Segreto, che documenta i costumi antichi in tema di erotismo.

 

 

Le stazioni dell’arte (la metropolitana di Napoli)

Stazione Toledo. Metropolitana di Napoli © luckyraccoon / Shutterstock.com

L’idea delle “stazioni dell’arte” della metropolitana di Napoli risale al 1995, quando si decise di affidare ad architetti e artisti di fama mondiale la progettazione delle varie stazioni. Il piano s’inseriva nell’ambito del progetto “Gli Annali dell’Arte”, coordinato da Achille Bonito Oliva, che prevedeva la collocazione di opere d’arte contemporanea negli spazi pubblici più frequentati del capoluogo partenopeo con lo scopo di combinare la fruizione del trasporto pubblico con l’esposizione degli utenti all’arte contemporanea e favorirne così la conoscenza e la diffusione.

Stazione Università. Metropolitana di Napoli © luckyraccoon / Shutterstock.com

Da quel momento, gli ambienti interni ed esterni delle stazioni delle linee 1 e 6 della metropolitana di Napoli sono diventati un complesso artisticofunzionale che ospita circa duecento opere create da una novantina di importanti artisti internazionali – figurativi, concettuali, esponenti dell’arte povera e della transavanguardia, fotografi – e da alcuni giovani architetti locali. Solo per citarne alcuni: Gae Aulenti, Oliviero Toscani, Alessandro Mendini, Sandro Chia, Ettore Spalletti, Salvatore e Mimmo Palladino, Alan Fletcher, Dominique Perrault, Mario Sironi, Karim Rashid, Óscar Tusquets Blanca, William Kentridge, Luigi Ontani, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Francesco Clemente e molti altri. Nel 2012 la stazione Toledo è stata premiata come la più bella d’Europa.

 

La Cucina

Pizza Margherita © panoramachef.it

La cucina tradizionale napoletana è molto ricca e complessa, varia da cibi semplici ma completi, come la pizza, a piatti ben più elaborati. Va ricordato che molti anni fa la pizza e i maccheroni erano i cibi che servivano per ingannare la fame dei più poveri, che erano costretti a rimandare il pasto successivo di almeno ventiquattro ore.

Mozzarella in carrozza © visindustrie.com

Ma è la pizza che rispondeva ancora meglio alle esigenze dei napoletani in tempi di povertà. La sua storia è fatta di leggende e miti che circondano la sua origine che si presume risalga al 1500, quando la profumata pianta dei pomodori fu introdotta in Europa dal Perù. La pizza era la preferita non solo dai plebei ma anche dalle dame e dai cavalieri e persino dai reali. Nel bosco di Capodimonte, la moglie di Ferdinando IV, Maria Carolina, fece costruire un apposito forno per le pizze per se’ e per i suoi ospiti.

Parmigiana di melanzane © greenme.it

Nell’Ottocento ci fu l’introduzione di un altro elemento: la mozzarella, da aggiungere al pomodoro. Nasce la Margherita, così chiamata in omaggio al arrivo al soggiorno a Napoli della consorte di Umberto I, fedele buongustaia della pizza. Il suo inventore fu Raffaele Esposito, che nel 1889 fu invitato al Palazzo Reale di Capodimonte per offrire ai sovrani una prova della sua eccellente bravura. La Regina dichiarò poi di apprezzare in particolar modo quella con la mozzarella e pomodoro, da allora battezzata Margherita.

Piatti più famosi:

  • Mozzarella ottenuta da latte di bufala, trova regolarmente spazio sulla tavola, spesso abbinata a pomodori e insalata.
  • Bistecca alla pizzaiola: Un sottile bistecca in salsa di pomodoro aromatizzata con origano e aglio.
  • Calzone alla Napoletana: pasta fritta a forma di mezzaluna farcita (di solito) con prosciutto e mozzarella.
  • Mozzarella in Carrozza: in questo piatto, la mozzarella è inserita tra due fette di pane, poi immersi in una pastella di uova e cotta in olio bollente.
  • Parmigiana di Melanzane: melanzane a fette al forno con formaggio e una salsa di pomodoro con aglio e origano.

 

Come arrivare

In aereo

L’Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino è uno dei più importanti d’Italia. A Napoli partono e arrivano aerei da tutte le destinazioni italiane, europee ed internazionali. L’aeroporto napoletano di Capodichino si trova a circa 6 km dal centro città, in un’area con una densità abitativa elevata. Raggiungere il centro città in autobus o taxi è dunque molto semplice.

In treno

Napoli ha 3 stazioni principali da cui partono e arrivano i treni provenienti dalle altre città italiane e estere. A Napoli Centrale, grazie ai suoi 24 binari in uso, arrivano circa 400 treni al giorno da Salerno, Roma, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Torino, Trieste, Udine, Venezia, Palermo, Taranto, Campobasso, Potenza, Cosenza, Lamezia e Reggio Calabria.

In nave

Napoli ha uno dei porti più importanti del Mediterraneo. Qui arrivano ogni settimana navi da crociera da tutto il mondo ma ci sono soprattutto collegamenti in nave da tutto il Sud Italia. I traghetti della TTTLines collegano Napoli con Catania con corse quotidiane. La Tirrenia collega Napoli con la Palermo (Sicilia) e Cagliari (Sardegna) con corse quotidiane.

In auto

Da Nord, l’autostrada da percorrere è l’A1, l’Autostrada del Sole. Questo percorso, lungo oltre 700 km, collega Milano a Napoli, passando per le principali città italiane tra cui Bologna, Firenze e Roma. Da Sud si percorre la A3, Napoli-Reggio Calabria. Proveniendo dall’Adriatico, si segue l’autostrada A16, Napoli-Canosa.

Contatti

Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo Via San Carlo 9 Tel. +39 081 402394,
[email protected]

Luogo
Campania
Parole chiave
Napoli, vulcano, weekend

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