Un weekend a… Taranto

Taranto è chiamata “la città dei due mari”, poichè è bagnata dal Mar Grande e dal Mar Piccolo, con una posizione strategica che l’ha resa protagonista di importanti vicende storiche.

Importante colonia della Magna Grecia, Taranto racconta la sua storia stratificatasi nel tempo e nei suoi diversi livelli.

Le antiche testimonianze più preziose sono custodite presso il Museo archeologico nazionale, il Marta, dove è possibile ammirare i famosi “Ori di Taranto”, raffinate produzioni dell’arte orafa locale tra il IV e il II secolo a.C., oltre all’immensa raccolta di reperti archeologici provenienti da tutta la provincia ionica.

 

Cosa vedere

Castello Aragonese

Principale fortificazione della città di Taranto, il Castello aragonese, detto anche Castel Sant’Angelo, traccia il confine tra città vecchia e borgo nuovo nel capoluogo jonico.

Il maniero, progettato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini su commissione di Ferdinando d’Aragona intorno alla fine del XV secolo, è adagiato sul mare a protezione del canale navigabile.

Voluta dal Re di Napoli come castello di difesa, la fortezza fu edificata sulle basi di una struttura di epoca normanna, avente per nucleo centrale una rocca realizzata dai bizantini per proteggersi dai Saraceni.

Di particolare interesse sono le torri larghe e basse che enfatizzano la funzione di difesa. Il Castello, già utilizzato come carcere sotto gli Asburgo, è oggi sede della Marina Militare che apre la struttura a visite guidate, manifestazioni culturali ed eventi.

 

Il MARTA e gli Ori di Taranto

© MARTA

Il Museo Nazionale Archeologico di Taranto, il Marta, racchiude una delle più importanti raccolte archeologiche d’Italia e ha sede nell’ex Convento di San Pasquale Baylón, nei pressi dei Giardini di piazza Garibaldi.

Le sale dei piani rialzati sono oggi il regno dell’archeologia, con oltre duecentomila reperti e manufatti che vanno dalla Preistoria al Medioevo: il percorso di visita segue un ordine cronologico a partire dal V millennio a.C. I primi contatti degli indigeni iapigi con il mondo egeo precedono la colonizzazione spartana del Golfo di Taranto, mentre si ammirano oggetti di vita quotidiana, legati al culto e ai rituali funebri della città greca.

Anche i cambiamenti sopraggiunti con l’arrivo dei romani si dipanano tra sculture e terrecotte figurate, utensili e oreficerie d’ogni genere. Da non perdere è l’incredibile tesoro degli Ori di Taranto, ma anche mosaici pavimentali delle ville, le sculture in marmo e bronzo, ceramiche e alcuni esempi di architettura funeraria.

Nella Pinacoteca del museo si ammirano, infine, importanti dipinti di scuola napoletana.

 

La Cattedrale di San Cataldo

Tra le più belle chiese dell’intera regione, la Basilica Cattedrale intitolata a San Cataldo è il fiore all’occhiello di Taranto vecchia in piazza Duomo, di origine medievale ma modificata in epoca barocca, che custodisce le spoglie del patrono in una cappella laterale.

La facciata settecentesca è un trionfo barocco, tra nicchie di santi, angeli e medaglioni, preludio al sontuoso interno di 84 metri in lunghezza, dove si aprono le tre navate e le numerose cappelle.

Il pavimento conserva ancora tracce dell’antica decorazione musiva, mentre le pareti sono riccamente decorate.

Avvolge con la ricchezza dei marmi e degli stucchi il Cappellone di San Cataldo, dove sono conservate le spoglie del santo, dalla cupola affrescata, mentre ha conservato intatta la suggestione bizantina la cripta cruciforme, ritmata da colonne basse e decorata da affreschi duecenteschi.

 

Concattedrale Gran Madre di Dio

A distanza di più di quaranta anni dalla sua costruzione, la Concattedrale è riconosciuta come uno dei simboli della città di Taranto. La sua posizione strategica, la rende un naturale punto di ritrovo per i cittadini. È l’ultimo progetto italiano del noto Architetto Giò Ponti che, alla soglia degli ottanta anni, affronta entusiasticamente il compito affidatogli. All’ esterno si presenta come una nave la cui vela è un’altissima doppia parete verticale traforata da grandi aperture che dall’altare si libra verso il cielo e ne diventa parte integrante confondendosi con esso. L’interno è progettato interamente dall’ architetto milanese che cura, con perizia e sapienza, ogni dettaglio: l’altare, le sedute del clero, le panche e persino i mobili della sacrestia. In una dualità cromatica giocata tra il grigio chiaro del cemento e il verde smeraldo, si è immediatamente catturati dalla teatralità di questo spazio che ha come conclusione prospettica il coro e la suggestiva parete absidale.

 

La cucina

Cozza tarantina

© videoandria.com

Nella città dei due mari la cozza tarantina è la regina indiscussa della tavola, sia cotta sia cruda. La mitilicoltura a Taranto risale al Medioevo ma se ne ipotizza la presenza anche in epoca greca e romana. Lo scorrere del tempo non ha scalfito la fama, la maestria degli allevatori e il suo sapore, quest’ultimo ottenuto anche grazie al naturale mescolarsi nel Mar Piccolo, dove vengono allevate, dell’acqua dolce delle sorgenti dette “citri” a quella salata del mare.

Pasta con le cozze

© cucino.net

È tra i piatti che i pugliesi amano di più la Pasta con le cozze, naturalmente quelle di Taranto. Spaghetti ma anche tubettini, orecchiette e pasta fresca, in bianco, con il sugo o l’aggiunta di legumi o formaggi: in tutte le ricette trionfa il sapore di mare. La cozza tarantina è piccola, ha una forma tozza e bombata ed è saporita come nessun’altra. È la Cozza tarantina, regina dei mitili italiani, famosa per la sua polpa rosea o giallo-carica, carnosa, molto saporita, povera di grassi e ricca di ferro. Prelibate nei risotti allo scoglio e nella pasta ai frutti di mare, le cozze tarantine sono assolutamente da provare come piatto a sé: i veri appassionati le mangiano crude, senza alcun condimento o con una spruzzatina di succo di limone, magari accompagnate con pane di grano duro e un rosato pugliese ben fresco.

Lizzano DOC

© vinook.it

Il Lizzano DOC è un vino dalla struttura armonica e versatile nelle sue diverse tipologie, bianco, rosso, rosato e bianco e rosato spumante, prende il nome dall’omonimo comune della provincia di Taranto. Il vitigno che maggiormente concorre alla produzione del Lizzano DOC è il Negroamaro, ma si ottiene anche con Trebbiano toscano, Chardonnay, Pinot bianco, Malvasia bianca, Sauvignon, Bianco d’Alessano, Montepulciano, Sangiovese, Bombino nero, Pinot nero, Malvasia nera di Brindisi e di Lecce. La varietà dei vini Lizzano DOC offre una scelta ottimale per i piatti della cucina tradizionale pugliese.

Tarantino IGT

© mrlenha.com.br

Magna Grecia e Salento sono terre di vino sin dall’antichità. Specchio del territorio è il Tarantino IGT che può essere ottenuto nelle tipologie bianco, anche frizzante e passito, rosso, anche frizzante, passito, novello e rosato, fermo e frizzante. Per la produzione del Tarantino bianco o rosso concorrono le uve autorizzate con bacca di corrispondente colore, il rosato è ottenuto da uve a bacca nera vinificate in rosato.

Come arrivare

In aereo

L’aeroporto più vicino a Taranto è quello di Grottaglie, che dista circa 5 km ed è servito da diverse compagnie low cost. L’aeroporto del Salento è collegato a tutte le maggiori città  italiane ed europee.

In treno

Taranto è raggiungibile direttamente dalle maggiori città  italiane con treni veloci. Da Milano, si può raggiungere la Stazione di Taranto  in circa 10 ore. Da Roma, le ore di viaggio sono circa 6. Per ulteriori informazioni, visitate il sito.

In auto

Per raggiungere la città in auto è possibile percorrere la A14 . Dal versante tirrenico, la città è raggiungibile percorrendo la A1 da Firenze a Napoli e poi  la A16.

Contatti
IAT Taranto
c/o Galleria Comunale – Castello Aragonese – 74123 Taranto
+393442844098
[email protected]

Luogo
Puglia
Parole chiave
arte, mare, storia, Taranto, weekend

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