L’isola è contornata da coste alte e frastagliate, che a nord ovest strapiombano sul mare e raggiungono altezze fino a 150 metri. Nel punto più elevato di Capo Sandalo è situato il faro più ad occidente d’Italia.
L’asperità del perimetro di San Pietro, caratterizzato da un’alternanza di sporgenze e rientranze, è mitigata dalla presenza delle piccole spiagge sabbiose che si sviluppano fra ripide scogliere e vengono bagnate da un mare limpidissimo. Le coste che precipitano sul mare sono rifugio per le rare specie del falco pellegrino e del gabbiano corso.
Le saline, vicine al centro abitato di Carloforte, ospitano numerose specie di uccelli fra cui i fenicotteri.
La presenza dei nuraghi dimostra una presenza umana della zona in tempi antichissimi. I punici l’avrebbero poi chiamata “isola degli sparvieri”.L’entroterra dell’isola è invece ricoperto da una fitta macchia mediterranea, dalla quale si sprigionano i profumi di rosmarino, cisto, corbezzolo, pino e palme nane. Queste ultime sono esempi dei più antichi esemplari della flora mediterranea e nel mese di agosto producono i caratteristici datteri giallo-rossastri.
Carloforte
La cittadina di Carloforte nacque nel 1738 in seguito alla concessione dell’isola da parte del re Carlo Emanuele III ad un gruppo di famiglie originarie di Pegli, in Liguria, ma residenti a Tabarka, in Tunisia. Costoro erano stati originariamente trapiantati qui nel Cinquecento dai Lomellini, i signori di Pegli, per sfruttare i ricchi banchi di corallo a poca distanza dalla costa tunisina, ma due secoli più tardi erano ormai continuamente oggetto di vessazioni da parte del bey di Tunisi e ridotti pressoché in schiavitù.
Carlo Emanuele III, allora, che desiderava togliere ai corsari, che vi avevano un importante punto d’appoggio, l’isola di San Pietro, la concesse a Don Bernardino Genoves, Marchese della Guardia, col titolo di Duca di S. Pietro, e ordinò il trasferimento dei Tabarkini nell’isola sarda. Il centro abitato fu originariamente costruito in legno a partire dal 1738 secondo un tracciato viario progettato dall’ingegnere A. De la Vallée, ma in seguito ad un disastroso incendio fu rinnovato con costruzioni in muratura.
Le spiagge
Ma sono le coste il maggiore motivo di interesse di Carloforte. I litorali dell’isola alternano arenili sabbiosi, come La Bobba o Guidi, ad incantevoli calette rocciose, come Cala Fico, i cui fondali ricchissimi di pesci stupiscono chiunque si immerga in queste acque. Lungo la costa si ergono a qualche metro dalla falesia Le Colonne, due faraglioni alti 16 m circa, oggi protetti come monumento naturalistico.
La cucina
Fra le tante tradizioni che Carloforte conserva, quelle enogastronomiche acquisiscono un importanza crescente, specialmente grazie alle due sagre che gli amministratori carlofortini hanno recentemente promosso: la Sagra del Cuscus Tabarkino, il piatto tunisino rivisitato in chiave genovese, ed il Girotonno, la manifestazione che al principio dell’estate incorona re della cucina il gustoso pesce preparato in mille modi, in una grande festa di sapori e profumi.
Come arrivare
L’isola di San Pietro si può raggiungere in traghetto dagli approdi di Calasetta e da Portoscuso. La traversata dura circa 30-40 minuti.
L’aeroporto più vicino è quello di Cagliari, collegato direttamente alle principali città italiane: Milano, Torino, Bergamo, Verona, Venezia, Bologna, Genova, Firenze, Pisa, Roma, Napoli.
Si può arrivare via nave in sardegna con corse giornaliere da Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli verso i porti di Cagliari, Olbia e Portotorres.