È un percorso tra la magnificenza degli antichi palazzi, nella spiritualità che si respira nelle sue Chiese, tra il quotidiano brulicare dei mercati cittadini e sotto i millenari portici.
Il presente di questa città, creativa e dinamica, si vive nella vivacità cittadina dei mercati, delle piazze, all’interno di raffinati ristoranti, nelle vecchie osterie, tra i tavoli dei bar storici o nei locali alla moda dove si consuma il rito dell’aperitivo.
È impossibile, però, citare tutte le bellezze di Padova. Una città che di giorno si offre al visitatore con le sue strade, piazze affollate e tanta voglia di vivere. Mentre di notte assume un carattere più romantico e suggestivo.
Una città che sa sempre raccontare storie bellissime: ecco una sintetica guida in due parti a Padova!
Cosa vedere
Cappella degli Scrovegni
Padova vanta il titolo di Città dell’Affresco per la straordinaria offerta di superfici affrescate che rivelano un patrimonio artistico dal XI al XX secolo. Uno dei principali cicli pittorici del Trecento è conservato nella Cappella degli Scrovegni, opera di un Maestro geniale: Giotto.
La narrazione degli affreschi, la luce, i colori, i sentimenti così intensi, veri e forti che entrano nell’anima regalando a tutti un’emozione sincera ed intensa che spiazza e commuove.
Intitolata a Santa Maria della Carità, la cappella è stata affrescata tra il 1303 e il 1305 da Giotto su incarico di Enrico degli Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano, a beneficio della sua famiglia. La narrazione degli affreschi si snoda su quattro registri, raccontando le storie della Vergine e di Cristo, mentre nella controfacciata è dipinto il grandioso Giudizio Universale, con il quale si conclude la vicenda della salvezza umana. L’altare maggiore è ornato da statue di Giovanni Pisano.
Sulle pareti di questa sorprendente cappella (lunga 29,26 metri, larga 12,80 e alta 8,48) si svolge un racconto semplice e coinvolgente che ancora oggi ci parla in termini chiari, immediati e attuali.
La visita alla Cappella è un viaggio attraverso la poesia e il pathos; l’uomo e Dio in uno stile unico ed irripetibile, che rivoluzionò per sempre il linguaggio dell’arte occidentale.
Palazzo della Ragione
Le piazze sono il vero cuore pulsante della città nelle quali saggiare atmosfere padovane. Su Piazza delle Erbe, della Frutta e dei Signori domina Palazzo della Ragione. Eretto nel 1218 e sopraelevato nel 1306, è affettuosamente chiamato dai padovani “Il Salone” per la vastità delle sue proporzioni (misura 81x27m; h 27m), è decorato da uno splendido ciclo di affreschi (1425-1440) ispirati alle dottrine astrologiche di Pietro d’Abano e un imponente soffitto ligneo a volta. La grandiosa sala pensile sorprende per le dimensioni e la ricchezza del ciclo pittorico e incuriosisce per la presenza di un grande cavallo ligneo del XV secolo e la Pietra del Vituperio usata come berlina per i debitori insolventi (venne introdotta su supplica di S.Antonio, per evitare loro la condanna a morte o all’ergastolo).
Le piazze e le botteghe del Sotto-Salone sono da oltre ottocento anni una grande area commerciale, anche se il tipo di merci vendute è cambiato nel tempo! Ed ecco una curiosità: alla base della Scala degli Osei sono scolpite le misure medievali del coppo, dello staio, del mattone e del brazzolaro, usate in epoca comunale per evitare imbrogli commerciali!E per scoprire i “segreti” della città avventuratevi nella visita ai sotterranei di Palazzo della Ragione.
La Loggia dei Carraresi
La loggia dei Carraresi è l’ultima parte sopravvissuta per intero della Reggia Carrarese, la grande residenza dei Da Carrara, signori di Padova. Il complesso della Reggia, fatto costruire fra il 1339 e il 1343, comprendeva un Palazzo di ponente (più antico) e un Palazzo di levante. Collegati fra loro mediante un edificio centrale e con un ampio cortile interno, che corrispondeva grossomodo all’odierna piazza Capitaniato.
Caratterizzata da snelle colonne in marmo rosa di Verona disposte su due livelli, la loggia fu realizzata su disegno di Domenico da Firenze. Nelle stanze retrostanti, sede dell’antica cappella privata (oggi sala delle adunanze), si trovano alcuni affreschi del Guariento raffiguranti episodi biblici.
L’Orto Botanico di Padova
Quello di Padova è il più antico orto botanico universitario al mondo. Nasce nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali e su una superficie di quasi 22.000 metri quadrati contiene oltre 6.000 piante di 3.500 specie differenti, molte delle quali introdotte per la prima volta in Italia. La struttura dell’orto, opera di Daniele Barbaro, è un quadrato inscritto in un cerchio e rimanda all’ideale di un Hortus Conclusus, luogo paradisiaco destinato ad accogliere coloro che ricercassero il rapporto tra l’uomo e l’universo.
La Basilica di Santa Giustina
Una delle piazze più grandi d’Europa accoglie una delle basiliche cristiane più grandi al mondo. Le statue di S. Giustina, S.Prosdocimo e S.Daniele si innalzano sulle cupole quasi a proteggere l’intera città e i preziosi tesori che la basilica gelosamente custodisce.
L’antico sacello paleocristiano di S. Prosdocimo rappresenta il nucleo più antico, risalente al V secolo, miracolosamente sopravvissuto al terremoto del 1117 d.C..
L’attuale complesso (cinque chiostri oltre la Basilica) si deve ad una quasi totale ricostruzione operata tra il XVI e XVII secolo. Nella maestosa Basilica si conservano numerose opere d’arte: sull’altare domina la grande pala di Paolo Veronese raffigurante il Martirio di S. Giustina (1575), le cappelle laterali ospitano, tra le altre, le tele di Palma il Giovane e Luca Giordano. Il dipinto di Pietro Damini ricorda il ritrovamento del pozzo dei Martiri. Oltre alle spoglie di s.Giustina e s. Prosdocimo, nella basilica riposa l’evangelista S. Luca.
L’interno della basilica è un grandioso gioco di cupole e finestre che filtrano e irradiano la luce.
Il Battistero del Duomo
Piazza del Duomo è un angolo suggestivo e seducente della città di Padova. Si affacciano le vetrine di negozi eleganti, di prelibate pasticcerie e caffetterie, racchiude inoltre numerosi gioielli artistico-culturali, alcuni inaspettati, come il Battistero del Duomo.
Adiacente alla Cattedrale di Padova, il Battistero si trova tra Palazzo Vescovile, sede del Museo Diocesano e Palazzo del Monte di Pietà. È un luogo raccolto e silenzioso nel quale dominano le scene dell’Antico e del Nuovo Testamento affrescate da Giusto de Menabuoi (1375-1378) per Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco I da Carrara, Signore di Padova nel Trecento.
Appena si entra, la grande cupola cattura lo sguardo e, come una calamita, chiede di ammirare la grandiosa scena rappresentata nel Paradiso: attorno al Cristo Pantocratore si dispongono, a raggiera, le schiere di angeli e santi, le cui aureole ricordano, guardate dal basso, le punzonature di una magnifica oreficeria. A giusto titolo il Battistero del Duomo è considerato un capolavoro artistico del Trecento.
La Basilica del Santo
13 giugno 1231: Padova perde il suo amato fratello francescano, S.Antonio e immediatamente si decide l’edificazione di una basilica per custodire e onorare le sue spoglie. La Basilica del Santo è meta ogni anno di migliaia di pellegrini che giungono a Padova per venerare il Santo per antonomasia.
Le otto ampie cupole svettano sul cielo di Padova: richiamano i visitatori lontani e li invitano ad entrare per ammirare meravigliosi capolavori, scrigni di tesori d’arte d’ogni tempo.
L’aspetto esterno della Basilica è un misto di stili: lombardo, toscano e bizantino; mentre i due minareti orientaleggianti ricordano il lungo peregrinare di S.Antonio. All’interno, la tomba del Santo è gelosamente custodita nella splendida Cappella del Santo, opera di vari artisti tra cui Tullio Lombardo, Andrea Briosco e Gianmaria Falconetto.
Il tributo di artisti del Trecentesco è presso la Cappella del Beato Luca Belludi (Giusto de’ Menabuoi, 1382) e la Cappella di S. Giacomo e S.Felice (Altichieri da Zevio, 1374/78). L’altare maggiore conserva sculture di Donatello, autore della bella statua equestre al Gattamelata che si può ammirare sul sagrato della Basilica. La Cappella del Tesoro, opera barocca del Parodi, consente ai visitatori di ammirare il “tesoro” della Basilica e le Memorie del Santo. Sul sagrato della Basilica si affacciano la Scoletta del Santo , sede dell’Arciconfraternita di sant’Antonio, con affreschi di Tiziano (1511). L’Oratorio di san Giorgio, voluto nella seconda metà del Trecento quale cappella funeraria della famiglia Raimondino Lupi di Soragna (Parma), affrescato da Altichiero da Zevio.
Il Santuario di San Leopoldo Mandic
La storia del Santuario di S.Leopoldo è in realtà la storia della presenza dei Frati Cappuccini dell’Ordine dei Francescani Secolari, che a Padova si insediarono a partire dal 1537. La città, con la sua importante università, era ideale per una seria preparazione negli studi. E a giusto titolo numerosi religiosi dell’ordine trovarono riparo presso il Convento ubicato all’interno delle mura di Padova a sud di Prato della Valle, come S. Lorenzo da Brindisi (1559-1619) e Beato Marco Cristofori d’Aviano (1631-1699).
Al convento di S. Croce svolse la sua silenziosa ma preziosa opera di confessore e di guida spirituale un umile e mite fraticello, la cui fama di santità travalicò presto i confini della città e del Veneto: p. Leopoldo Mandic. Amato e venerato in vita, invocato come santo dopo la morte (1942), la sua tomba continua più che mai ad essere meta di pellegrinaggi. La chiesa dei Cappuccini fu gravemente distrutta il 14 maggio 1944, colpita in pieno da 5 grosse bombe aree delle forze anglo-americane: i frati furono miracolosamente illesi, così come la statua della Madonna e il Confessionale di S. Leopoldo.
La cucina
Quali sono i sapori padovani?
Il ricettario della gastronomia padovana risale all’epoca delle nobili famiglie medievali che hanno avuto il merito di creare piatti di prim’ordine, composti da ingredienti saporosi e semplici.
Primi piatti, secondi, antipasti, pasticceria: la cucina padovana ci propone sapori unici ed esclusivi, che variano a seconda delle aree geografiche.
La zona dei Colli Euganei propone due stagionalità per eccellenza: la primavera e l’autunno. Sono i periodi migliori per sedersi a tavola e gustare piatti a base di erbette spontanee, verdure e funghi.
La fascia della Bassa padovana risente del confine con l’entroterra rodigino e veronese. I piatti poggiano su prodotti genuini come riso, tartufo, selvaggina e maiale. L’area orientale risente degli influssi della vicina Riviera del Brenta e Venezia. Si trovano menu a base di pesce di laguna, di mare e di fiume. Una particolarità locale è la lavorazione della carne di cavallo. Sulle tavole dell’Alta padovana regna la polenta, spesso accostata a piatti a base di cacciagione, baccalà e radicchio.
Grandi protagonisti della tavola sono, infine, i vini, dalla lunga e nobile storia, esaltati anche da Petrarca e Ruzante.
Il prosciutto di Montagnana
Il radicchio
Olio
L’Asparago
Il Grana Padano
L’Asiago
Il Montasio
Come arrivare
In aereo:
Aeroporto internazionale “Marco Polo”di Venezia: www.veniceairport.it
Aeroporto “Valerio Catullo” di Villafranca (Verona): www.aeroportoverona.it
In auto
Autostrada A4 (Milano-Venezia), uscita al casello di Padova Ovest.
Autostrada A13 (Bologna-Padova), uscita al casello Padova Sud.
In treno
Stazione Ferroviaria di Padova.
Collegamenti ferroviari diretti con la rete nazionale: Milano, Bologna, Venezia.
Contatti
Uffici del Turismo di Padova
Stazione ferroviaria (ingresso dall’atrio della Stazione)
E-mail: [email protected]
Vicolo Pedrocchi
E-mail: [email protected]
App da scaricare:
ApPadova per Android : https://play.google.com/store/apps/details?id=com.cntitalia.appadova&hl=it
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