Scacchi viventi a Cutro

"Scacchi viventi" non sono il nome di un altro videogioco. È un tradizionale gioco di scacchi a grandezza naturale presentato ogni anno il 12 agosto nella piccola città di Cutro in Calabria. Lo show, oltre all'intrattenimento del pubblico, in qualche modo espressa una posizione civile, che, nonostante l'enfatizzato patriottismo, non ti fa sbadigliare dalla noia.

 

“Scacchi viventi” si svolgono in memoria del famoso connazionale calabrese, Giovanni Leonardo Di Bona, che divenne il primo campione del torneo di scacchi d’Europa e del Nuovo Mondo, fondato dal re di Spagna Filippo II nel 1575. Giovanni, a ventitré anni, con grande stupore di tutti, ha rigettato una considerevole quantità d’oro, offerto come premio. Chiese invece al re che la sua piccola patria avesse lo stato di città e che tutti i suoi abitanti fossero esentati dalle tasse per vent’anni. Filippo si meravigliò dell’insolenza del giovanotto, però soddisfece la sua richiesta.

Tutta la faccenda si tenne oltre 400 anni fa. Però l’atmosfera di questa città sembra di essersi fermata nel tempo: le stesse strade strette, i balconi sovrastanti delle vecchie case con comari, discutenti a voce alta gli ultimi pettegolezzi. Quando il sole comincia a scendere sotto l’orizzonte, le porte delle case si aprono, lasciando uscire la gente festosamente vestita. Oggi la piazza centrale è la destinazione unica. Lì fu costruita una gigantesca scacchiera, illuminata da riflettori. Si sente il rumore della preparazione per la performance. Conviene mettersi più vicini all’arena, trovando spazio tra turisti e locali.

L’araldo nell’abito rinascimentale (come pure tutti i personaggi coinvolti) annuncia l’inizio del gioco. I primi sul campo di battaglia, come previsto, sono le pedine con le lance. Sono seguiti dagli alfieri e cavalli, così come le torri, in impermeabili neri o bianchi. I re e le regine occupano maestosamente le loro posizioni per ultimi.

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Lo spettacolo non perde la sua intensità, nonostante si tratti di una ricostruzione della partita già giocato una volta, cioè il suo esito è predefinito. Due grandi maestri, con l’aiuto degli araldi, dirigono le mosse di pezzi animati fino alla finale evidente. Dopo lo scacco matto, il pubblico non si disperde, perché seguono i fuochi artificiali quando i partecipanti, molti dei quali sono parenti o amici degli spettatori, ricevono gli auguri infiniti.

Il pubblico nel broccato e velluto insieme con quello in jeans e T-shirt va insieme al bar più vicino. Gli scacchi viventi non sono solo una tradizione che attrae turisti e rende omaggio al bravo concittadino, ma anche un ottimo pretesto per fare un’altra festa, di cui agosto in Italia è così ricco.

 

Luogo
Calabria
Parole chiave
Calabria, festival, sport

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