San Daniele ospita una delle più prestigiose biblioteche d’Italia nonché la più antica del Friuli Venezia Giulia: la Biblioteca Guarneriana, che conserva preziosi codici miniati. Resterete inoltre abbagliati dal bianco del Duomo settecentesco e dagli affreschi dell’ex Chiesa di Sant’Antonio Abate, il più bel ciclo rinascimentale della Regione, tanto da far guadagnare a San Daniele l’appellativo di “piccola Siena del Friuli”.
La natura non è da meno! Il Tagliamento è un fiume che ha segnato la storia del Friuli Venezia Giulia. E anche la cultura, gli stili di vita, la lingua. Una cosa è sicura: il grande fiume Tagliamento non finisce mai di stupire per le trame che sa creare con l’ampio letto, la vegetazione che l’impreziosisce, le suggestive anse, in estate spiagge incantevoli e selvagge (come in località Cimano di San Daniele). Si può anche percorrere a cavallo o in canoa.
Il prosciutto di San Daniele DOP: la preparazione
La storia
La fortuna di questi prosciutti fu grande nel corso dei secoli, legandosi alla tradizione mercantile veneta, grazie alla quale divennero merce di scambio di gran pregio. Tuttavia la produzione conobbe uno sviluppo adeguato alla richiesta solo in epoche più recenti grazie alla possibilità di utilizzare non più la sola razza nera friulana, ma anche maiali di altre razze e provenienti da altre regioni.
La preparazione
L’ambiente di produzione è veramente molto importante per il prosciutto (ed anche per altre produzioni agro-alimentari tipiche del territorio): per questo la sua tutela è uno dei principi cardine del Parco Alimentare di San Daniele, un’area di 120 kmq che comprende i comuni di San Daniele, Ragogna, Rive d’Arcano, Fagagna, Coseano, Forgaria nel Friuli e Dignano.
La produzione parte dalla scelta dei maiali, rigorosamente italiani, seguiti durante tutta la loro crescita e alimentati in modo controllato. In seguito si selezionano le cosce migliori, del peso di almeno 10-11 kg.
Il peso è molto importante poiché determina la fase della salatura, effettuata con sale marino a grana media: questo provoca lo spurgamento dell’umidità dal prosciutto, che così acquisisce il suo tipico gusto “dolce”.
Al termine del periodo si lavano le cosce per poi appenderle per otto mesi di stagionatura; nel frattempo i prosciutti vengono “stuccati”, ovvero ricoperti con un impasto di composti naturali, che impedisce alla carne di seccarsi troppo rapidamente.
L’assaggio
“Aria di festa”, a fine giugno, è il momento ideale per scoprire il sapore del prosciutto di San Daniele. E’ una grande festa all’insegna del buon umore e dei sapori tipici, con visite guidate ai prosciuttifici.