Nuova città
La piazza è, con i suoi 190 alloggi, dotati di un giardino e distribuiti in villini isolati o aggregati, il primo nucleo della Garbatella e nasce da un progetto commissionato dall’Istituto Case Popolari agli architetti Piacentini e Giovannoni tra il 1920 e il 1922 secondo gli schemi della borgata- giardino, in stile barocchetto romano. La Garbatella, infatti, per come fu realizzata rappresenta uno dei massimi esempi di struttura urbana periferica impostata secondo i criteri delle città satelliti collegate a una metropoli.
Sono gli anni in cui Roma subisce uno stravolgimento urbanistico con le demolizioni dei palazzi operate sotto il Campidoglio per realizzare l’asse dei Fori Imperiali e quella di Spina di Borgo per la costruzione di via della Conciliazione. Gli abitanti in pochissime settimane furono costretti a lasciare casa e bottega e a trasferirsi negli alloggi e negli alberghi per sfrattati, come quello denominato Albergo rosso in piazza Damiano Sauli o Michele da Carbonara di Sabbatini che divennero però residenze stabili a causa della grave carenza di abitazioni. Negli anni successivi molte furono le modifiche che cambiarono l’aspetto della Garbatella, come la costruzione delle case modello di via Eurosia, sorte secondo una concezione europea contemporanea. Il popoloso quartiere , infatti , cambia forma a secondo delle strade che si percorrono, alterna via piane a improvvise salite, piccole e grandi piazze si aprono all’improvviso alla vista alternandosi a portici e viuzze alberate, costellate da caffè, piccole trattorie, cinema-teatro, campi sportivi e giardini pubblici, scuole e chiese. Le esigenze di una vita comunitaria, sembrano così essere state risolte.
Mi chiamo Garbatella
Il nome “Concordia”, voluto dal Re Vittorio Emanuele III, e “Remuria”, attribuitogli dal fascismo, non soppressero mai il toponimo popolare “Garbatella”, col quale da sempre fu identificato il quartiere.
L’attuale nome sembra sia dovuto all’amenità del luogo, o secondo una leggenda ormai accettata, ai modi garbati di un’ostessa, una bellissima donna che ristorava i viandanti nella sua osteria vicino alla via delle Sette Chiese, rinomata per la sua affabilità e premura verso i suoi avventori in pellegrinaggio, che era, allora in piena campagna e meta di gite fuori porta. Ancora oggi la bella ostessa, la si può ammirare scolpita in un bassorilievo in piazza Geremia Bonomelli. Accreditata , ma da pochi, anche la tradizione di far risalire il nome Garbatella da un particolare metodo di coltivazione della vite, “a barbata” o a “garbata”, introdotto nella zona all’inizio dell’Ottocento.
C’è un’altra donna che come la garbata ostessa rappresenta un’icona del quartiere da generazioni: donna Carlotta, una testa femminile in pietra incorniciata da lunghi capelli, inserita nella fontanasituata in piazza Ricoldo da Montecroce, sulla cui sommità campeggia un grande vaso di graniglia di cemento Dalle sue labbra sgorga a detta di molti “l’acqua più fresca de Roma”. La leggenda vuole che se si bevono tre sorsi si possono poi esprimere tre desideri d’amore, che, se puri e autentici, saranno realizzati per la gioia degli innamorati. Fin da metà degli anni Venti rappresenta uno dei simboli del quartiere, accanto alla caratteristica scalinata di via Angelo Orsucci.
Action!
Molto utilizzata da registi cinematografici e televisivi come set per le loro produzioni, la Garbatella ha dato i natali ad alcuni dei più importanti attori italiani, come Gigi Proietti, Enrico Montesano e Valerio Mastandrea. È nata qui anche la caratterista Rossana Di Lorenzo, celebre “buzzicona” in alcuni film di Alberto Sordi, sorella dell’attore Maurizio Arena (molto famoso soprattutto per la trilogia di Dino Risi “Poveri ma belli”, “Belle ma povere” e “Poveri milionari”) e zia dell’attore e doppiatore Pino Insegno. Alla fine non possiamo non nominare “Caro diario” di Nanni Moretti con questo bellissimo filmato.