Un weekend a… Padova

Un viaggio tra passato e presente, tra la storia millenaria, le tradizioni e l'arte: questa è Padova. Una città ricca di bellezze, come il restaurato Palazzo della Ragione, la Loggia dei Carraresi e la famosissima Cappella degli Scrovegni.

 

È un percorso tra la magnificenza degli antichi palazzi, nella spiritualità che si respira nelle sue Chiese, tra il quotidiano brulicare dei mercati cittadini e sotto i millenari portici.

Il presente di questa città, creativa e dinamica, si vive nella vivacità cittadina dei mercati, delle piazze, all’interno di raffinati ristoranti, nelle vecchie osterie, tra i tavoli dei bar storici o nei locali alla moda dove si consuma il rito dell’aperitivo.

È impossibile, però, citare tutte le bellezze di Padova. Una città che di giorno si offre al visitatore con le sue strade, piazze affollate e tanta voglia di vivere. Mentre di notte assume un carattere più romantico e suggestivo.

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Il fiume Bacchiglione. Foto © Giorgio Galeotti / Flickr.com

Una città che sa sempre raccontare storie bellissime: ecco una sintetica guida in due parti a Padova!

 

Cosa vedere

Cappella degli Scrovegni

Padova, Italy: The Scrovegni Chapel (Rick Steves Europe)

Padova vanta il titolo di Città dell’Affresco per la straordinaria offerta di superfici affrescate che rivelano un patrimonio artistico dal XI al XX secolo. Uno dei principali cicli pittorici del Trecento è conservato nella Cappella degli Scrovegni, opera di un Maestro geniale: Giotto.

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L’esterno della Cappella. Foto © Elena Gabrielli / Flickr.com

La narrazione degli affreschi, la luce, i colori, i sentimenti così intensi, veri e forti che entrano nell’anima regalando a tutti un’emozione sincera ed intensa che spiazza e commuove.

Intitolata a Santa Maria della Carità, la cappella è stata affrescata tra il 1303 e il 1305 da Giotto su incarico di Enrico degli Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano, a beneficio della sua famiglia. La narrazione degli affreschi si snoda su quattro registri, raccontando le storie della Vergine e di Cristo, mentre nella controfacciata è dipinto il grandioso Giudizio Universale, con il quale si conclude la vicenda della salvezza umana. L’altare maggiore è ornato da statue di Giovanni Pisano.

Sulle pareti di questa sorprendente cappella (lunga 29,26 metri, larga 12,80 e alta 8,48) si svolge un racconto semplice e coinvolgente che ancora oggi ci parla in termini chiari, immediati e attuali.

La visita alla Cappella è un viaggio attraverso la poesia e il pathos; l’uomo e Dio in uno stile unico ed irripetibile, che rivoluzionò per sempre il linguaggio dell’arte occidentale.

 

Palazzo della Ragione

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Il Palazzo della Ragione. Foto © Stefan Bauer / Wikimedia Commons

Le piazze sono il vero cuore pulsante della città nelle quali saggiare atmosfere padovane. Su Piazza delle Erbe, della Frutta e dei Signori domina Palazzo della Ragione. Eretto nel 1218 e sopraelevato nel 1306, è affettuosamente chiamato dai padovani “Il Salone” per la vastità delle sue proporzioni (misura 81x27m; h 27m), è decorato da uno splendido ciclo di affreschi (1425-1440) ispirati alle dottrine astrologiche di Pietro d’Abano e un imponente soffitto ligneo a volta. La grandiosa sala pensile sorprende per le dimensioni e la ricchezza del ciclo pittorico e incuriosisce per la presenza di un grande cavallo ligneo del XV secolo e la Pietra del Vituperio usata come berlina per i debitori insolventi (venne introdotta su supplica di S.Antonio, per evitare loro la condanna a morte o all’ergastolo).

L’interno del Palazzo. Foto / Wikimedia Commons

Le piazze e le botteghe del Sotto-Salone sono da oltre ottocento anni una grande area commerciale, anche se il tipo di merci vendute è cambiato nel tempo! Ed ecco una curiosità: alla base della Scala degli Osei sono scolpite le misure medievali del coppo, dello staio, del mattone e del brazzolaro, usate in epoca comunale per evitare imbrogli commerciali!E per scoprire i “segreti” della città avventuratevi nella visita ai sotterranei di Palazzo della Ragione.

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Le botteghe. Foto / Wikimedia Commons

 

La Loggia dei Carraresi

La loggia dei Carraresi è l’ultima parte sopravvissuta per intero della Reggia Carrarese, la grande residenza dei Da Carrara, signori di Padova. Il complesso della Reggia, fatto costruire fra il 1339 e il 1343, comprendeva un Palazzo di ponente (più antico) e un Palazzo di levante. Collegati fra loro mediante un edificio centrale e con un ampio cortile interno, che corrispondeva grossomodo all’odierna piazza Capitaniato.

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Affreschi del Guariento nella sala delle adunanze. Foto © Rollroboter / Wikimedia Commons

Caratterizzata da snelle colonne in marmo rosa di Verona disposte su due livelli, la loggia fu realizzata su disegno di Domenico da Firenze. Nelle stanze retrostanti, sede dell’antica cappella privata (oggi sala delle adunanze), si trovano alcuni affreschi del Guariento raffiguranti episodi biblici.

 

L’Orto Botanico di Padova

The Biodiversity Garden – Botanical Garden of Padova

Quello di Padova è il più antico orto botanico universitario al mondo. Nasce nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali e su una superficie di quasi 22.000 metri quadrati contiene oltre 6.000 piante di 3.500 specie differenti, molte delle quali introdotte per la prima volta in Italia. La struttura dell’orto, opera di Daniele Barbaro, è un quadrato inscritto in un cerchio e rimanda all’ideale di un Hortus Conclusus, luogo paradisiaco destinato ad accogliere coloro che ricercassero il rapporto tra l’uomo e l’universo.

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Nel Giardino Botanico. Foto © Umberto Salvagnin / Flickr.com

 

La Basilica di Santa Giustina

Una delle piazze più grandi d’Europa accoglie una delle basiliche cristiane più grandi al mondo. Le statue di S. Giustina, S.Prosdocimo e S.Daniele si innalzano sulle cupole quasi a proteggere l’intera città e i preziosi tesori che la basilica gelosamente custodisce.

L’antico sacello paleocristiano di S. Prosdocimo rappresenta il nucleo più antico, risalente al V secolo, miracolosamente sopravvissuto al terremoto del 1117 d.C..
L’attuale complesso (cinque chiostri oltre la Basilica) si deve ad una quasi totale ricostruzione operata tra il XVI e XVII secolo. Nella maestosa Basilica si conservano numerose opere d’arte: sull’altare domina la grande pala di Paolo Veronese raffigurante il Martirio di S. Giustina (1575), le cappelle laterali ospitano, tra le altre, le tele di Palma il Giovane e Luca Giordano. Il dipinto di Pietro Damini ricorda il ritrovamento del pozzo dei Martiri. Oltre alle spoglie di s.Giustina e s. Prosdocimo, nella basilica riposa l’evangelista S. Luca.

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Grifo stiloforo di fronte alla facciata. Foto © MM / Wikimedia Commons

L’interno della basilica è un grandioso gioco di cupole e finestre che filtrano e irradiano la luce.

 

Il Battistero del Duomo

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Il Battistero di Padova. Foto © Pedro / Flickr.com

Piazza del Duomo è un angolo suggestivo e seducente della città di Padova. Si affacciano le vetrine di negozi eleganti, di prelibate pasticcerie e caffetterie, racchiude inoltre numerosi gioielli artistico-culturali, alcuni inaspettati, come il Battistero del Duomo.

Adiacente alla Cattedrale di Padova, il Battistero si trova tra Palazzo Vescovile, sede del Museo Diocesano e Palazzo del Monte di Pietà. È un luogo raccolto e silenzioso nel quale dominano le scene dell’Antico e del Nuovo Testamento affrescate da Giusto de Menabuoi (1375-1378) per Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco I da Carrara, Signore di Padova nel Trecento.

Appena si entra, la grande cupola cattura lo sguardo e, come una calamita, chiede di ammirare la grandiosa scena rappresentata nel Paradiso: attorno al Cristo Pantocratore si dispongono, a raggiera, le schiere di angeli e santi, le cui aureole ricordano, guardate dal basso, le punzonature di una magnifica oreficeria. A giusto titolo il Battistero del Duomo è considerato un capolavoro artistico del Trecento.

 

La Basilica del Santo

13 giugno 1231: Padova perde il suo amato fratello francescano, S.Antonio e immediatamente si decide l’edificazione di una basilica per custodire e onorare le sue spoglie. La Basilica del Santo è meta ogni anno di migliaia di pellegrini che giungono a Padova per venerare il Santo per antonomasia.

Le otto ampie cupole svettano sul cielo di Padova: richiamano i visitatori lontani e li invitano ad entrare per ammirare meravigliosi capolavori, scrigni di tesori d’arte d’ogni tempo.

L’aspetto esterno della Basilica è un misto di stili: lombardo, toscano e bizantino; mentre i due minareti orientaleggianti ricordano il lungo peregrinare di S.Antonio. All’interno, la tomba del Santo è gelosamente custodita nella splendida Cappella del Santo, opera di vari artisti tra cui Tullio Lombardo, Andrea Briosco e Gianmaria Falconetto.

Il tributo di artisti del Trecentesco è presso la Cappella del Beato Luca Belludi (Giusto de’ Menabuoi, 1382) e la Cappella di S. Giacomo e S.Felice (Altichieri da Zevio, 1374/78). L’altare maggiore conserva sculture di Donatello, autore della bella statua equestre al Gattamelata che si può ammirare sul sagrato della Basilica. La Cappella del Tesoro, opera barocca del Parodi, consente ai visitatori di ammirare il “tesoro” della Basilica e le Memorie del Santo. Sul sagrato della Basilica si affacciano la Scoletta del Santo , sede dell’Arciconfraternita di sant’Antonio, con affreschi di Tiziano (1511). L’Oratorio di san Giorgio, voluto nella seconda metà del Trecento quale cappella funeraria della famiglia Raimondino Lupi di Soragna (Parma), affrescato da Altichiero da Zevio.

 

Il Santuario di San Leopoldo Mandic

La storia del Santuario di S.Leopoldo è in realtà la storia della presenza dei Frati Cappuccini dell’Ordine dei Francescani Secolari, che a Padova si insediarono a partire dal 1537. La città, con la sua importante università, era ideale per una seria preparazione negli studi. E a giusto titolo numerosi religiosi dell’ordine trovarono riparo presso il Convento ubicato all’interno delle mura di Padova a sud di Prato della Valle, come S. Lorenzo da Brindisi (1559-1619) e Beato Marco Cristofori d’Aviano (1631-1699).

Al convento di S. Croce svolse la sua silenziosa ma preziosa opera di confessore e di guida spirituale un umile e mite fraticello, la cui fama di santità travalicò presto i confini della città e del Veneto: p. Leopoldo Mandic. Amato e venerato in vita, invocato come santo dopo la morte (1942), la sua tomba continua più che mai ad essere meta di pellegrinaggi. La chiesa dei Cappuccini fu gravemente distrutta il 14 maggio 1944, colpita in pieno da 5 grosse bombe aree delle forze anglo-americane: i frati furono miracolosamente illesi, così come la statua della Madonna e il Confessionale di S. Leopoldo.

 

La cucina

Quali sono i sapori padovani?

Il ricettario della gastronomia padovana risale all’epoca delle nobili famiglie medievali che hanno avuto il merito di creare piatti di prim’ordine, composti da ingredienti saporosi e semplici.

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Ravioli di gallina padovana imbriaga. Foto © http://www.scattidigusto.it/

Primi piatti, secondi, antipasti, pasticceria: la cucina padovana ci propone sapori unici ed esclusivi, che variano a seconda delle aree geografiche.

La zona dei Colli Euganei propone due stagionalità per eccellenza: la primavera e l’autunno. Sono i periodi migliori per sedersi a tavola e gustare piatti a base di erbette spontanee, verdure e funghi.

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Parco Regionale dei Colli Euganei. Foto © http://www.padovatravel.it/

La fascia della Bassa padovana risente del confine con l’entroterra rodigino e veronese. I piatti poggiano su prodotti genuini come riso, tartufo, selvaggina e maiale. L’area orientale risente degli influssi della vicina Riviera del Brenta e Venezia. Si trovano menu a base di pesce di laguna, di mare e di fiume. Una particolarità locale è la lavorazione della carne di cavallo.  Sulle tavole dell’Alta padovana regna la polenta, spesso accostata a piatti a base di cacciagione, baccalà e radicchio.

Grandi protagonisti della tavola sono, infine, i vini, dalla lunga e nobile storia, esaltati anche da Petrarca e Ruzante.

Il prosciutto di Montagnana

Oltre che per le suggestioni medioevali, Montagnana è famosa in tutto il mondo anche per i prosciutti, una tradizione che affonda le radici nelle stesse tradizioni rurali della sua pianura e che gli abitanti dell’antica cittadina veneta continuano orgogliosamente a chiamare prosciutto crudo “dolze” di Montagnana. Il sapore dolce, la morbidezza, il colore rosato e l’inconfondibile profumo garantiscono la delicatezza di un prodotto fatto con amore e riconosciuto per la Denominazione di Origine Protetta.

Il radicchio

Padova esprime una sua vocazione proprio nella produzione del radicchio: nel suo territorio vengono principalmente coltivate tutte le varietà di questo che ormai è una bandiera della produzione veneta. Padova ha saputo quindi far sintesi dell’eccellenza veneta. Il radicchio è gusto e bellezza, povero di calorie ma ricco di elementi nutrizionali e digestivi.  I Radicchi sono estremamente presenti nelle proposte culinarie padovane divenendo sia elemento principale che complementare. Il gusto morbido ed amarognolo è esaltato nel risotto al radicchio, preparazione che sempre più sta rappresentando la dignità e l’eccellenza della cucina veneta.

Olio

Nei Colli Euganei la coltivazione dell’olivo ha lasciato, da epoca pre-romana ad oggi, i segni della sua costante presenza, legata alle sue preziose ed insostituibili funzioni alimentari ed alle sua valenza culturale. Alcuni di questi, sono facilmente leggibili nel territorio attraverso le sistemazioni agrarie dei “ronchi olivati”, che modellano importanti paesaggi agrari, risalenti al periodo gallo-romanico e negli antichi fabbricati rurali, che hanno ospitato parte della storia olivicola euganea. Attualmente si possono ancora ammirare i torchi di legno e le grosse macine di pietra, presenti nel Frantoio storico di Valnogaredo, risalente al 1600. L’olio Extra Vergine d’Oliva prodotto nell’areale dei Colli Euganei deriva unicamente dal territorio dei 15 comuni, sottoposti a tutela dell’Ente “Parco Regionale dei Colli Euganei” integralmente inserito, nella più ampia delimitazione geografica della Denominazione d’Origine Protetta, (DOP) “Olio Extra Vergine di Oliva Veneto Euganei e Berici”. Il suo colore è tipicamente verde oro, è un prodotto delicatamente fine, ottenuto con estrazione a freddo, generalmente confezionato non filtrato, dopo accurate decantazioni. Ottimo per cuocere, friggere e amalgamare, gli ingredienti di quasi ogni piatto della tradizione mediterranea, in particolare pesce e pasta in genere, diventando insuperabile come condimento a crudo.

L’Asparago

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© http://www.stradadelvinocollieuganei.it/

La provincia di Padova è il principale produttore di asparagi sia per la tipologia bianca che per la verde. L’asparago bianco è ottenuto in terreni preparati a prose e i turioni vengono raccolti prima dell’emergenza, a differenza della tipologia verde raccolta quando i turioni sono emersi per circa 30 centimetri dal terreno di coltivazione. La colorazione verde è dovuta all’emergenza ed alla formazione di clorofilla per esposizione alla luce solare. La raccolta dell’asparago sia bianco che verde avviene tra inizio aprile e fine maggio/inizio giugno. I piatti della tradizione L’asparago, nella sua breve apparizione primaverile, accompagna il permanere a tavola in modo molto semplice ma diffuso. L’umiltà delle Uova e Asparagi e la delicatezza del Risotto con gli asparagi (sia bianchi che verdi) non mancano mai sia nelle proposizioni commerciali che nelle tavole delle famiglie di tutta la provincia. Ancora una volta Padova esprime una sua vocazione nella produzione del formaggi: nel suo territorio, soprattutto nelle zone a nord della provincia, vengono prodotti alcuni tipi di formaggi tra i più ricercati della nostra regione e cioè il Grana Padano.

Il Grana Padano

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© http://www.formaggio.it/

Il Grana Padano è un formaggio di tradizione millenaria diffuso in gran parte dei territori della pianura Padana. L’intera provincia di Padova rientra nell’area di produzione tipica del Grana Padano. Ogni caseificio è identificabile da un numero posto sulla forma. È ideale sia come formaggio da tavola che da grattugia e insostituibile in quanto riunisce in sé tutte quelle caratteristiche che concorrono ad esaltare i sani sapori della cucina veneta. Il Grana Padano si fregia del marchio di tutela Europeo DOP dal giugno 1996.

L’Asiago

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© http://www.veneto.eu/

La zona classica di produzione è l’alta padovana e i sette comuni dell’Altopiano omonimo dove alcune mandrie padovane vengono ancora oggi portate all’alpeggio. Dal 1996 il formaggio Asiago vanta il riconoscimento comunitario della DOP. Esistono due tipologie di Asiago, ottenute a partire dal latte vaccino semigrasso con differenti tecniche casearie: Pressato e d’Allevo.

Il Montasio

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© http://www.formaggio.it/

Il Montasio deve il proprio nome all’omonimo Altopiano del Friuli, ma anche la provincia di Padova è riconosciuta nel disciplinare di produzione come zona idonea a produrre questo formaggio a Denominazione di Origine Protetta. Il Montasio è ottenuto con latte vaccino intero e assume caratteristiche diverse a seconda del grado di stagionatura. Il sapore passa nel contempo da dolce a leggermente piccante.

Come arrivare

In aereo:

Aeroporto internazionale “Marco Polo”di Venezia: www.veniceairport.it

Aeroporto “Valerio Catullo” di Villafranca (Verona): www.aeroportoverona.it

In auto

Autostrada A4 (Milano-Venezia), uscita al casello di Padova Ovest.

Autostrada A13 (Bologna-Padova), uscita al casello Padova Sud.

In treno

Stazione Ferroviaria di Padova.

Collegamenti ferroviari diretti con la rete nazionale: Milano, Bologna, Venezia.

Contatti

Uffici del Turismo di Padova

Stazione ferroviaria (ingresso dall’atrio della Stazione)

E-mail: [email protected]

Vicolo Pedrocchi

E-mail: [email protected]

Luogo
Veneto
Parole chiave
Padova, weekend

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