Andrea, l’Italia è già di per sé un effetto speciale bell’e pronto, ma se Le avessero chiesto di girare un film nel luogo – a parer Suo – più suggestivo, quale posto avrebbe scelto?
In Italia ci sono tanti posti che ancora non hanno fatto comparsa nel cinema. Ma se dovessi sceglierne uno avrei detto il Pantheon. Siamo stati fortunati a potervi fare riprese, un privilegio che non viene concesso a tutti. Poi, si potrebbero prendere gli acquedotti antichi nei pressi di Roma, anche loro fanno un bell’effetto nell’inquadratura.
Mi piace molto salire da Trastevere sul Gianicolo, verso la chiesa di San Pietro in Montorio. Nel cortile del convento c’è il tempietto di Bramante, che sembra una copia in scala ridotta della Basilica di San Pietro. È un posto incredibile e sacro! L’avrà sicuramente visto ne La Grande Bellezza di Sorrentino.
La Sua famiglia vive a Roma da tanto tempo…
Eh sì, sono romano di ottava generazione!
Quali sono i posti che ama di più, da romano DOC?
Per sentirsi uno di qui non è indispensabile essere romano di ottava generazione. Inizi semplicemente a vivere qui e piano piano accumuli bar, ristoranti e gelaterie preferite. Io ritengo, però, che sia importantissimo condividere ciò che sai di Roma, così i posti che ami diventano accessibili a tutti. Ma visto che abbiamo menzionato il Pantheon, c’è da dire che mi mette i brividi.
Viviamo in un’epoca di tecnologie incredibili, e tuttavia non sappiamo come riprodurre costruzioni del genere. Il Pantheon è un monumento di architettura antica romana che è stato conservato in maniera ideale. Ed è bellissimo: un monumento dalla storia di quasi due millenni che si trova al centro di Roma, e ognuno può visitarlo! Se vieni la mattina presto puoi trovare una luce incredibile, con il disco di sole che scivola sulla volta dell’edificio. Ora il Pantheon è in una specie di cavità, ma a suo tempo si ergeva a dominare la piazza, così come era stato ideato ogni edificio di culto. Ovviamente, so che è stato eretto dai Romani, ma a volte penso che siano stati gli alieni.
Insieme a sua moglie Alesia avete un progetto dedicato a Roma, RomeAdvisor, che offre agli ospiti dei percorsi incredibili in città. Non vi dispiace svelare a degli sconosciuti i vostri luoghi segreti?
Nient’affatto, anzi sono lieto di condividere quei posti con persone nuove. Con le passeggiate, i luoghi e il cibo che offriamo agli ospiti condivido la mia cultura. È il massimo che posso dare a persone nuove, e non ne provo nessun dispiacere. Vivo a Roma fin dalla mia nascita e provo una sorta di responsabilità per la ricezione della gente che visita la mia città. S’immagini che, in questo piccolo pezzetto di terra, c’è il 70% del patrimonio culturale mondiale. E se non lo faccio vedere a te o a qualcun altro, difficilmente riuscirete a vederlo da soli.
Ho una casa sempre piena di ospiti, anche da piccolo portavo continuamente amici a casa. In questo senso, RomeAdvisor non è tanto un nostro progetto, quanto piuttosto una continuazione del nostro amore per gli ospiti. Non è un lavoro, è semplicemente un modo di vivere.
Se Le viene voglia di prendere una pausa da Roma dove va?
Io e mia moglie adoriamo andare al mare, che siano pure due o tre ore. Lavoro tantissimo nel cinema, in più do una mano ad Alesia con RomeAdvisor, e questo mi consuma molte energie ed emozioni. Credetemi però: anche se viviamo nella città più bella del mondo, abbiamo un gran bisogno di staccare un po’. Allora andiamo in spiaggia: per fortuna, da Roma al mare ci vuole soltanto una mezz’ora. Ho un posto preferito dove un tempo mi portava spesso mio padre. Il marito della mia madrina era proprietario dello Yacht Club Nautilus, un tempo vi si faceva la miglior pasta ai frutti di mare! E poco lontano c’è un posto dove i pescatori portano il pescato rivendendolo e cucinandolo sul posto. È un cibo molto semplice: pesce fritto, frutti di mare, però è buonissimo! Prima ci andavo con mio padre, e ora ci vado con la mia famiglia e amici.
È stato mai lontano da Roma almeno cento chilometri?
Certo! Io e Alesia andiamo spesso in Toscana. Abbiamo anche un luogo prediletto, il Castello di Sorci, una fortezza del XII secolo. Ci siamo anche sposati lì. Si trova nei pressi di Anghiari, provincia di Arezzo.
Ci può dire qualche dettaglio in più su questo luogo?
Sa benissimo dov’è! (Ride). Avrete sicuramente visto Arezzo ne La Vita è Bella di Roberto Benigni. Si ricorda la scena in cui il personaggio interpretato da Benigni va in bicicletta per una stradina? Ecco, questa è Arezzo.
E poi andiamo matti per la Val d’Orcia! Ci sono i paesaggi più incredibili che io abbia mai visto. Il verde lì è talmente sgargiante che sembra essere fatto con Photoshop. Vi si può girare solo in bici o con il motorino, ci sono tante fonti termali, piccoli paesini in cui fanno un vino e formaggi straordinari. È un luogo di cui si può godere infinitamente.
Parliamo un po’ di Mosca. Come percepisce questa città?
La città è un contenitore per le persone. Le persone sono simili ovunque e al contempo sono molto diverse. Io vivo a Roma, città dalla storia ricchissima che fu la prima città milionaria. Una popolazione elevata fu possibile in gran parte grazie alla presenza di acqua pura. Per quanto so io, a Mosca adesso abitano quasi venti milioni di persone, e non riesco a capacitarmene. È un miracolo tecnologico! E vogliamo parlare della vostra metropolitana? Appena metto piede sul binario c’è già un treno in arrivo.
Ciononostante, la gente qui è sempre in fretta, corre continuamente da qualche parte. Siamo arrivati da Roma e siamo subito corsi a prendere il treno. E mentre correvamo, c’era gente che camminava tranquillamente, e noi non riuscivamo a superarla lo stesso. Mi sono accorto che vicino a noi c’era un sacerdote che stava correndo. Vi potete immaginare una cosa del genere a Roma? Lì un prete accelera solo se muore il Papa (che Dio lo mantenga in salute).
Per quanto riguarda invece le emozioni che provo a Mosca, onestamente sono molto felice ogni volta che torno qui. Ho vissuto a Londra, a New York e in tante altre città del mondo, ma in nessun luogo ho provato tanta determinazione di lavorare e crescere come a Mosca.
Tornando al cinema, può raccontarci le riprese di Rome?
È stato un processo colossale, durato due anni. I producer hanno persino rinunciato a prolungarlo per una terza stagione perché costava troppo. Le riprese si sono svolte a Roma, negli studi di Cinecittà. Sono stati costruiti appositamente alcuni padiglioni con le decorazioni, parte delle quali purtroppo è bruciata dopo le riprese. Inoltre, la serie è stata girata anche nella zona della Via Appia e degli acquedotti romani. Sembra incredibile, ma il 40% degli acquedotti è tuttora in funzione! È grazie a essi che a Roma ci sono tante fontane con acqua potabile. Ma ora hanno un aspetto diverso da allora: c’è tanta erba cresciuta sopra, qualche mattone che manca qua e là. Una grande squadra è stata incaricata di riportarli a una condizione presentabile.
Io ho curato gli effetti speciali visivi che si creano durante le riprese e che vengono ultimati dopo. Poi ci sono anche gli effetti speciali che si fanno durante le riprese: il fumo, la pioggia, la nebbia — sono tutti effetti speciali normali. In Rome, ci sono tanti dettagli storici che oggi non ci sono più, per esempio gli affreschi sulle pareti. Per farli, abbiamo ingaggiato un’enorme equipe di cinquanta pittori. A volte rimanevano a lavorare anche di notte per fare in tempo a dipingere una parete che è stata nell’inquadratura per un secondo. La squadra che abbiamo avuto era stupenda, circa 800 persone!
E infine, qual è il momento che Le piace di più della serie?
C’è una scena in cui Pullo sale sull’Aventino con la testa tagliata in mano. Ovviamente, il colle l’abbiamo ricostruito. Abbiamo consultato mappe antiche, indagini scientifiche per riproporlo esattamente fino al millimetro, rispettando tutte le proporzioni. E poi sul set erano sempre presenti due storici che seguivano con grande attenzione la precisa corrispondenza della sceneggiatura alle realtà storica. Forse è grazie a loro che nella serie non c’è quasi nessuna imprecisione storica. Una però c’è: in una delle inquadrature di questa scena si vede il Tevere. Se ci ha fatto caso, l’acqua del fiume è verde come oggi, ai nostri giorni. Ai tempi di Roma antica però non era così, l’acqua era trasparente. Ancora mio nonno faceva il bagno nel Tevere! Ma pure questa scena ha comunque preso un premio speciale per gli effetti visivi.
Testo: | Ekaterina Trofimova, autore del blog “Oh, my Moscow” |