Hanno una sfoglia sottilissima e sono ottimi gustati in brodo e persino asciutti con burro fuso e parmigiano. Sono legati ad una antica leggenda e onorati da una grandiosa festa.
Narra la leggenda che ai tempi del Signore Giangaleazzo Visconti, una delle sue truppe era accampata sulle rive del Mincio.
La Leggenda del Nodo d’Amore
Un buffone assoldato per intrattenere i soldati raccontava loro che le acque del fiume Mincio erano popolate da bellissime ninfe, le quali ogni tanto uscivano dal fiume e danzavano. Per un cattivo sortilegio però, le ninfe erano state costrette a trasformarsi in orride streghe. Il capitano dei soldati, Malco, rimase molto colpito da questa storia e la stessa notte, mentre tutti dormivano, fu svegliato davvero dalle streghe danzanti. Ne seguì una, incuriosito, ma durante la fuga, la strega perse il mantello e si rivelò una bellissima ninfa. I due s’innamorarono subito, ma prima dell’alba la bella ninfa doveva ritornare nelle acque del Mincio. Come pegno d’amore lasciò al capitano un fazzoletto annodato.
Durante un ricevimento, il giorno successivo, Malco riconobbe in una delle ballerine, Silvia, l’amata ninfa, che per amore aveva affrontato il mondo degli uomini. Purtroppo però gli sguardi innamorati tra i due suscitarono la terribile gelosia di una dama che aveva delle mire sul capitano. La dama denunciò allora la bella Silvia svelando a tutti la sua identità di strega e la fece subito arrestare. Il valoroso Malco riuscì a farla fuggire per consentirle di ritornare nel fiume. Quella notte Silvia apparve nella cella in cui Malco era stato imprigionato e propose all’amato di abbandonare il mondo degli uomini per seguirla in quello delle ninfe. Malco accettò subito, ma presto dei soldati cominciarono ad inseguirli.
Isabella, la dama che aveva denunciato Silvia, pentita e colpita da questo amore così grande, fermò le truppe e facilitò la fuga dei due. Le truppe, arriva te sulle rive del Mincio, trovarono abbandonato un fazzoletto di seta dorato, annodato dai due amanti a ricordare il loro eterno amore. Ancora oggi si narra come le ragazze del tempo, nei giorni di festa, per ricordare la storia dei due innamorati, tiravano una pasta sottile come la seta, tagliata e annodata come il fazzoletto dorato, arricchita da un delicato ripieno. Si trattava del Tortellino di Valeggio.